Le professioni tradizionali si stanno rapidamente trasformando, incorporando sempre più spesso competenze legate alla sostenibilità. Da un lato normative più rigide, ma anche cittadini più consapevoli riguardo alle tematiche green, costringono le aziende a rivedere i propri processi produttivi in chiave sostenibile, mentre i lavoratori sono sempre più orientati verso impieghi etici e sostenibili. Ecco una breve guida per muoversi al meglio nell’epoca del green business.
Il futuro dei green jobs: la sostenibilità come leva
Recenti report testimoniano l’ascesa delle competenze green nel mercato del lavoro. Il Future of Jobs Report 2023 del World Economic Forum, ad esempio, identifica gli “Specialisti della sostenibilità” come la seconda professione con il tasso di crescita più rapido nei prossimi cinque anni. E il Green Skills Report 2023, stilato da LinkedIn, evidenzia una domanda crescente di competenze sostenibili, superiore all’attuale offerta sul mercato del lavoro. Questo gap tra domanda e offerta rappresenta una sfida cruciale (e urgentissima) per le aziende del nostro Paese.Certo è che da un punto di vista economico, le prospettive per le professioni con competenze green sono piuttosto promettenti. PayScale, per esempio, un’impresa americana di cloud computing che dà informazioni sugli stipendi delle attività lavorative nel mondo, segnala che il salario medio per un sustainability manager varia tra le 28.000 e le 63.000 sterline nel Regno Unito, e tra i 40.000 e i 92.000 euro in Irlanda. Dati che dimostrano come il settore sia in netta espansione e decisamente attrattivo anche sotto il profilo retributivo. Tuttavia, l’evoluzione verso pratiche aziendali realmente sostenibili richiede un cambiamento culturale profondo, che coinvolga ogni livello aziendale.
Nuove direzioni per le professioni aziendali
È quindi fondamentale, per le aziende, aggiornare le competenze dei propri team per rispondere alle richieste attuali del mercato, anticipando (se possibile) anche le esigenze future. Ma quali sono, esattamente, le nuove direzioni di sostenibilità che stanno intraprendendo i professionisti? Ecco alcuni esempi di figure professionali che si stanno evolvendo per incorporare i principi di sostenibilità ambientale e sociale:
- La figura dell’HR Manager si sta evolvendo in HR & Diversity Manager. Focalizzato tradizionalmente sulla gestione delle risorse umane, l’HR Manager sta gradualmente integrando competenze specifiche nel campo della diversità e dell’inclusione. Un ampliamento che implica, in sostanza, lo sviluppo e l’implementazione di politiche che favoriscano un ambiente di lavoro equo e inclusivo, contribuendo a creare una cultura aziendale più ricca e variegata
- Il CFO diventa CFO & Sustainability Analyst, che oltre alla gestione finanziaria si occupa di valutare gli impatti ambientali e sociali delle attività aziendali, integrando criteri di sostenibilità nelle decisioni strategiche
- Il Supply Chain Manager si sta trasformando in Green Supply Chain Manager, ampliando in sostanza le sue competenze per la gestione di catene di approvvigionamento ecologicamente responsabili (attraverso la selezione di fornitori che adottano pratiche sostenibili e riducono quindi il consumo di risorse)
- Il Business Analyst sta diventando in molte realtà aziendali ESG Business Analyst, una figura che include tra le sue competenze anche l’analisi degli aspetti ambientali, sociali e di governance (ESG) delle operazioni aziendali
- Il Risk Manager si specializza sempre più spesso nella figura di Climate Risk Manager, che ha il compito di valutare e mitigare i rischi associati ai cambiamenti climatici, contribuendo a sviluppare strategie che proteggano l’azienda da shock e stress ambientali
- Il Project Manager diventa Sustainable Project Manager, acquisendo competenze specifiche per gestire progetti focalizzati sulla sostenibilità (che riducano sprechi e ottimizzino le risorse disponibili)
- Infine il Marketing Manager si sta evolvendo nella figura di Sustainable Marketing Manager. Ciò significa, in pratica, che i tradizionali responsabili di marketing stanno acquisendo competenze legate alla promozione di pratiche sostenibili, per creare campagne che riflettano i valori di sostenibilità della propria azienda.
Gli investimenti e il Fondo Nuove Competenze
Il passaggio verso un mondo del lavoro totalmente sostenibile, ovviamente, richiede investimenti significativi per poter aggiornare le competenze dei dipendenti (soprattutto nel top management). Ed è qui che entra in gioco il Fondo Nuove Competenze 2024 (FNC), nato proprio per supportare le imprese che necessitano di formare i propri lavoratori sui temi green e digitali. Il Fondo nuove competenze rappresenta la Priorità 3 del programma nazionale “Giovani, donne e lavoro 2021-2027“, che con un investimento complessivo di circa 5 miliardi di euro mira a contribuire alla realizzazione di un’Europa più sociale e inclusiva.
In particolare, il Fondo ha una dotazione di oltre 800 milioni di euro destinati alla formazione sul digitale e sulla sostenibilità. Una somma notevole, che viene messa a disposizione delle imprese italiane per aggiornare le competenze dei dipendenti e posizionarsi in modo competitivo in un’economia globale sempre più orientata all’innovazione e al rispetto ambientale. Insomma è un primo passo nella direzione giusta. Ma la strada da fare è ancora lunga.
Scarica la nostra app e risparmia con i bonus attivi in Italia: