Il Bonus Renzi, introdotto nel 2014, è un‘agevolazione fiscale che ha l’obiettivo di aumentare il reddito netto dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi.
Nasce con con il governo Renzi come misura di stimolo economico, con l’obiettivo di sostenere il potere d’acquisto delle famiglie italiane e stimolare i consumi. Per questi motivi, ad oggi è comunemente ancora noto con il nome di “Bonus Renzi”, cui si attribuisce la paternità.
Prima di addentrarci nel vivo della questione, esaminiamo l’evoluzione del bonus nel tempo.
Evoluzione del Bonus IRPEF
Con l’introduzione nel 2014 del bonus Renzi, venne inizialmente sancito il classico bonus “80 euro in busta paga”, era destinato a lavoratori dipendenti con un reddito annuale compreso tra 8.000 e 26.000 euro.
La misura garantiva un importo fisso di 80 euro mensili, erogato direttamente in busta paga, senza necessità di specifica richiesta.
Nel corso degli anni, il bonus è stato modificato ripetutamente, con interventi legislativi mirati. Nel 2018 sono stati rivisti i limiti di reddito per includere un numero maggiore di beneficiari.
Scarica la nostra app e risparmia con i bonus attivi in Italia:
Poi, nel 2020, Con il Decreto Cura Italia, il Bonus Renzi è stato ampliato e trasformato in un trattamento integrativo. La platea è stata estesa, includendo redditi fino a 28.000 euro annui.
Nel 2021 è avvenuta una fusione tra il Bonus Renzi e altre agevolazioni fiscali. Per i redditi compresi tra 28.001 e 40.000 euro, è stato introdotto un credito d’imposta decrescente, mentre per chi guadagna meno di 8.000 euro (no tax area) non era previsto alcun beneficio.
Infine, dal 2022, il Bonus Renzi è stato ulteriormente modificato. Con la riforma fiscale 2022, l’agevolazione si è integrata nel nuovo sistema di aliquote IRPEF, continuando a favorire i redditi medio-bassi, ma perdendo l’identità di bonus autonomo. Il bonus Renzi (ora “EX” Bonus Renzi, precisamente, è altresì ora noto con il nome di Trattamento integrativo).
Trattamento Integrativo (ex Bonus Renzi): come ottenerlo?
Il Bonus Irpef (ex Bonus Renzi), ora trasformato in trattamento integrativo non richiede una domanda esplicita da parte del lavoratore, poiché l’erogazione è automatica. Ma ci sono alcuni aspetti da tenere in considerazione al fine di assicurarsi di ottenerlo.
L’erogazione avviene in busta paga, ma a patto che ricorrano, ad esempio, i corretti requisiti. Il datore di lavoro eroga automaticamente il bonus, sulla base del reddito complessivo annuo, e lo versa in busta paga. A tal fine, è necessario che il datore di lavoro sia in possesso delle informazioni necessarie, come ad esempio la Certificazione Unica.
Veniamo ora ai requisiti del lavoratore:
- il bonus viene corrisposto a lavoratori dipendenti o assimilati;
- il reddito complessivo deve essere tra gli 8mila e i 28mila euro annui per il bonus pieno; tra i 28.001 e i 40.000 euro per averlo in misura ridotta (con imposta decrescente per fasce).
Se si rispettano questi requisiti, e il datore di lavoro è in possesso di tutta la documentazione, teoricamente non dovrebbero esserci problemi relativi alla sua corretta ricezione.
Tuttavia, può accadere talvolta di non ricevere il bonus.
Cosa fare se non si riceve il Bonus Renzi?
In questi casi, di solito, sono 3 le motivazioni dietro questa circostanza:
- una comunicazione errata o incompleta al datore di lavoro;
- errori nei calcoli del reddito complessivo;
- il reddito dichiarato potrebbe superare le soglie previste.
La soluzione, in questi casi, è parlare al datore di lavoro o all’ufficio risorse umane, per capire come risolvere la situazione.
Ricordiamo ancora una volta che l’erogazione è automatica, dunque se non avviene, o non sussistono i requisiti, o la documentazione è carente e va integrata.
Domande frequenti sul Bonus Renzi
Come viene erogato il Bonus Renzi?
Il bonus viene erogato direttamente in busta paga dal datore di lavoro , come detto poc’anzi, e appare come una voce aggiuntiva nel cedolino mensile. Non è necessario presentare alcuna richiesta specifica, poiché il calcolo viene effettuato automaticamente.
Devo dichiarare il Bonus Renzi nella dichiarazione dei redditi?
Sì, il bonus deve essere riportato nella dichiarazione dei redditi, in quanto può influire sul calcolo del conguaglio fiscale:
Il Bonus Renzi è compatibile con altre agevolazioni fiscali?
Sì, il Bonus Renzi è compatibile con la maggior parte delle agevolazioni fiscali, come il bonus famiglia o il bonus affitti, purché i requisiti di reddito siano rispettati.
Cosa succede se supero la soglia di reddito in corso d’anno?
Se il reddito complessivo supera i 28.000 o i 40.000 euro annui, il bonus viene ridimensionato fino alla soglia dei 40mila, poi infine escluso, come dicevamo sopra.
In tal caso, eventuali somme percepite in eccesso vengono restituite tramite conguaglio fiscale.
Posso ricevere il Bonus Renzi se lavoro part-time?
Sì, il Bonus Renzi spetta anche ai lavoratori part-time, ma l’importo potrebbe essere proporzionato al reddito percepito annualmente. Cosa accade per chi è sotto la soglia degli 8.000 euro annui?
I lavoratori con un reddito sotto gli 8.000 euro annui rientrano nella cosiddetta no tax area e non hanno diritto al Bonus Renzi. Tuttavia, possono accedere ad altre misure di sostegno economico, come il Reddito di Cittadinanza.
È necessario fare richiesta per ricevere il Bonus Renzi?
No, l’erogazione avviene automaticamente, purché il datore di lavoro comunichi correttamente i dati al sistema fiscale. Tuttavia, è consigliabile verificare la propria busta paga per eventuali errori.
Il Bonus Renzi vale anche per i pensionati?
No, il Bonus Renzi è riservato ai soli lavoratori dipendenti. I pensionati non ne hanno diritto, a meno che non abbiano altre fonti di reddito da lavoro dipendente.