Esito negativo a seguito di verifica delle condizioni di svantaggio, ma non solo. Quand’è che la nostra domanda ADI può dare esito negativo, perché succede e cosa fare in quei casi? Vediamo insieme le motivazioni.
Esito negativo ADI: le condizioni di svantaggio
Una delle frequenti cause di esito negativo della domanda ADI è quando la domanda viene rigettata per insussistenza delle condizioni di svantaggio.
Molti aspiranti percettori del sussidio, infatti, hanno visto respingere le loro domande a causa della mancanza di tali condizioni. Tale circostanza, in verità, è invece dovuta alla impossibilità per le ASL di controllare i certificati. Di tale impossibilità di controllo delle ASL abbiamo a lungo parlato, in relazione in special modo alle domande ADI respinte ingiustamente.
L’esito negativo, in questi casi, è dovuto a due motivazioni:
- mancato controllo dei certificati da parte delle ASL (l’ipotesi più frequente)
- effettiva mancanza dei requisiti di svantaggio
Tuttavia, non sono solo coloro che si trovano in condizioni di svantaggio a sperimentare spesso e volentieri il rigetto delle domande. Ci sono anche altri casi in cui la domanda può avere esito negativo. Vediamo quando.
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Esito negativo domanda ADI: in quali casi?
In alcuni casi, la domanda ha esito negativo quando manchino gli elementi indispensabili alla sua approvazione. Quali: requisiti soggettivi (l’essere over 60, avere minori nel nucleo, etc). Altre volte, mancano i requisiti di ISEE (si ha quindi un ISEE superiore a 9360 euro). Analizziamo la questione più approfonditamente.
Mancanza dei requisiti soggettivi
La domanda è stata respinta perché all’interno del nucleo non vi sono:
- minorenni
- over 60
- disabili
- persone svantaggiate
- donne vittime di violenza
Quando nessuno dei componenti il nucleo è in possesso di tali qualità, viene a mancare il presupposto cardine del sussidio, e quindi i requisiti soggettivi. Tale rigetto della domanda è insanabile, è il richiedente semplicemente non ha diritto al sussidio (fatto salvo il solo caso delle persone svantaggiate o delle donne vittima di violenza, che sono sottoposto al sopra menzionato controllo da parte delle ASL).
Esempio 1: nucleo composto da 2 genitori 56enni e un figlio 20enne. Nessuno di loro rientra tra i soggetti tutelati. Quindi, non hanno diritto ad ADI
Esempio 2: nucleo composto da una sola persona, in condizioni di svantaggio perché in carico di un Centro Salute Mentale. In questo caso, invece, la sua domanda è stata ingiustamente respinta. E’ dunque possibile chiedere un riesame della domanda.
Mancanza delle condizioni di svantaggio
Come spiegato nell’esempio 2 al precedente paragrafo, la domanda ADI può essere respinta per mancanza dei presupposti delle condizioni di svantaggio. Più frequentemente, però, le condizioni di svantaggio sussistono ma non vengono opportunamente verificate.
In questi casi, dunque, è consigliabile chiedere il riesame della domanda.
Mancanza dei requisiti economico-patrimoniali
Talvolta, sono i requisiti patrimoniali a mancare. Per quanto riguarda Il limite ISEE, ad esempio, esso è fissato in 9360 euro annui, al sopra di tale cifra non è possibile percepire l’assegno di inclusione.
Esiste però un rimedio: se hai presentato solo ISEE ordinario ma i tuoi redditi nel 2023 sono stati più bassi rispetto all’anno in corso, potresti aggiornare il tuo ISEE con ISEE corrente. In questo modo la situazione economica sarà aggiornata allo stato attuale e, se sotto la soglia dei 9360 euro, potrai percepire l’ADI.
Mancato aggiornamento della DSU
Un altro problema relativo sempre ai requisiti economici, potrebbe riguardare la DSU. Se il tuo ISEE corrente scadeva a dicembre 2023, e non hai presentato una nuova DSU, la tua domanda ADI ha aggiornato l’ISEE ordinario.
In questi casi, presentando nuova DSU, la domanda dovrebbe essere sanata.
Mancata dichiarazione di dimissioni
Chi si è dimesso nei 12 mesi precedenti alla domanda senza una giusta causa, non ha diritto ad ADI. L’omessa dichiarazione di dimissioni comporta l’esclusione dal sussidio.
Sono fatte salve le dimissioni per:
- mobbing
- molestie
- omesso versamento dei contributi
- comportamento ingiurioso da parte del datore di lavoro
- pretesa del datore di lavoro di prestazioni illecite
- demansionamento ingiustificato
- spostamento del lavoratore in altra sede, senza una reale ed oggettiva motivazione