La Manovra non piace e andrà cambiata. Ma per evitare lo scontro aperto in maggioranza, la Premier Meloni ha riunito in casa propria, letteralmente, i due vicepremier Matteo Salvini (Lega) e Antonio Tajani (Forza Italia). A dividere l’esecutivo è la scelta su quali modifiche apportare alla Legge di Bilancio, già sommersa di emendamenti in Parlamento. E a quanto pare, sarebbero escluse al momento due norme “bandiera” dei partiti di destra: niente taglio di 20 euro del canone Rai, caro alla Lega, e niente taglio ulteriore dell’Irpef (come auspicato da FI). L’unico ‘contentino’ concesso da Meloni potrebbe essere un nuovo bonus per chi ha figli. Vediamo qui sotto tutti i particolari.
Manovra 2025, maggioranza in difficoltà
Un vertice domenicale sembrava aver ricucito, almeno parzialmente, lo strappo tra i principali attori della maggioranza. Meloni a fare gli onori di casa, poi Salvini, Tajani e il leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi. Scopo dell’incontro: evitare che il testo della Manovra 2025 venga sommerso in Parlamento da emendamenti della stessa destra. E alla fine la decisione sembra presa, ci saranno correttivi minimi, ma con ogni probabilità non ci sarà spazio (questione di fondi) per il taglio del canone Rai da 90 a 70 euro e neppure per il taglio dell’Irpef o per l’aumento delle pensioni minime.A fine riunione viene quindi diramata una nota: “I leader hanno dato mandato al ministro Giorgetti di valutare, alla luce delle coperture necessarie, la praticabilità di alcune proposte di modifica condivise da tutte le forze politiche della maggioranza, in particolare relative alle forze dell’ordine, alle politiche sociali e ai settori produttivi”. In poche parole, le modifiche alle Legge di Bilancio saranno poche, condivise e l’ultima parola spetterà a Giorgetti. I tre ambiti indicati nella nota, seppur vaghi, lasciano intuire in che modo la Manovra sarà limata.
E pare che arriverà il via libera a nuove misure, come il “bonus” per le attività extra-scolastiche (proposto da Fratelli d’Italia) e ulteriori detrazioni per chi ha figli (Forza Italia e Noi Moderati vorrebbero innalzare l’attuale tetto di 800 euro). Mentre per le imprese è allo studio l’Ires premiale voluto da Confindustria, con una riduzione dell’aliquota dal 24% al 19% se l’impresa mantiene il 70% degli utili in azienda e ne utilizza il 30% per investimenti in tecnologia e produttività.
Canone Rai e taglio Irpef, cosa succede
Eppure, a meno di 24 ore da un vertice che pareva risolutivo, il decreto fiscale collegato alla Manovra si arena a Palazzo Madama. Il punto cruciale non è tanto il taglio ulteriore dell’Irpef, che comunque resta caro a Forza Italia, ma la proroga del taglio del canone Rai anche per il 2025. E infatti i due senatori di FI che siedono in commissione Bilancio, Dario Damiani e Claudio Lotito, puntano i piedi e invitano il Carroccio di Matteo Salvini a ritirare l’emendamento. Per risolvere l’impasse interviene il ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani. E poi l’ultima parola passa alla Premier. Che tuttavia resta incastrata in questo tira e molla deleterio per tutti. Maggioranza e Paese intero.
La protesta delle opposizioni
Intanto le opposizioni alzano la voce, soprattutto sulla questione canone. “Sulla Rai la maggioranza appare completamente divisa”, dicono i componenti in quota PD della commissione di vigilanza Rai, “da una parte c’è chi vuole occuparla (FdI), dall’altra chi desidera affossarla (Lega), mentre Forza Italia sembra preoccupata solo di non perdere spazi pubblicitari. Nessuno, però, si sta realmente occupando dell’azienda, degli ascolti, della pubblicità o della qualità dell’informazione”.
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E ancora: “Né si affronta seriamente il tema della trasformazione della Rai da broadcaster a digital media company, né si considerano i 12.000 dipendenti che vi lavorano. È importante ricordare che il servizio pubblico è finanziato dai cittadini attraverso il canone”. Resta da vedere se queste proteste, unite allo sciopero generale indetto per il 29 novembre, smuoveranno qualcosa nella coscienza di Governo e maggioranza.