Aumento pensioni minime 2024. L’argomento delle pensioni minime è sempre stato al centro delle discussioni politiche in Italia, e il 2024 non sarà diverso. Dopo un significativo aumento nel 2023 per chi ha già compiuto 75 anni, il governo italiano si appresta ad adottare ulteriori misure a partire dal 1° gennaio 2024. Queste misure sono destinate a influenzare notevolmente le norme previdenziali e dovrebbero beneficiare un ampio gruppo di pensionati. In questo articolo, esamineremo i dettagli degli aumenti delle pensioni minime in arrivo, le ragioni che li motivano e a chi sono destinati.
Aumento pensioni e inflazione
Uno dei principali motivi per cui si sta discutendo di ulteriori aumenti delle pensioni minime è legato all’effetto dell’inflazione. La legge di Bilancio dello scorso anno ha avuto un impatto significativo sull’indicizzazione delle pensioni, ma ci sono ancora alcune differenze da recuperare.
L’inflazione, misurata dall’Istat alla fine di novembre dell’anno precedente, è risultata essere del 7,3%. Tuttavia, il dato definitivo ha indicato un tasso dell’8,1%. L’INPS ha finora indicizzato le pensioni al tasso inferiore dell’7,3%, e il governo sta considerando di anticipare il recupero di questa differenza già nel cedolino di novembre 2023, anziché posticiparlo al gennaio 2024. Questo recupero riguarderebbe tutte le pensioni, inclusi quelli di importo superiore al minimo, contribuendo ad aumentare i redditi pensionistici.
Aumento pensioni minime 2024
Nel contesto della presentazione della legge di bilancio per il 2024, a cui manca ancora il testo ufficiale, la premier Meloni ha fatto riferimento alla conferma degli aumenti delle pensioni minime, previsti già nella manovra dello scorso anno. Questi aumenti si concentrano soprattutto a favore dei pensionati di età superiore ai 75 anni e prevedono incrementi differenziati:
- Un aumento dell’1,5% per i pensionati sotto i 75 anni.
- Un aumento del 6,4% per i pensionati sopra i 75 anni.
Questi aumenti hanno portato gli assegni minimi a circa 600 euro mensili. Tuttavia, non è chiaro se la dichiarazione della premier Meloni si riferisca alla conferma della norma già in vigore, che prevede per il 2024 un aumento del 2,7% per entrambe le categorie, o se si intenda riproporre la differenziazione tra le due fasce di età.
È importante sottolineare che gli aumenti per l’anno in corso sono stati effettivamente erogati solo a luglio 2023.
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Rivalutazione pensioni minime 2024
Ciò che emerge chiaramente dalle dichiarazioni del presidente Meloni è che anche nel 2024 la rivalutazione “ordinaria” degli assegni pensionistici sarà differenziata in base agli importi delle pensioni. Le percentuali di aumento saranno suddivise in base all’importo dell’assegno:
- Per gli assegni fino a 4 volte il minimo, pari a 2.100 euro lordi, il valore sarà rivalutato al 100% rispetto all’indice Istat.
- Per le pensioni da 4 a 5 volte il minimo (fino a 2.626 euro), il valore sarà rivalutato all’85%.
- Per le pensioni da 5 a 6 volte il minimo (fino a 3.150 euro), il valore sarà rivalutato al 53%.
- Per le pensioni da 6 a 8 volte il minimo (fino a 4.200 euro), il valore sarà rivalutato al 47%.
- Per le pensioni da 8 a 10 volte il minimo (fino a 5.250 euro), il valore sarà rivalutato al 37%.
- Per le pensioni oltre 10 volte il minimo (oltre 5.250 euro), il valore sarà rivalutato al 32%.
Queste misure mirano a garantire un adeguato adeguamento delle pensioni in base all’importo e contribuire a mantenere il potere d’acquisto dei pensionati, tenendo conto dell’inflazione e delle variazioni dei costi di vita. Resta da attendere il testo ufficiale della legge di bilancio 2024 per confermare i dettagli di queste importanti misure previdenziali.
Possibili ritocchi nella legge di Bilancio 2024
Oltre a questi aumenti previsti, ci potrebbero essere ulteriori modifiche nella legge di Bilancio del 2024. Il governo, guidato da Giorgia Meloni, potrebbe stanziare una percentuale straordinaria, come avvenuto in passato.
L’anno scorso, il governo anticipò una percentuale di inflazione al cedolino di novembre, che fu poi recuperata nel cedolino di gennaio dell’anno successivo. Questo approccio potrebbe essere replicato quest’anno, consentendo a coloro che percepiscono pensioni fino a un certo limite di avere qualche soldo in più nei mesi di novembre e dicembre.