In tema previdenziale, il rapporto tra aspettativa di vita e pensione è molto stretto: si tratta di uno degli indicatori chiave per la società.
Negli ultimi decenni, i progressi in campo medico, le migliori condizioni di vita e le politiche pubbliche hanno condotto a un lento e costante aumento di questo parametro. Per contro, l’allungamento della vita media ha però sollevato questioni significative per i sistemi pensionistici, che devono adattarsi per garantire sostenibilità economica e equità intergenerazionale.
Per questo motivo, il sistema previdenziale è dovuto correre ai ripari, cercando di adattarsi alle aspettative di vita di conseguenza.
Aspettativa di vita e pensione: il rapporto
L’aspettativa di vita alla nascita è cresciuta in modo impressionante nel XX secolo. In Italia, ad esempio, si è passati da circa 54 anni all’inizio del Novecento a oltre 83 anni nel 2023. Questo progresso riflette l’accesso diffuso a cure sanitarie migliori, l’educazione a stili di vita più sani e la riduzione di molte cause di mortalità precoce.
L’aumento della longevità mette quindi a dura prova il sistema pensionistico con implicazioni di una certa entità. I sistemi pensionistici si basano infatti su un equilibrio tra le entrate dei lavoratori attivi e le uscite, rappresentate dalle pensioni erogate.
Se non c’è equilibrio tra entrate ed uscite e i lavoratori attivi sono meno dei pensionati, i risultati deleteri sono ovvi. Per fronteggiare questa situazione, quindi, il meccanismo più semplice usato da molti Paesi europei, inclusa l’Italia, è quindi quello di adeguare l’età pensionabile all’aspettativa di vita.
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E’ per questo motivo che negli anni l’età pensionabile è andata spostandosi sempre di più, ponendo problemi di non poco conto: che dire, ad esempio, di coloro che svolgono professioni usuranti?
Le proteste dei sindacati
Nonostante la logica economica appena illustrata che sta alla base di queste riforme, esse sono spesso oggetto di critiche da parte di lavoratori e sindacati. Uno dei principali argomenti contro l’aumento dell’età pensionabile è che non tutti i lavori sono uguali: chi svolge attività fisicamente o psicologicamente usuranti può trovare difficile lavorare fino a un’età avanzata
. Inoltre, l’aspettativa di vita varia significativamente in base a fattori socio-economici. Le persone con redditi più bassi o che vivono in regioni svantaggiate spesso hanno un’aspettativa di vita inferiore rispetto a quelle più agiate, creando potenziali iniquità.
Prospettive future
Il futuro dei sistemi pensionistici dipenderà quindi dalla capacità di trovare un equilibrio tra sostenibilità economica ed equità sociale. Potrebbe essere necessario il rafforzamento dei fondi pensione complementari o politiche per incentivare la natalità e l’immigrazione, al fine di bilanciare la riduzione della popolazione attiva.
Pertanto, il rapporto tra aspettativa di vita e requisiti pensionistici è una questione complessa che richiede soluzioni innovative e un approccio flessibile. Solo un dialogo costruttivo tra istituzioni, parti sociali e cittadini potrà garantire un sistema pensionistico sostenibile e giusto per le generazioni presenti e future.