In arrivo la rivalutazione delle pensioni 2023 e l’innalzamento a 600 euro delle pensioni minime.
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Il Governo si appresta infatti ad apportare numerose novità sul fronte pensioni 2023: gran parte di tali novità sono pensate appositamente per favorire la tanto agognata uscita anticipata dal mondo del lavoro, (ormai fardello che attanaglia tantissimi lavoratori vicino all’età pensionabile), oltre che a garantire un tenore di vita dignitoso a tutti i pensionati.
Pensioni 2023: le novità del Governo
Legge Fornero: un modello da evitare
La legge di Bilancio 2023 si è impegnata affinché si evitasse un ritorno alla Legge Fornero, che permette il pensionamento solamente a 67 anni.
Ma lo fa ad una condizione: devono essersi accumulati 41 anni di contributi
Grazie dunque alla nuova Legge di Bilancio 2023, vengono prorogati quegli strumenti straordinari che permettono il prepensionamento.
Ma il prepensionamento non è la sola grande novità: a questa bisogna aggiungere anche gli aumenti sulle pensioni.
Ecco qui le novità nel dettaglio.
Rivalutazione pensioni 2023: nuova Quota 103
La prima importante novità della Legge di Bilancio 2023 è la “Quota 103”. Si tratta di una “pensione anticipata flessibile”, che ricalca il disegno già visto delle “quote”.
Va a sostituire la vecchia Quota 102.
La Quota 103 prevede la possibilità, per chi ha almeno 62 anni di età con 41 anni di contribuzione entro il 31 dicembre 2023, di accedere ad un assegno pensionistico.
Tale assegno, tuttavia, non potrà essere erogato oltre un tetto lordo mensile superiore a cinque volte il trattamento minimo (il che significa 2.818,65 euro al mese lordi).
Per quanti invece decidono di rimanere a lavoro nonostante in possesso dei requisiti, questi beneficeranno di una somma in busta paga pari alla contribuzione di norma a carico del lavoratore (9,19%). (c.d. “Bonus Maroni).
Prorogata l’Opzione Donna 2023
La Manovra prosegue poi il suo percorso con una proroga a uno strumento già ben noto: si tratta dell’Opzione Donna.
Qui, i requisiti anagrafici e contribuitivi devono però essere maturati entro il 31 dicembre 2022 (è una “proroga” poiché prima il termine era fissato nel 31 dicembre 2021).
L’anzianità contributiva necessaria è di 35 anni, mentre il il requisito anagrafico è di 58 anni se la donna lavoratrice ha 2 figli o più, di 59 anni in caso di un solo figlio.
Resta invece il requisito dei 60 anni per le lavoratrici di aziende in crisi.
L’uscita anticipata, per il 2023, è concessa inoltre solo alle lavoratrici (operanti nel settore pubblico o privato) che appartengono alle seguenti categorie:
- caregiver;
- disabili con invalidità uguale o superiore al 74%;
- lavoratrici dipendenti di aziende o licenziate per le quali è in corso un tavolo di crisi.
Rivalutazione pensioni 2023: prorogato L’Ape sociale
Prorogato anche l’Ape sociale, ovvero l'”Anticipo pensionistico”.
L’Ape viene concesso solo a determinate categorie di lavoratori. La Legge di Bilancio 2023 ha infatti confermato fino al 31 dicembre 2023 l’indennità a carico dello Stato per specifici soggetti i quali abbiano maturato:
- 63 anni di età
- una anzianità contributiva tra i 30 ed i 36 anni
Possono fruire dell’Ape sociale, i cittadini che:
- sono disoccupati;
- hanno un’invalidità pari o superiore al 74%;
- sono dei caregiver;
- svolgono mansioni troppo gravose in rapporto alla loro età anagrafica. (qui l’elenco completo delle mansioni ritenute “gravose” per legge)
Pensioni 2023: le nuove indicizzazioni
La Legge di bilancio 2023 ha pensato anche alla tutela dei più bisognosi, adeguando le somme corrisposte a titolo pensionistico sulla base di un ricalcolo sull’aumento dei prezzi al consumo registrati dall’ISTAT.
6 le fasce di rivalutazione al posto delle 3 prima in vigore.
La rivalutazione piena riguarda solo gli assegni uguali al trattamento minimo.
Mentre la rivalutazione pensioni va a scendere gradualmente fino al 32% per gli assegni di un valore superiore a 5.253,38 euro lordi al mese.
Aumento pensioni minime
Sempre restando in tema di rivalutazione pensioni, troviamo anche l’innalzamento a 600 euro delle pensioni minime per tutti gli over 75.
Anche qui, l’obiettivo è quello di contrastare l’inflazione, che specialmente alla luce dei conflitti in Ucraina ha causato la grossa crisi energetica, che tutti noi stiamo nostro malgrado vivendo.
E’ stato perciò disposto:
- dal 1° gennaio 2023, un aumento dell’1,5% nel 2023 per i beneficiari, del 6,4% per i soggetti di età pari o superiore a 75 anni;
- dal 1° gennaio 2024, un aumento del 2,7% per coloro che beneficiano delle pensioni minime.
Cambiamenti anche nel sistema di ricalcolo
Con il Decreto Direttoriale 1° dicembre 2022, è stata ufficializzata la revisione biennale dei “coefficienti di trasformazione del montante contributivo”.
In sostanza, chi andrà in pensione nel 2023 o nel 2024, avrà un aumento della quota contributiva della pensione.
Si tratta del primo in 5 anni, e si assesta tra il 2 ed il 3%. Questo significa dunque che, per i lavoratori che saluteranno il mondo del lavoro in questo biennio, l’ammontare dell’importo della loro pensione sarà più alto rispetto a quanti invece sono usciti dal mondo del lavoro negli anni antecedenti.
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