Comunemente (ed impropriamente) denominato Bonus Tiroide, il sostegno in oggetto è in realtà una forma di assegno di invalidità, che si rivolge alle persone affette da tiroidismo.
Non tutti sanno infatti che il tiroidismo è una patologia che talvolta può assumere connotazioni cliniche aspre e severe, che vanno a invalidare la quotidianità di una persona. Per questo motivo, chi è affetto da una patologia medio-grave può contare sull’assegno di invalidità.
Bonus tiroide: come ottenere l’invalidità civile
Ottenere l’invalidità civile per la tiroide non si differenzia dall’iter da seguire per tutte le altre patologie. Il soggetto interessato deve presentare domanda di invalidità, a seguito della quale verrà effettuato ad opera di una commissione medica, un accertamento.
La finalità di tale accertamento è quella di verificare il diritto alla prestazione da parte del richiedente. Per ottenere la prestazione, il medico di base inoltra a INPS un certificato introduttivo contenente tutta la documentazione a testimonianza del disturbo da cui è affetto il paziente.
Dopo di che, inizierà il normale iter di accertamento che, se avrà esito positivo, porterà all’erogazione della prestazione.
Invalidità per tiroide: quali percentuali e a quanto ammonta?
Per ottenere l’invalidità relativa alla malattia tiroidea, la percentuale di invalidità riconosciuta dalla Commissione deve essere superiore al 73%.
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Una invalidità tra il 74%-99% dà appunto diritto all’assegno mensile di assistenza, a condizione che però il reddito personale non superi circa 5.391,88 euro annui (valore aggiornato al 2024).
L’ammontare della prestazione è di:
- 286,01 euro per una percentuale di invalidità tra il 74% ed il 99%;
- 550 euro per un’invalidità del 100%
Inoltre, il percettore potrebbe avere altresì diritto a permessi speciali per legge 104 e altre agevolazioni riservate a chi è affetto dalla sua patologia. Vediamo quali.
Tiroide e permessi speciali
La persona affetta da tiroidismo può anche contare sulla possibilità di chiedere permessi speciali, come riposi giornalieri di 1 o 2 ore; oppure di 3 giorni di permesso frazionabili in ore. Ha altresì diritto a rifiutare mansioni notturne, e a rifiutare trasferimenti.
Tiroidismo: sintomatologia e impatto sulla sfera lavorativa e sociale
Il tiroidismo è, ancora oggi, tra le patologie “invisibili” spesso minimizzate, e sulle quali si è creata negli anni molta poca consapevolezza.
Sebbene lo spettro sia ampio e il ventaglio di sintomatologie e gravità delle stesse sia molto variegato, per molti può rappresentare davvero una sfida quotidiana, che mette a repentaglio il benessere psicofisico individuale.
Quando la tiroide non funziona correttamente, può causare una serie di disturbi che influiscono profondamente sulla qualità della vita. Le due principali disfunzioni tiroidee sono l’ipotiroidismo e l’ipertiroidismo, condizioni opposte ma entrambe debilitanti in egual modo.
L’ipotiroidismo si manifesta con un rallentamento del metabolismo, causando sintomi come stanchezza cronica, aumento di peso, intolleranza al freddo e depressione. Può influire sulla pelle, rendendola secca, sui capelli, che tendono a cadere, e sul sistema digestivo, provocando spesso stitichezza. Nei casi più gravi, un ipotiroidismo non trattato può portare a complicanze come il mixedema, una condizione grave e potenzialmente letale.
L’ipertiroidismo, al contrario, accelera il metabolismo e provoca sintomi come perdita di peso, irritabilità, tachicardia e sudorazione eccessiva. Nei casi più avanzati, viene spesso associato al morbo di Basedow.
Altri disturbi della tiroide includono il gozzo, che si manifesta con un ingrossamento della ghiandola stessa, portando problemi di deglutizione e respirazione, e i noduli tiroidei, che possono essere benigni o maligni e necessitano di una valutazione medica approfondita.
Queste condizioni, sebbene comuni, sono spesso sottovalutate o diagnosticate tardivamente, con conseguenze significative sulla salute fisica e psicologica delle persone colpite. Per questo motivo, è fondamentale sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza della prevenzione, della diagnosi precoce e del trattamento delle malattie tiroidee. Screening regolari, un’attenzione ai sintomi e una maggiore consapevolezza possono fare la differenza nel garantire una qualità di vita migliore a chi ne è affetto.