Il nuovo algoritmo supplenze scolastiche ha scatenato polemiche e proteste in tutta Italia. Tra le anomalie più eclatanti, è emerso che alcune cattedre sono state assegnate a docenti deceduti, suscitando indignazione tra i sindacati e gli insegnanti precari.
Algoritmo supplenze e assegnazione a docenti deceduti
Il caso è scoppiato a seguito delle prime assegnazioni di supplenze per l’anno scolastico 2024/2025, gestite attraverso il nuovo algoritmo introdotto dal Ministero dell’Istruzione. Nel primo bollettino di nomine, che determina le assegnazioni delle supplenze, sono emersi errori che hanno visto la nomina di insegnanti deceduti. Questo episodio è stato portato alla luce dalle verifiche condotte da sindacalisti e docenti, che hanno subito chiesto chiarimenti alle autorità scolastiche locali.
La dottoressa Gilda Giancipoli, dirigente dell’Ufficio scolastico dell’Ambito Territoriale di Terni, ha dichiarato di voler intervenire per rimediare agli errori più palesi. Tuttavia, ha precisato che il controllo sull’algoritmo non è di competenza dell’ufficio territoriale, ma è una questione che ricade sotto la responsabilità del Ministero. La necessità di un controllo incrociato con le segreterie scolastiche per verificare l’effettiva disponibilità delle cattedre è apparsa immediata e necessaria.
Quali sono le problematiche emerse con l’uso del nuovo algoritmo?
Il caso dei “docenti zombie” non è l’unico problema emerso. L’algoritmo di assegnazione delle supplenze, definito da alcuni come “cannibale”, ha sollevato molte critiche per la sua presunta incapacità di garantire un corretto scorrimento delle graduatorie, lasciando molti docenti precari senza incarico, nonostante abbiano punteggi elevati e una lunga esperienza alle spalle. Gli errori sistemici dell’algoritmo stanno creando un’ondata di disoccupazione tra gli insegnanti precari, che per anni hanno garantito la continuità didattica nelle scuole italiane.
I Cobas Scuola, uno dei principali sindacati coinvolti nelle proteste, hanno richiesto di tornare alle convocazioni in presenza, sostenendo che il sistema basato sull’algoritmo favorisce una logica mercantile in cui “insegna chi paga”. In alcune province italiane, come Livorno, Ancona e Teramo, il primo bollettino è stato annullato, ma non per un errore dell’algoritmo, bensì per un errato inserimento dei dati da parte degli uffici locali. Tuttavia, in altre aree, le autorità scolastiche si sono mostrate più riluttanti a intraprendere azioni correttive.
Le proteste dei docenti precari
La situazione ha portato a manifestazioni in varie città italiane, con docenti precari che si sono incatenati agli uffici scolastici provinciali e hanno occupato le sedi per esprimere il loro dissenso. A Milano, ad esempio, un gruppo di insegnanti ha occupato l’Ufficio scolastico provinciale denunciando il malfunzionamento dell’algoritmo supplenze che, secondo loro, scavalca docenti con alti punteggi, assegnando invece le cattedre a colleghi con punteggi inferiori.
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Il sindacato Adl Cobas, che ha organizzato la protesta a Milano, ha elencato una serie di richieste precise alle autorità scolastiche provinciali, tra cui la sospensione delle nomine e la revisione delle graduatorie, minacciando di portare il caso alla Procura della Repubblica e di avviare ricorsi legali.
Cosa farà il Ministero dell’Istruzione?
Il Ministero dell’Istruzione è ora sotto pressione per intervenire e correggere le anomalie emerse. Tuttavia, al momento, non sono state annunciate misure concrete per risolvere i problemi legati all’algoritmo. La situazione rimane critica, con migliaia di docenti precari in attesa di risposte, mentre l’anno scolastico è già alle porte.
La vicenda dell’algoritmo delle supplenze rappresenta un altro capitolo problematico per il sistema scolastico italiano, già messo a dura prova dalla pandemia e da una cronica carenza di risorse. Sarà necessario un intervento tempestivo e mirato per garantire che l’anno scolastico possa iniziare senza ulteriori disagi per studenti e insegnanti.