Datore di lavoro non paga, come muoversi per avere lo stipendio? Prima di tutto è importante sapere che non si può smettere di lavorare perché la mensilità non è arrivata. Quali sono i rischi e come reagire nel modo corretto per evitare di perdere soldi sullo stipendio?
Come comportarsi se il datore di lavoro non paga
Se manca il pagamento di un mese di stipendio, non è possibile evitare di lavorare. È anche vero che se il datore di lavoro non paga più mensilità, il dipendente può difendersi dando le dimissioni per giusta causa. Come funziona?
Il dipendente dà le dimissioni e inserisce come giusta causa il mancato pagamento, indicando le date delle mensilità arretrate. Una questione diversa riguarda la tredicesima non pagata, oppure la quattordicesima.
In questo caso si può procedere con le dimissioni anche in assenza di un pagamento. Ricordiamo che le dimissioni di questo tipo non prevedono tempi di preavviso in base all’art. 2119 del Codice Civile.
È importante capire se il datore di lavoro non paga perché ci sono delle difficoltà aziendali, oppure se ci sono dei problemi di pagamento temporanei. Il dipendente si rivolge prima al datore di lavoro per vie informali per capire cosa non va e quali saranno i tempi.
Solo dopo alcune mensilità non pagate si può procedere alle vie legali e smettere di lavorare per protesta. Ricordiamo che l’iter con avvocati ha dei costi.
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Il legale può intimare il pagamento delle somme dovute tramite Posta di Elettronica Certificata o raccomandata entro una scadenza. Il termine si fissa in 15-30 giorni lavorativi.
Se il datore di lavoro non paga dopo il termine, l’avvocato procede con una lettera di messa in mora, dove si intima di ricorrere al giudice in caso di mancato pagamento o di mancato accordo tra le parti.
Qual è la procedura completa da seguire? Ecco cosa fare nei dettagli:
- Parlare con il datore di lavoro per chiedere informazioni;
- Attendere i tempi indicati sul contratto di lavoro prima di chiedere ulteriori spiegazioni;
- Chiedere di nuovo al datore di lavoro in caso di mancato pagamento anche di una seconda mensilità;
- Inviare una PEC o una raccomandata dando le dimissioni per giusta causa;
- Rivolgersi all’Ispettorato del Lavoro per richiedere una conciliazione stragiudiziale, cioè fuori dal tribunale, in base alla Legge n. 124/2004;
- Recarsi da un legale per richiedere la lettera di messa in mora e il successivo decreto ingiuntivo al tribunale (in caso di mancato pagamento);
- Richiedere l’accesso al Fondo di Garanzia INPS dal sito, accedendo alle proprie credenziali;
- Ottenere ragione in tribunale e procedere al pignoramento dei beni.
Come si può notare, in questi passaggi il datore di lavoro che non paga può sempre scegliere di procedere al pagamento per chiudere la procedura.
Chi contattare se il datore di lavoro non paga
Il dipendente che si è rivolto all’avvocato e che procede con la lettera di messa in mora può chiedere un decreto ingiuntivo al Tribunale di competenza. Il datore di lavoro può scegliere di:
- pagare tutto il dovuto con i relativi interessi legali previsti;
- opporsi in tribunale. Il tribunale può decidere di non dare ragione al datore di lavoro, che si ritrova costretto a pagare;
- continuare a non pagare e attendere eventuali pignoramenti di beni, perché gli effetti del decreto ingiutivo si verificano in base all’art. 653 del Codice di procedura civile.
La denuncia ai Carabinieri per il mancato pagamento dello stipendio si può fare, ma non è necessaria. Infatti, anche chi procede con la denuncia passa di fatto alle vie legali e si rivolge a un legale per l’udienza in tribunale.
Così si perde la possibilità di ottenere il pagamento degli stipendi arretrati con gli interessi con una formula informale e si procede direttamente con l’intervento del tribunale, il quale potrebbe dare ragione anche al datore di lavoro.
Quanto può ritardare il datore di lavoro con lo stipendio
I termini di pagamento per lo stipendio sono indicati nel contratto di lavoro. In caso di almeno 3 mensilità non pagate si procede con la raccomandata, con tempi massimi di 30 giorni lavorativi.
Se si procede al decreto ingiuntivo rivolgendosi al tribunali, sono necessari ulteriori 40 giorni prima di procedere con il pignoramento dei beni.
Ricordiamo che i dipendenti possono accedere al Fondo di Garanzia dell’Inps per ottenere un anticipo sul TFR al termine del contratto di lavoro. La legge n.5/53 all’art. 4 e successive modifiche indicano una sanzione da 150 a 900 euro per il datore di lavoro che non paga o procede al pagamento in ritardo.
Il comportamento reiterato – cioè se il datore di lavoro non paga per tanto tempo e a più dipendenti – porta a una sanzione che può arrivare fino a 7.200 euro. Il datore di lavoro è tenuto a pagare anche in caso di lavoro in nero, come abbiamo spiegato in questa guida.