Il panorama delle imprese culturali e creative (ICC) in Italia si è arricchito di nuovi sviluppi grazie al recentemente convertito DDL Made in Italy, divenuto Legge 27 dicembre 2023 n.206. Questa legge, focalizzata sulla valorizzazione, promozione e tutela del Made in Italy, ha introdotto disposizioni organiche che rivoluzionano il settore delle imprese culturali e creative.
Ddl Made in Italy: imprese culturali e creative
Il quadro normativo precedente per le ICC era caratterizzato da una frammentazione e da una regolamentazione pregressa. L’introduzione della nozione di “impresa culturale” risaliva al 2017, ma il suo riconoscimento era subordinato a decreti successivi mai emanati. Nel 2020, il tema delle ICC riemerse, ma la pandemia travolse il provvedimento. Nel mezzo di questo contesto incerto, venne creato il Fondo per le piccole e medie imprese creative nel 2021.
Una nuova disciplina
L’articolo 25 del DDL Made in Italy definisce le “imprese culturali e creative” e delega a un decreto attuativo la definizione delle modalità per il loro riconoscimento. Le start-up innovative culturali e creative sono altresì contemplate, collocandosi sia sotto la definizione di start-up innovativa che di impresa culturale e creativa. È prevista l’iscrizione delle ICC in un’apposita sezione del registro delle imprese.
L’articolo stabilisce che cultura e creatività sono elementi fondamentali dell’identità italiana, contribuendo al valore sociale ed economico del paese. Si definiscono le ICC come enti privati e lavoratori autonomi che svolgono attività culturali o creative in modo stabile e continuativo in Italia o in uno degli Stati membri dell’UE. Inoltre, sono riconosciute anche le imprese del Terzo settore che operano principalmente in forma di impresa.
Nuovi incentivi
L’articolo 29 della legge prevede uno stanziamento di 3 milioni di euro annui dal 2024 al 2033 per contributi a favore delle ICC. Questi contributi mirano a promuovere e sostenere gli investimenti delle ICC sul territorio nazionale, promuovendo il Made in Italy e rendendo il settore culturale e creativo più competitivo. Le condizioni e le modalità per la concessione dei contributi saranno definite da un decreto del Ministro della cultura, in collaborazione con altri ministeri e previa intesa in Conferenza unificata.
L’articolo 30 prevede l’adozione triennale di un Piano Nazionale Strategico per la promozione e lo sviluppo delle ICC. Questo piano, adottato dal Ministro della cultura, Ministro delle imprese e del Made in Italy, e Ministro degli affari esteri, mira a definire modalità organizzative e di coordinamento, favorire la sinergia di programmi finanziari e promuovere lo sviluppo del settore.
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Sviluppo economico dei territori
All’interno dell’analisi del DDL, si nota l’assenza di una riproposizione dell’agevolazione fiscale del credito d’imposta al 30%, originariamente prevista nella normativa del 2017, per i costi legati allo sviluppo, alla produzione e alla promozione dei prodotti culturali e creativi.
È evidente che la dimensione culturale costituisce una risorsa di notevole rilevanza per la crescita economica dei territori. Di conseguenza, emerge come una priorità la creazione di un quadro normativo funzionale che favorisca gli operatori del settore, facilitando la creazione di un ambiente imprenditoriale propizio per le imprese culturali.
Affinché i settori legati alla cultura possano beneficiare in modo sostenibile, diventa imperativo introdurre meccanismi di finanziamento stabili, possibilmente attraverso approcci misti come i partenariati pubblico-privato. Da ciò discende la necessità di adottare misure adeguate per sostenere l’economia creativa e per promuovere lo sviluppo di nuovi modelli imprenditoriali, contribuendo in modo positivo e virtuoso alla crescita complessiva del settore.