Autoimprenditorialità cos’è e quali sono i bonus disponibili per aprire una nuova attività? Il decreto legge del 7 maggio 2024 n.60 – noto anche come Decreto Coesione 2024 – mette nero su bianco le novità per ottenere incentivi per i giovani, oppure sostegni diretti per intraprendere una nuova professione. La norma è stata chiamata anche decreto primo maggio, perché il Consiglio dei Ministri lo ha approvato lo scorso 30 aprile. Come ottenere questi aiuti e come funziona l’autoimprenditorialità?
Cosa si intende per autoimprenditorialità
L’autoimprenditorialità è un incentivo che consente a cittadini fino a 35 anni – nel caso delle donne non c’è limite di età – di aprire un’azienda in proprio e ridurre così la disoccupazione, oppure il fenomeno dei giovani che non studiano e non lavorano (NEET). Istituito per decreto nel 2000, lo strumento era stato chiuso nell’agosto 2015, come conferma anche Invitalia nella pagina dedicata. Ora con nuovo decreto arrivano anche nuovi bonus.
L’obiettivo delle misure per l’imprenditorialità è quello di favorire chi non riesce a inserirsi nel mondo del lavoro, ha delle idee, ma non ha i mezzi per avviare un’azienda in proprio. I nuovi incentivi – dato che sono più di uno – non aiutano solo chi vuole aprire un’attività di piccole e medie dimensioni, ma anche chi intende lavorare come autonomo aprendosi una partita Iva. Quali sono le agevolazioni messe in campo dal Governo Meloni?
Quali sono le agevolazioni per le nuove imprese
Prima di vedere quali sono i bonus per l’autoimprenditorialità previsti dal decreto, è importante capire i requisiti di accesso. Possono accedere agli incentivi:
- cittadini fino a 35 anni;
- donne inoccupate (che non hanno mai lavorato prima), oppure disoccupate da almeno 12 mesi;
- inattivi ((non più in cerca di lavoro);
- emarginati, vulnerabili o discriminati;
- cittadini iscritti alle categorie fragili.
Ci sono due strade per ottenere gli incentivi:
- aprire una partita Iva in proprio come autonomo o libero professionista;
- costituire una società con altri soci. Consigliamo gli interessati di rivolgersi a un professionista per scegliere il tipo di società – la personalità giuridica – più adatto all’attività da svolgere prima di chiedere l’incentivo. I tipi di società ammessi sono:
- cooperativa;
- in accomandita semplice;
- in nome collettivo;
- a responsabilità limitata;
- tra professionisti.
- assumere nuovo personale. Le aziende già in essere che assumono donne e giovani a tempo indeterminato tra l’1° luglio 2024 e il 31 dicembre 2025 possono richiedere l’incentivo per ottenere l’esonero totale dai contributi Inps per un massimo di 2 anni con una soglia di:
- 500 euro al mese in caso di assunzione di giovani under 35;
- 666 euro al mese se l’attività assume donne.
- lavorare in settori specifici. Le aziende fondate da soci under 35 dei settori green e digitale possono chiedere gli incentivi per l’autoimprenditorialità per evitare di pagare i contributi per un massimo di 800 euro al mese per 3 anni. L’attività deve aprire tra il 1° luglio 2024 e il 31 dicembre 2025.
Quali incentivi ci sono per aprire una partita Iva nel 2024
Chi vuole intraprendere la strada dell’autoimprenditorialità come autonomo può usufruire delle agevolazioni Resto al Sud 2.0. Il piano consente di finanziare:
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- servizi per pianificare l’avvio dell’attività;
- tutoraggio;
- incentivi per avviare l’impresa.
I fondi disponibili sotto forma di voucher autoimprenditorialità per il Mezzogiorno e per le aree del Centro Italia colpite dai terremoti del 2009 e del 2016 con una soglia massima di:
- 40.000 euro per tecnologia e servizi/prodotti digitali o altro che serva ad avviare l’attività;
- 50.000 euro per sostenibilità ambientale e risparmio energetico;
- 120.000 euro di contributi a fondo perduto per coprire le prime spese dell’attività fino al 75%;
- da 120 mila a 200 mila euro con contributi a fondo perduto per coprire le spese di avvio fino al 70%.
Al Centro Nord il voucher è di massimo 30 mila euro per avviare l’attività, che salgono a 40 mila euro in caso di aziende sostenibili o in ambito digitale. Per questa area del Paese sono previsti anche prestiti a fondo perduto fino al 65% e fino a 120 mila euro.
Per richiedere i contributi a fondo perduto gli interessati possono rivolgersi alla propria banca, che mostrerà le opzioni disponibili. Invece, per le decontribuzioni si dovrà attendere un secondo decreto interministeriale che definisca le modalità di presentazione delle domande.