Obblighi di attivazione lavorativa per ADI: come funzionano? Tutti i richiedenti il sussidio devono seguire un percorso di attivazione analogo. Vediamo quale è.
Obblighi di attivazione lavorativa per ADI
Anche percettori di ADI (e non solo quelli di SFL) devono seguire un percorso di attivazione prima dell’incontro con i servizi sociali che definirà la loro occupabilità.
All’esito dei controlli, si potranno avere diversi esiti:
- obbligo di attivazione sociale e lavorativa;
- obbligo di attivazione sociale, attivazione lavorativa facoltativa;
- attivazione sociale e lavorativa entrambe facoltative.
Ma in cosa consiste questa distinzione? Quali soggetti hanno tali obblighi e quali invece no? Innanzitutto, specifichiamo che tutti i richiedenti i sussidi sono chiamati obbligatoriamente a sottoscrivere il PAD e a presentarsi presso i servizi sociali per l’analisi multidimensionale che determinerà la loro occupabilità.
Una volta giunti al colloquio con i servizi sociali, gli operatori daranno la loro valutazione sul nucleo e quel punto decreteranno quali soggetti sono occupabili (se ve ne sono) e quali no, secondo le categorie sopra elencate. Vediamole più da vicino.
Obbligo di attivazione sociale e lavorativa
I membri del nucleo familiare tra i 18 ed i 59 anni con obblighi di potestà genitoriale sono tenuti comunque all’attivazione lavorativa, salvo che non abbiano la qualità di care giver di:
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- un minore di anni 3
- una persona disabile
Sono inoltre fatte salve le seguenti opzioni, (che analizzeremo più approfonditamente nei paragrafi successivi) che esonerano dunque qualsiasi membro tra i 18 ed i 59 dagli obblighi di attivazione lavorativa:
- l’avere già un lavoro
- frequentare un corso di studi
- l’essere affetti da disabilità
- non essere attivabili al lavoro per circostanze valutate dai servizi sociali
- l’essere affetto da malattia oncologica
- avere pensione diretta.
Fatte salve queste circostanze, tutti i membri della famiglia devono pertanto prendere parte a tutti i percorsi di attivazione lavorativa e sociale, rispettando il seguente iter:
- sottoscrivere il Patto per l’Inclusione Sociale
- compilare il Curriculum Vitae e sottoscrivere il Patto di attivazione digitale
- sottoscrivere il Patto di Servizio Personalizzato
- frequentare i corsi e partecipare ai PUC (Progetti utili per la collettività)
- accettare eventuali offerte di lavoro e progetti di politica attiva.
Facoltà di attivazione lavorativa e sociale
I membri affetti da disabilità, over 60, con carichi di cura, e in generale quelli nell’elenco al paragrafo precedente riguardante le eccezioni agli obblighi, possono comunque prendere parte ai progetti di attività lavorativa e sociale, qualora lo desiderino.
In questi casi, gli step previsti come obbligatori, sono i medesimi ma solo su base facoltativa.
Obbligo di attivazione sociale, ma facoltà di attivazione lavorativa
Esiste poi una categoria ibrida, rappresentata da coloro che hanno sì l’obbligo di partecipare ai progetti sociali, ma che contemporaneamente ha la mera facoltà di aderire alle iniziative lavorative.
Si tratta, nello specifico, di coloro che a vario titolo si trovano esclusi dalle categorie precedentemente analizzate. Ad esempio, hanno obbligo di attivazione sociale coloro che hanno carichi di cura (nei limiti delle loro disponibilità). Ma anche i maggiorenni senza responsabilità genitoriali, e coloro che sono impegnati in un percorso di studi.
Per loro, vi è solo l’obbligo di attivazione sociale e quella lavorativa rimane una semplice facoltà.
Possibilità di percepire SFL
Si ricorda, inoltre, che i membri facenti parte della famiglia percettrice di ADI tra i 18 ed i 59 anni che non hanno carichi di cura, nè esercitano la responsabilità genitoriale e che non sono affetti da disabilità possono richiedere il Supporto per la formazione e il lavoro.