L’INPS ha pubblicato il messaggio n. 3867/2024 per chiarire come gestire i contributi previdenziali dei dirigenti collocati in aspettativa per incarichi di direzione nelle aziende sanitarie pubbliche. L’obiettivo è semplificare gli obblighi amministrativi per le aziende coinvolte, rendendo più efficienti le procedure legate alla gestione contributiva di queste figure professionali chiave.
Chi sono i dirigenti interessati?
I chiarimenti dell’INPS riguardano i dipendenti, sia pubblici sia privati, che accettano incarichi di direzione generale, sanitaria, amministrativa nelle aziende sanitarie locali (ASL), aziende ospedaliere o come direttori scientifici presso gli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) di diritto pubblico.
Questi lavoratori, per assumere i nuovi incarichi, vengono collocati in aspettativa senza assegni, come previsto dall’articolo 3-bis del D.lgs. 502/1992, modificato dal D.L. 76/2021. La norma garantisce loro la continuità previdenziale, imponendo regole specifiche per il versamento dei contributi previdenziali.
Come funzionano i versamenti contributivi per i dirigenti in aspettativa?
Il sistema attuale prevede una gestione particolare del versamento dei contributi previdenziali:
- il datore di lavoro originario, sia esso pubblico o privato, è tenuto a versare i contributi previdenziali alla gestione assicurativa a cui era iscritto il dipendente al momento della nomina, includendo sia la quota a carico del lavoratore sia quella a carico del datore di lavoro;
- l’azienda sanitaria ospitante rimborsa successivamente il datore di lavoro originario per la quota versata e si occupa di recuperare dal dirigente la parte a lui spettante.
Il contributo previdenziale è calcolato sul reddito derivante dall’incarico dirigenziale, ma non può superare i seguenti massimali annuali:
- 218.102 euro per chi è iscritto al sistema retributivo o misto;
- 119.650 euro per chi è privo di anzianità assicurativa al 31 dicembre 1995 o ha optato per il sistema contributivo.
È importante sottolineare che le contribuzioni “minori” (come quelle per disoccupazione, maternità e malattia) devono essere versate in relazione alla retribuzione effettivamente percepita, indipendentemente dal massimale.
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Quali semplificazioni sui contributi previdenziali sono state introdotte?
Con il nuovo messaggio, l’INPS punta a snellire le procedure e a chiarire i compiti delle aziende sanitarie coinvolte:
- pagamento diretto dei contributi: le aziende sanitarie, ospedaliere o gli IRCCS di diritto pubblico possono ora effettuare il versamento dei contributi utilizzando il modello F24, indicando il proprio codice fiscale e la matricola aziendale;
- flusso informativo Uniemens: le aziende devono inviare le denunce contributive tramite il sistema Uniemens, coprendo l’intero periodo di aspettativa concesso al dirigente per l’incarico;
- codice di autorizzazione specifico: per i dipendenti in aspettativa, l’azienda ospitante deve richiedere all’INPS un codice di autorizzazione speciale (“5K”), che identifica la posizione contributiva.
Come devono adeguarsi le aziende sanitarie?
Le aziende sanitarie sono ora direttamente responsabili dell’intera gestione contributiva. Per farlo, devono:
- aprire una posizione contributiva specifica, che mantenga le stesse caratteristiche di quella del datore di lavoro originario;
- richiedere all’INPS, tramite il “Cassetto previdenziale del contribuente”, l’attribuzione del codice “5K”;
- inserire nei flussi Uniemens tutti gli elementi retributivi e contributivi, come avviene per i lavoratori dipendenti ordinari;
- utilizzare la data di presa in servizio del dirigente per definire l’inizio della posizione contributiva.
Queste misure riducono la dipendenza del sistema dai datori di lavoro originari, centralizzando la gestione nelle aziende ospitanti.
Gli effetti della semplificazione dei contributi previdenziali
L’introduzione di queste semplificazioni rappresenta un passo importante per:
- ridurre la complessità burocratica, eliminando inutili passaggi amministrativi tra datore di lavoro originario e azienda sanitaria ospitante;
- garantire la continuità previdenziale per i dirigenti che accettano incarichi in ruoli strategici, salvaguardando la loro posizione pensionistica;
- migliorare l’efficienza operativa delle aziende sanitarie, che ora possono gestire direttamente i contributi senza ulteriori intermediari.
Con il messaggio n. 3867/2024, l’INPS fornisce indicazioni dettagliate per semplificare il trattamento previdenziale dei dirigenti in aspettativa. La normativa tutela sia i lavoratori, garantendo la regolarità contributiva, sia le aziende sanitarie, riducendo il carico amministrativo. Questo intervento rafforza il sistema previdenziale italiano, adeguandolo alle esigenze di una gestione più moderna e flessibile.