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Coefficienti di trasformazione: come funzionano?

I coefficienti di trasformazione sono un elemento fondamentale del montante contributivo, cioè la somma dei contributi versati durante la vita lavorativa, in una pensione annua. Ma come funzionano?

di Francesca Ereddia
24 Gennaio 2025
in Pensioni
0

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Da gennaio 2025 è entrata in vigore una revisione dei coefficienti di trasformazione del montante contributivo, un elemento fondamentale per il calcolo delle pensioni nel sistema contributivo italiano. I coefficienti di trasformazione sono parametri utilizzati per convertire il montante contributivo, cioè la somma dei contributi versati durante la vita lavorativa, in una pensione annua. Questi valori variano in base all’età del pensionato al momento del pensionamento: maggiore è l’età, più alto è il coefficiente, e quindi più consistente sarà l’importo dell’assegno pensionistico.

Sommario

Toggle
  • Adeguamento dei coefficienti di trasformazione
  • Revisione e principi di sostenibilità
  • Taglio dei coefficienti

Adeguamento dei coefficienti di trasformazione

L’adeguamento al ribasso dei coefficienti, previsto dalla normativa per riflettere l’aumento dell’aspettativa di vita, comporta una riduzione degli importi delle nuove pensioni. Secondo le stime della CGIL, la modifica potrebbe determinare un taglio di circa il 2% per chi andrà in pensione di vecchiaia. Questo significa che i lavoratori prossimi al pensionamento si troveranno con assegni più bassi rispetto a coloro che sono andati in pensione negli anni precedenti, pur avendo versato contributi simili.

Revisione e principi di sostenibilità

La revisione è legata al principio di sostenibilità del sistema pensionistico pubblico, che si basa sull’equilibrio tra contributi versati dai lavoratori attivi e prestazioni erogate ai pensionati. Con l’aumento dell’aspettativa di vita, infatti, il sistema deve tener conto del fatto che le pensioni verranno erogate per un periodo di tempo più lungo, diluendo così l’importo complessivo percepito.

Tuttavia, questa misura non è priva di critiche. In particolare, penalizza i lavoratori con carriere discontinue o con contributi bassi, come le donne, i giovani con contratti precari e i lavoratori autonomi. Queste categorie, già vulnerabili a causa di contributi limitati, rischiano di subire ulteriori svantaggi. Inoltre, l’impatto è più significativo per chi decide di andare in pensione anticipata, poiché un’età più bassa comporta l’applicazione di un coefficiente inferiore.

Leggi anche  Pensioni under 35: la proposta del Consiglio nazionale dei giovani

Taglio dei coefficienti

Il taglio dei coefficienti sottolinea la necessità di riforme strutturali per rendere il sistema pensionistico più equo. Interventi come la valorizzazione dei periodi non contributivi, incentivi alla permanenza al lavoro o misure di sostegno per le categorie svantaggiate potrebbero attenuare gli effetti negativi di questa revisione. In ogni caso, la riduzione dei coefficienti rappresenta un nuovo elemento di pressione per i lavoratori italiani che si avvicinano alla pensione.

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