Il conto cointestato rappresenta una soluzione finanziaria comune quando due o più persone, come coniugi, genitori e figli, o fratelli, desiderano gestire congiuntamente le proprie risorse. Tuttavia, quando uno dei titolari del conto cointestato decede, sorge la domanda su cosa accada alla successione e alla gestione del conto. In quest’articolo vedremo come procedere in caso di decesso di uno dei cointestatari.
Tipologie di conto cointestato
Esistono due principali tipologie di conti cointestati:
- A firma disgiunta. In questo caso è sufficiente la firma di uno solo dei titolari per effettuare operazioni sul conto;
- A firma congiunta. In questo caso, è necessaria la firma di entrambi i titolari per effettuare operazioni sul conto.
In caso di decesso di uno dei cointestatari, la sorte del conto cointestato dipende dalla tipologia di firma.
Firma disgiunta
Se il conto è a firma disgiunta, il titolare superstite può continuare a gestire liberamente il conto senza impedimenti. Gli eredi del cointestatario defunto non bloccano le operazioni degli altri cointestatari, che mantengono la piena autonomia.
Firma congiunta
Nel caso di firma congiunta, la situazione è diversa. Dopo il decesso di uno dei titolari, nessun cointestatario, né gli eredi del defunto, può effettuare operazioni sul conto fino al completamento della procedura di successione. È necessario individuare gli eredi e le relative quote, avviare la procedura di successione e, entro un anno, presentare la dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate competente.
Cosa succede se muore uno dei due cointestatari del conto?
Quando uno dei cointestatari di un conto corrente muore, è necessario seguire una serie di procedure per comunicare alla banca il decesso, gestire l’eredità e eventualmente dividere il conto corrente cointestato. Ecco come si affrontano queste questioni:
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Comunicazione del decesso
Dopo la morte di uno dei titolari del conto, la persona superstite o gli eredi sono responsabili di comunicare il decesso alla banca. Questo avviene solitamente presentando un certificato di morte o altra documentazione ufficiale che attesti il decesso.
Chi eredità un conto corrente cointestato?
- Nel caso di firma disgiunta, il cointestatario superstite continua a gestire liberamente il conto corrente, senza intoppi.
- In caso di firma congiunta, la banca può congelare il conto fino a quando non vengono completate le pratiche di successione.
Come si divide l’eredità dei soldi sul conto corrente cointestato?
La divisione del conto corrente cointestato dipende dalla tipologia di firma e dalle disposizioni testamentarie, se presenti:
- Se il conto è a firma disgiunta, il titolare superstite può continuare a operare liberamente.
- In caso di firma congiunta, la procedura può richiedere l’individuazione degli eredi e la suddivisione delle quote di ciascun intestatario.
Successione e dichiarazione
Gli eredi devono presentare la dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate entro un anno dal decesso del titolare del conto. Questa dichiarazione contiene informazioni sugli eredi, sulle quote di eredità e altre informazioni rilevanti.
Divisione dell’eredità
Una volta completate le pratiche di successione, la banca può procedere con la divisione dell’eredità.
- Se il conto è a firma congiunta, gli eredi riceveranno la parte corrispondente al defunto.
- Nel caso di firma disgiunta, il titolare superstite mantiene la piena disponibilità delle risorse presenti sul conto.
Vantaggi e cautela nell’apertura di un conto cointestato
Aprire un conto cointestato offre vantaggi pratici, ma è essenziale prestare attenzione ai dettagli in fase di successione. La contestazione del conto corrente presume una comproprietà delle somme depositate, e la procedura di successione, come detto, varia a seconda della firma del conto.
Donazioni e firma congiunta
È importante sottolineare che il versamento di denaro da parte di un coniuge su un conto cointestato all’altro non costituisce automaticamente un atto di liberalità. La contestazione del conto crea una presunzione di comproprietà, ma ai titolari è riconosciuto il diritto alla prova contraria.