Il codice CIN cambia le carte in tavola nel mondo degli affitti brevi. Le restrizioni su questo genere di locazioni erano arrivate già l’anno scorso, come vi avevamo indicato in un precedente articolo, ma il nuovo codice definito nell’ultima Legge di Bilancio mette un punto fermo, eliminando il vecchio codice CIR. Come funziona il nuovo strumento e come interviene nell’ambito delle locazioni brevi? Scopriamolo insieme.
Cosa cambia nel 2024 per gli affitti brevi
Il mercato degli affitti brevi negli ultimi anni si è sviluppato in maniera frammentaria, tanto da avere prezzi diversi da Regione a Regione. Il Ministero del Turismo e gli enti regionali hanno fatto il punto per creare una banca dati nazionale che consenta di vedere prima di tutto quali sono gli immobili adibiti a strutture ricettive e in seconda battuta come rendicontare le tasse e le detrazioni previste basandosi su questi dati.
Il nuovo numero di riferimento per gli affitti brevi sarà il codice CIN, che partirà ufficialmente a settembre 2024. Infatti si calcolano 60 giorni dall’entrata in vigore della norma e si tiene conto del cosiddetto Decreto Anticipi, cioè il Decreto-legge n. 145/2023.
Che cosa è il codice CIN
Il codice identificativo nazionale o codice CIN è una serie di numeri che serve a identificare immobili a uso affitto breve. Il Ministero ha inserito una nota sul sito ufficiale, dove spiega che l’assegnazione è automatica e che i proprietari devono solo verificare che i dati catastali inseriti sono corretti. In particolare il codice identifica:
- case vacanze;
- appartamenti turistici;
- locazioni turistiche;
- strutture alberghiere ed extralberghiere.
Come ottenere il codice CIN per affitti brevi? La scadenza prevista per ottenere il codice CIN è settembre 2024. I proprietari hanno l’obbligo di inserire questo codice negli annunci online e davanti alla porta della struttura. In più, chi opera negli affitti brevi non ha un solo codice identificativo, ma ogni immobile ha il suo numero di riferimento. Ricordiamo che i proprietari di più immobili con affittibreve pagano una cedolare secca del 26% per effetto del Decreto Anticipi.
Codice identificativo nazionale come averlo? Gli interessati devono presentare una richiesta online al Ministero. I documenti da presentare sono per:
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- proprietari che non hanno attività imprenditoriale. La richiesta ha bisogno di una dichiarazione dove si inseriscono i dati catastali degli immobili dove si applicano gli affitti brevi;
- locatori che hanno attività imprenditoriale registrata. Per la richiesta sono necessari la dichiarazione con i dati catastali degli immobili e una dichiarazione di conformità di un esperto sugli stessi locali.
Se ci saranno ritardi dal Ministero, il cittadino potrà consultare la pagina relativa agli avvisi. La registrazione della struttura con il CIN impone anche l’inserimento di dispositivi per la rilevazione del gas e di estintori. Le multe previste sono fino a 6 mila euro, ma solo per chi gestisce gli affitti brevi come attività imprenditoriale.
Chi ha il CIR deve avere il Cin
Chi ha il vecchio codice identificativo regionale o CIR vedrà cambiare il suo numero. Infatti, questo codice andrà in pensione e sarà sostituito dal codice CIN. Il nuovo numero prevede che ci sia un suffisso sul vecchio CIR dove questo è disponibile. Le nuove strutture – non censite in precedenza – avranno un codice nuovo dal Ministero.
L’indicazione chiara del nuovo CIN permetterà anche di gestire meglio le pratiche sulle tasse sugli immobili relativi agli affitti brevi. Chi continua a mettere in affitto una proprietà senza codice rischia una multa da 800 euro a 8 mila euro, mentre per chi affitta con annunci senza inserire il codice nell’inserzione rischia sanzioni tra i 500 euro e 5 mila euro. Anche non aver presentato la segnalazione di inizio attività SCIA comporta delle multe, che variano dai 200 euro ai 10 mila euro.