Dichiarare i compensi social: quando va fatto? Sicuramente coloro che dedicano una fetta del loro tempo alla creazione di contenuti, facendone anche un lavoro più o meno remunerativo, si saranno chiesti almeno una volta quando è necessario dichiarare i loro guadagni.
Entro certi limiti, i guadagni derivanti dai social vengono classificati dal fisco come “lavoro autonomo occasionale”. Superati i limiti suddetti, è necessario aprire una P.Iva. Ma quali sono i tetti massimi e come ci si deve comportare per evitare spiacevoli soprese con il fisco?
Dichiarare i compensi social: quando è necessario?
In generale, entro il tetto dei 5.500 euro annui ed in regime di prestazione occasionale, non è necessario presentare alcuna dichiarazione per dichiarare i compensi social.
Il problema è però quello di provare il carattere della saltuarietà, compito non sempre semplice. Ad ogni modo, i caratteri che identificano e definiscono un lavoro come saltuario, sono:
- la sporadicità, ovvero la frequenza con il quale viene svolto;
- l’assenza di vincoli di subordinazione;
- la totale autonomia del suo svolgimento;
- il non essere svolto in maniera professionale né come attività autonomamente organizzata;
- un massimo guadagno di 5.500 euro annui.
Provare la sporadicità quando si tratti di un lavoro svolto sui social è molto difficile, dato che in linea ipotetica e in un mondo dove si è sempre iperconnessi, provare di svolgere l’attività solamente in determinati periodi o in modo intermittente è molto complesso.
Al di fuori di tali ipotesi e quando tutte queste caratteristiche non si presentano tutte insieme e contemporaneamente, è necessario aprire una P.Iva se non si vogliono avere brutte sorprese.
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Partita partita Iva per compensi social
Nel caso in cui i nostri compensi superino i 5000 euro annui e/o la nostra attività lavorativa non abbia il carattere della sporadicità, è necessario aprire una P.Iva, potendosi anche optare per una P.Iva a regime forfettario.
Il regime forfettario concede dei regimi agevolati, consistenti in un’imposta sostitutiva del 5% per i primi 5 anni e poi del 15% negli anni successivi.
Le aliquote suddette si applicano non sul totale dei guadagni ma solo su una percentuale, denominata “coefficiente di redditività” calcolato sulla base dell’attività che si svolge.
Chi opta invece per il regime ordinario, ha invece il vantaggio di poter portare in detrazione tutte le spese legate all’attività: pranzi, spostamenti, public relations, strumentazione, e tutto quello che concerne l’attività verrà poi rimborsato in detrazione.
Ad ogni modo, quale che sia il regime di P.Iva per il quale si decide di optare, in questo caso, ogni anno si è tenuti a presentare dichiarazione dei redditi, a prescindere dai compensi ottenuti. Se si opta quindi per aprire una P.Iva, è dunque consigliabile assicurarsi prima di superare le soglie suddette.