Il certificato maternità è un documento essenziale per le lavoratrici in gravidanza, rappresentando la chiave di accesso all’indennità durante il congedo. Scopriamo di più su come ottenere questo certificato, quali documenti sono necessari, e i diversi tipi di congedo di maternità disponibili.
Cos’è il certificato maternità?
Il certificato maternità è un documento medico che attesta la gravidanza di una lavoratrice e fornisce informazioni sulla data presunta del parto. Questo certificato è fondamentale per ottenere l’indennità durante il congedo di maternità, garantendo che la lavoratrice possa godere appieno del periodo di astensione dal lavoro.
Come richiedere il certificato maternità?
Le richieste di maternità devono essere presentate esclusivamente attraverso il canale telematico fornito dal sito dell’INPS e richiedono l’utilizzo dell’identità digitale SPID. È possibile compilare autonomamente la domanda o rivolgersi a un patronato per assistenza. Ecco una guida:
- Accedi al sito INPS:
- Utilizza il tuo SPID (identità digitale) per accedere al sito dell’INPS.
- Compila la domanda:
- Seleziona la tipologia di congedo di maternità che desideri richiedere.
- Compila la domanda seguendo attentamente le istruzioni fornite sul sito.
- Invia la documentazione necessaria:
- Allega tutti i documenti richiesti in base al tipo di congedo scelto (certificato di gravidanza, certificati medici, provvedimenti di interdizione, ecc.).
- Verifica i dati:
- Prima di inviare la domanda, verifica attentamente tutti i dati inseriti e assicurati che la documentazione allegata sia corretta e completa.
- Invia la domanda:
- Conferma e invia la domanda tramite il sistema telematico.
Per quanto riguarda la scelta della modalità di pagamento:
- I lavoratori dipendenti dovranno selezionare l’opzione “domanda di maternità pagamento a conguaglio“;
- Coloro che sono iscritti alla gestione separata, i disoccupati, i lavoratori agricoli, i lavoratori domestici, coloro che lavorano a domicilio, i lavoratori socialmente utili, gli artigiani e i commercianti, nonché i collaboratori coordinati e continuativi (co.co.co.) dovranno optare per la maternità con pagamento diretto.
Tuttavia, i dipendenti pubblici devono presentare la domanda direttamente presso la propria amministrazione anziché tramite l’INPS.
Quante domande servono?
Per quanto riguarda il numero di domande necessarie, ogni situazione di maternità richiede la compilazione di due domande distinte:
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- La prima, riguardante il periodo che termina con la data presunta del parto;
- La seconda, da inserire successivamente alla nascita del bambino, coprendo il periodo successivo al parto.
In caso di dimenticanza, le domande possono essere inserite entro un anno dalla fine del periodo indennizzabile.
È fondamentale evitare l’omissione della seconda domanda, poiché la sola richiesta pre-parto non copre l’intero periodo di maternità, e dopo la data di prescrizione, la domanda non sarà più accettata e non potrà essere oggetto di pagamento.
Quali sono gli errori da evitare?
Ci sono alcuni errori da evitare mentre si compila la domanda:
- Manca documentazione:
- Assicurati di aver allegato tutti i documenti richiesti. Mancare anche un solo documento potrebbe ritardare il processo di approvazione.
- Errore nelle date:
- Verifica che le date inserite siano corrette e coerenti con i requisiti del tipo di congedo richiesto. Ad esempio, nel congedo con flessibilità, assicurati che i certificati siano datati nel settimo mese di gravidanza.
- Errata selezione del tipo di congedo:
- Seleziona attentamente il tipo di congedo che intendi richiedere per evitare confusioni o ritardi nel processo di approvazione.
- Manca la seconda domanda:
- Se necessario, ricorda di presentare anche la seconda domanda per il periodo successivo al parto. La sola domanda pre-parto potrebbe non coprire l’intero periodo di maternità.
- Confusione tra interdizione e congedo parentale:
- Nel caso di congedo di maternità anticipata, assicurati di avere il provvedimento di interdizione e non confonderlo con il congedo parentale, che è un’istanza separata.
- Mancanza di verifica periodica:
- Verifica periodicamente lo stato della tua domanda e rispondi tempestivamente a eventuali richieste di integrazione documentale da parte dell’INPS.
Tipi di congedo di maternità e documentazione
Vi forniamo una tabella che riassume i diversi tipi di congedo di maternità, indicando il periodo di astensione e i documenti necessari per ciascun tipo:
Tipo di congedo | Periodo di astensione | Documenti necessari |
---|---|---|
Maternità ordinario | Due mesi prima del parto e tre mesi dopo il parto | – Certificato di gravidanza telematico inviato dal medico del SSN o da un medico convenzionato. |
Maternità con flessibilità | Un mese prima del parto e quattro mesi dopo il parto | – Certificato del ginecologo attestante la possibilità di lavorare durante l’ottavo mese. – Certificato del medico aziendale o certificazione del datore di lavoro, se applicabile. |
Maternità con astensione dopo il parto | Cinque mesi dopo il parto | – Certificato del ginecologo attestante la possibilità di lavorare fino alla data presunta del parto o alla data effettiva del parto. – Certificato del medico aziendale o certificazione del datore di lavoro, se applicabile. |
Maternità anticipata | Più di due mesi prima del parto | – Certificato di gravidanza telematico inviato dal medico del SSN o da un medico convenzionato. – Provvedimento di interdizione anticipata rilasciato dall’Ulss o dall’Ispettorato del Lavoro. |
Maternità prorogata | Ulteriori quattro mesi dopo il periodo di maternità obbligatoria | – Provvedimento di interdizione prorogata rilasciato dall’Ispettorato del Lavoro. |
Come funziona il congedo di maternità
In base agli articoli 16 e successivi del Testo Unico (TU), il congedo di maternità ha una decorrenza di due mesi prima della data presunta del parto. Questo periodo può essere esteso in caso di gravidanza a rischio o incompatibilità delle mansioni con la gravidanza. Dopo il parto, la durata del congedo varia a seconda delle circostanze:
- Tre mesi (salvo flessibilità) e, in caso di parto avvenuto dopo la data presunta, i giorni tra la data presunta ed effettiva.
- Tre mesi più i giorni non goduti in caso di parto anticipato rispetto alla data presunta.
- Cinque mesi successivi al parto, se la lavoratrice opta per astenersi esclusivamente dopo l’evento del parto, previa certificazione medica.
Per le adozioni, affidamenti, o situazioni speciali, le regole possono variare. Ad esempio, in caso di adozione nazionale, il congedo spetta per cinque mesi dall’ingresso del minore in famiglia.
Modalità di fruizione e interruzioni
Il congedo può essere fruito in modalità frazionata, ma non oltre i cinque mesi dall’ingresso del minore in famiglia o in Italia. Nel caso di ricovero del neonato, la madre può sospendere parzialmente il congedo, riprendendo l’attività lavorativa.
In caso di interruzione della gravidanza o decesso del bambino durante il congedo, la lavoratrice può astenersi per l’intero periodo di maternità. In situazioni di adozione o affidamento, la sospensione del congedo è prevista solo per le lavoratrici e i lavoratori dipendenti.