Bullismo, isolamento, vergogna. Queste sono solo alcune delle difficoltà che i giovani affetti da malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI) affrontano quotidianamente nelle scuole italiane. Per molti di loro, l’ambiente scolastico, che dovrebbe essere un luogo di crescita e apprendimento, si trasforma in un contesto di ansia e incomprensione, dove il peso della malattia si somma a quello del giudizio altrui.
Un’indagine condotta da AMICI Italia, associazione che sostiene le persone con MICI, ha svelato una realtà preoccupante. Su un campione di 362 studenti affetti da queste patologie, il 25% ha dichiarato di essere stato vittima di bullismo o prese in giro legate alla propria condizione di salute. Questo dato evidenzia quanto sia urgente affrontare il problema, considerando che le malattie croniche non sono visibili, ma hanno un impatto profondo sulla vita quotidiana di chi ne soffre.
Quali difficoltà affrontano gli studenti con MICI?
Le malattie infiammatorie croniche intestinali comprendono patologie come il morbo di Crohn e la colite ulcerosa, che causano sintomi debilitanti quali dolore addominale, diarrea frequente, stanchezza cronica e necessità impellente di accedere ai servizi igienici. Questi sintomi si riflettono pesantemente sulla vita scolastica, generando una serie di problematiche che vanno ben oltre l’aspetto medico:
- l’uso dei bagni scolastici come fonte di stress: oltre il 60% degli studenti con MICI prova disagio nell’utilizzare i bagni della scuola. Le ragioni sono molteplici: dalla scarsa privacy, alla paura del giudizio dei compagni, alla mancanza di servizi igienici adeguati. Questo disagio diventa un peso psicologico quotidiano, spingendo molti ragazzi a evitare di usare i bagni a scuola, con conseguenze negative per la loro salute fisica ed emotiva;
- andare a scuola nonostante il malessere: più della metà degli intervistati ha dichiarato di frequentare le lezioni anche quando non si sente bene, per evitare critiche o giudizi. La paura di essere additati come “quelli sempre assenti” pesa su questi giovani, che finiscono per anteporre il giudizio sociale al proprio benessere fisico;
- incomprensione da parte degli insegnanti: oltre il 60% degli studenti con MICI ritiene che gli insegnanti non comprendano pienamente le difficoltà legate alla loro condizione. Questo alimenta un senso di isolamento e rende ancora più difficile il dialogo su esigenze specifiche come l’accesso ai bagni o il recupero delle lezioni perse.
Il bullismo: una ferita invisibile ma profonda
Uno dei dati più allarmanti dell’indagine riguarda il bullismo subito da un quarto degli studenti intervistati. Scherni, prese in giro, isolamento forzato: per molti giovani, queste situazioni sono all’ordine del giorno. Il bullismo non si limita a ferire l’autostima, ma mina anche la capacità di affrontare serenamente la malattia, aggravando il peso psicologico che già accompagna questi ragazzi.
“Le malattie infiammatorie croniche intestinali sono una disabilità invisibile” spiega il dottor Lorenzo Norsa, gastroenterologo pediatra presso l’Ospedale Buzzi di Milano. “Se non vengono adeguatamente comprese, rischiano di compromettere non solo la salute fisica, ma anche il benessere mentale ed emotivo degli studenti.“
Il peso psicologico della discriminazione
L’impatto del cyberbullismo e dell’isolamento va ben oltre il contesto scolastico. Sentirsi esclusi o ignorati dai compagni e dagli insegnanti alimenta una spirale di insicurezza e solitudine. Questi ragazzi, già provati dalla malattia, si trovano a dover lottare contro una doppia battaglia: una contro i sintomi fisici e una contro il senso di inadeguatezza e vergogna.
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Molti studenti hanno riportato che le difficoltà emotive influiscono negativamente sul rendimento scolastico. Non sorprende che il 15% degli intervistati abbia dichiarato di avere un andamento scolastico incostante, mentre l’8% ritiene che la propria malattia sia stata una delle cause di bocciatura.
Quali soluzioni propone AMICI Italia?
Alla luce di questi dati preoccupanti, AMICI Italia ha lanciato un appello alle istituzioni scolastiche e ai legislatori, chiedendo interventi concreti per tutelare i diritti e il benessere degli studenti con malattie croniche. Tra le principali proposte:
- formazione per insegnanti e personale scolastico: organizzare corsi di sensibilizzazione per aiutare i docenti a comprendere le specificità delle MICI e, più in generale, delle malattie croniche. Questo consentirebbe di creare un ambiente scolastico più inclusivo e attento alle esigenze di tutti;
- piani educativi personalizzati (PEP): assicurare che gli studenti possano recuperare il programma scolastico in caso di assenze prolungate e che il loro percorso educativo non sia ostacolato dalla malattia;
- campagne contro il bullismo: coinvolgere famiglie, studenti e insegnanti in campagne di sensibilizzazione per promuovere empatia e inclusione, combattendo attivamente ogni forma di discriminazione.
Perché è urgente agire?
La situazione descritta dall’indagine di AMICI Italia evidenzia quanto sia necessario intervenire per garantire pari opportunità a questi giovani. Come sottolinea Salvo Leone, Direttore Generale di AMICI Italia:
“Ogni studente ha diritto a un’istruzione senza discriminazioni. Non possiamo ignorare il disagio vissuto da tanti ragazzi nelle scuole italiane. Serve un cambio di mentalità e misure concrete per costruire un ambiente scolastico che metta al centro il rispetto e l’inclusione.”
Le malattie croniche come le MICI rappresentano una sfida complessa, che richiede l’impegno congiunto di scuole, famiglie e istituzioni. Creare un ambiente scolastico accogliente, inclusivo e libero da pregiudizi è non solo un dovere morale, ma un passo fondamentale per garantire a ogni giovane il diritto all’istruzione e alla dignità.