Corsi formazione SFL: ancora tutto tace. Ad 1 mese dal “debutto” del nuovo sussidio, niente (o quasi) ancora si sa sui corsi di formazione che i percettori dovrebbero frequentare, ed è subito caos.
Abbiamo provato a ricostruire i dati e tirare le fila del discorso, analisi alla mano. Che cosa sta accadendo?
Corsi formazione SFL: ancora nessuna data
Sono oltre 75mila le domande pervenute per il Supporto per la formazione, ma, dati alla mano, sono solo poco più di 8mila i corsi di formazione messi a disposizione.
Un dato di certo inquietante, un dato che attesta che, in buona sostanza, a poter accedere ai corsi sono appena l’11% del totale.
Dalle Regioni (in special modo la Sicilia) i vari enti di formazione danno il “triste annuncio”: per i corsi se ne parla (forse) a febbraio 2024. E viene da chiedersi: perché?
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Si era detto che il Supporto per la formazione doveva essere uno strumento di inserimento nel mondo del lavoro. Si era detto che i “fannulloni” del Reddito dovevano smettere di essere “fannulloni” ed essere inseriti nel mondo del lavoro, ma ora, invece, niente corsi di formazione per i 75mila e oltre che invece il lavoro lo volevano davvero.
Accusati di essere degli scansafatiche e dei “divanisti” a oltranza, gli ex percettori RdC che avrebbero dovuto essere messi nella condizione di poter lavorare, così come aveva affermato recentemente Elvira Calderone, si ritrovano invece con il nulla tra le mani.
Una contraddizione quasi sull’orlo del paradosso: per percepire il Supporto devi frequentare i corsi, ma i corsi (quasi) non esistono.
Analizziamo insieme i dati emersi dalla piattaforma SIISL.
Analisi della piattaforma SIISL: i dati emersi
Dal 1 al 30 settembre, la fotografia che emerge dall’analisi della piattaforma SIISL è quanto meno “scomoda”, a voler usare un eufemismo.
Iniziamo con delle premesse: come detto e ribadito precedentemente, le attività riconosciute come “formative”, erano state confermate proprio il Ministero in un recente comunicato, e sono:
- percorsi di orientamento specialistico al lavoro;
- supporto all’autoimpiego
- attivazione del tirocinio;
- lavori socialmente utili e progetti di utilità collettiva;
- sostegno alla mobilità territoriale
- servizio civile universale.
Dai dati esaminati, va sottolineato, abbiamo escluso quelli relativi alle attività di cui sopra, quindi, nel conteggio, non figurano coloro che frequentano il servizio civile, i PUC e corsi simili, che sono comunque riconosciuti dal ministero.
Premesso ciò, a fianco di tali attività formative che è lo stesso cittadino ad andare a svolgere in autonomia, avrebbero dovuto esserci anche attività proposte dal sistema SIISL, che purtroppo, a onor del vero, sono meno di quante ci si sarebbe aspettati.
Accusati di “divanismo” ma abbandonati al loro destino
In poche parole, gli ex percettori RdC, per anni sono stati accusati di essere dei pigri, degli inetti, dei furbetti che volevano solo “accaparrarsi” uno stipendio senza muovere un dito.
Meloni ha così voluto “punirli” abolendo RdC e sostituendolo con SFL, che avrebbe dovuto rappresentare un percorso di avviamento al lavoro, e che invece, ad oggi, rappresenta più che altro il fallimento della classe governativa.
Il Governo avrebbe infatti dovuto approntare un piano, una vera rete di “corsi di formazione” per i percettori SFL e per il loro ingresso nel mondo del lavoro. Corsi che però, un mese dopo l’apertura del sussidio, ancora quasi non esistono. O comunque, se esistono sono un numero esiguo. E lo diciamo a ragion veduta, perché è questo ciò che dicono (inconfutabilmente) i numeri:
- I corsi iniziati finora, stando ai dati fino al 30 settembre, sono appena 660 su un totale di 44840: praticamente, l’ 1,4% del totale;
- I corsi presenti sulla piattaforma che presentano effettivamente una futura data di inizio sono 1027, pari al 2,2%
Come è facile dedurre, la strada è ancora lunga e in salita. Ma non solo, arriva anche la ciliegina sulla torta: per ora, i posti disponibili per i suddetti corsi sono appena 8557, a fronte di un quantitativo di domande di 75838 domande presentate. Praticamente, stando ai dati attuali, appena l’11% riuscirebbe a frequentare dei corsi.
E tutti gli altri? Quale sarà il loro destino?