Il 2025 inizia con una doccia fredda per milioni di famiglie italiane: bollette della luce e del gas in aumento, e non di poco. Secondo le ultime stime, il costo del gas subirà infatti un rialzo medio tra il 9% e il 10%, mentre le bollette della luce per i cosiddetti “utenti fragili”, serviti in maggior tutela, vedranno un incremento del 18,2%. A fronte di queste cifre preoccupanti, la domanda sorge quindi spontanea: il bonus sociale sarà sufficiente a compensare l’impatto dei rincari? O si tratta soltanto di un palliativo temporaneo, che non affronta il problema alla radice? Vediamo qui sotto tutti i dettagli.
Bollette in aumento, le cause del rialzo
Secondo Stefano Besseghini, presidente dell’Arera (Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente), i rincari del gas in questo inizio di 2025 sono trainati da tensioni geopolitiche persistenti e da un’evidente speculazione sui mercati. Le crisi attive in Ucraina e in Medio Oriente, in particolare, continuano a destabilizzare le forniture energetiche, mentre la fine dell’accordo sul transito del gas russo attraverso l’Ucraina – che garantiva ancora 15 miliardi di metri cubi all’Europa, di cui 5,6 destinati all’Italia – non fa che aggravare ulteriormente il quadro.Come se non bastasse, a questo si aggiunge il recente guasto al maxi-impianto di GNL norvegese ad Hammerfest, che ha ridotto la capacità di approvvigionamento di uno dei principali fornitori europei. E anche se le riserve di gas italiane godono, al momento, di una ‘salute’ migliore rispetto alla media europea – con uno stoccaggio al 77% contro il 70% dell’UE – ciò non basta evidentemente a scongiurare gli aumenti dei prezzi del gas.
E sul fronte della luce le cose non vanno meglio. L’Arera spiega che i rincari, in questo caso, sono dovuti al rialzo stagionale dei prezzi all’ingrosso dell’energia elettrica, strettamente correlati alle quotazioni del gas naturale. Inoltre, le tensioni geopolitiche hanno un impatto diretto (e pesantissimo) anche sulla stabilità del mercato della luce, contribuendo a far lievitare ulteriormente i costi.
L’effetto dei rincari sugli utenti fragili
Alla luce dei rincari previsti, si fa particolarmente critica in questo inizio 2025 la situazione per i cosiddetti “utenti fragili”. I numeri parlano chiaro: 3,4 milioni di “clienti tipo” serviti in maggior tutela – tra cui anziani over 75, percettori del bonus sociale e persone con disabilità – saranno colpiti duramente sia dai possibili rialzi del costo del gas (stimati tra il 9 e il 10%) che dall’aumento del 18,2% delle bollette elettriche. Per queste categorie di cittadini, i rincari di inizio anno rappresenteranno senza dubbio un ulteriore fardello, che rischia di aggravare situazioni già parecchio in bilico.
Tuttavia, un piccolo aiuto potrebbe arrivare dal bonus sociale. La misura introdotta dal Decreto Rilancio, infatti, offre uno sconto automatico in bolletta alle famiglie in difficoltà, cioè ai nuclei con ISEE fino a 9.530 euro (o sotto i 20mila euro, nel caso di famiglie numerose con almeno quattro figli a carico). Si tratta di un sostegno certamente utile, specialmente in questa fase delicata, ma non è detto che sarà sufficiente a fronteggiare aumenti così significativi nei prezzi del gas e della luce.
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Insomma, il rischio per chi già beneficia del bonus sociale è che l’agevolazione si trasformi in un cerotto su una ferita ancora aperta. Ad esempio un “cliente tipo”, che paga una bolletta media della luce di 100 euro al mese, secondo le ultime stime vedrà un aumento pari a circa 18 euro mensili. E anche con l’aiuto del bonus sociale, la copertura potrebbe rivelarsi insufficiente, soprattutto considerando che l’agevolazione è calcolata su base annuale e non tiene conto di picchi stagionali o di emergenze impreviste.
Il paradosso del risparmio e un futuro in bilico
Per superare questa fase delicata, il presidente dell’Arera Besseghini propone una soluzione che fa appello direttamente ai consumatori. “L’unico strumento che abbiamo”, dice, “per compensare gli andamenti del prezzo, che non dipendono da noi, è un’attenzione al risparmio energetico”. Risparmiare, in pratica, può influire sui prezzi di mercato in senso positivo. Ma il punto è un altro: è realistico chiedere a famiglie già in difficoltà di tagliare ulteriormente i consumi, soprattutto nel periodo invernale?
Inoltre, va notato che non tutti gli utenti hanno la stessa capacità di adottare strategie di risparmio. Chi vive in abitazioni vecchie, o non efficienti dal punto di vista energetico, non ha margini di manovra significativi, a meno di interventi strutturali spesso inaccessibili a livello economico. Quello che servirebbe davvero, quindi, non è una maggiore attenzione al risparmio, né un aiuto temporaneo come quello garantito dal bonus sociale. Ma una strategia sul lungo periodo che affronti seriamente le cause profonde della crisi energetica. Diversi interventi del Governo potrebbero fare la differenza, ad esempio:
- Investimenti massicci nelle energie rinnovabili, per ridurre la dipendenza dal gas e dal petrolio
- Incentivi concreti per la riqualificazione energetica degli edifici, con particolare attenzione alle famiglie a basso reddito
- Diversificazione delle fonti di approvvigionamento, attraverso solidi accordi con fornitori alternativi, per evitare di dipendere da pochi Paesi
- Regolamentazione più stringente sul mercato energetico, così da contrastare la speculazione che contribuisce all’innalzamento dei prezzi.
Non si tratta di soluzioni facili, né tantomeno veloci. Ma lo scenario di crisi energetica con cui si è aperto il 2025 è un campanello d’allarme troppo forte per essere ignorato. Senza interventi strutturali che affrontino i problemi alla radice, i consumatori italiani resteranno in balìa di un mercato instabile, e di politiche che sembrano privilegiare gli interessi dei grandi operatori a discapito dei poveri cittadini. Possiamo davvero permetterci tutto questo?