Sembra la solita storia italiana: si annuncia un aiuto per le famiglie, si fa rumore, si alimentano speranze… e poi? Silenzio totale. La Carta nuovi nati 2025, il contributo da 1.200 euro promesso dal Governo per sostenere i primi anni di vita dei bambini, è ancora bloccata. E l’INPS, come spesso accade, non si degna nemmeno di fornire una data, una circolare o un’indicazione utile.
Eppure c’era una scadenza: tutte le informazioni tecniche (modalità di richiesta, tempistiche, attivazione del servizio) sarebbero dovute arrivare entro la fine di marzo. Siamo ormai a metà aprile, con la Pasqua alle porte, e nessuno ha ancora visto nulla. Nessuna direttiva, nessun aggiornamento sul sito INPS, nessuna comunicazione ufficiale.
Quando si potrà richiedere la Carta nuovi nati?
È la domanda che si fanno migliaia di famiglie. Il bonus è stato approvato nella Legge di Bilancio, l’importo è stato aumentato da 1.000 a 1.200 euro, i requisiti sono chiari. Manca solo una cosa: la possibilità concreta di fare domanda.
Secondo le anticipazioni, la richiesta dovrebbe avvenire online tramite il sito INPS, oppure tramite CAF. Ma la procedura non esiste ancora. E intanto, ogni giorno che passa, le spese per pannolini, latte e visite pediatriche non aspettano.
Un bonus che esiste solo nei comunicati stampa
La misura prevede un’erogazione una tantum di 1.200 euro per famiglie con ISEE fino a 40.000 euro e con un bambino nato, adottato o in affido nel 2025. I fondi dovrebbero servire a coprire le prime spese legate alla nascita.
Tutto bello, tutto utile. Ma c’è un problema: al momento, la Carta nuovi nati non è attiva e non si sa quando lo sarà. Le famiglie aspettano, ma l’INPS tace.
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Perché l’INPS è sempre in ritardo?
L’Istituto è diventato sinonimo di lentezza, ritardi cronici e mancanza di trasparenza. Che si tratti di bonus, sostegni o pensioni, l’INPS sembra vivere su un altro calendario rispetto alla realtà delle famiglie italiane.
Nel caso della Carta nuovi nati, il copione è lo stesso:
- annuncio a effetto;
- nessun dettaglio operativo nei tempi previsti (fine marzo);
- famiglie che brancolano nel buio.
Il minimo che ci si aspetterebbe? Un comunicato. Un calendario. Una pagina FAQ. Nulla di tutto questo è stato pubblicato.
Chi ci rimette? Sempre le famiglie
Nel frattempo, i genitori affrontano le spese reali, giorno dopo giorno. Il bonus, che non fa reddito e che dovrebbe arrivare già dal mese successivo alla nascita o all’ingresso in famiglia del bambino, è bloccato da una macchina burocratica incapace di rispettare le proprie scadenze.
E questo proprio in un momento storico in cui la natalità è ai minimi storici e le famiglie avrebbero bisogno di segnali concreti, non di promesse a vuoto.