L’intelligenza artificiale in Italia ha avuto un notevole impatto sul mondo del lavoro e sulla società. Diverse aziende si sono attivate in campo IA, sfruttando le potenzialità delle più recenti tecnologie in materia di automazione dei processi aziendali. Questa trasformazione sta cambiando anche il mercato del lavoro, portando a un vero e proprio cambio generazionale: i lavoratori “umani” devono temere i robot?
L’intelligenza artificiale in Italia
Nel Bel Paese, le intelligenze artificiali hanno dato vita a un nuovo mercato, dominato dalle grandi aziende, le quali hanno già implementato una IA o ne stanno sviluppando una personalizzata. Anche la Pubblica Amministrazione, come già avvenuto sul portale SIISL, e le PMI sono entrate in questo settore, puntando su soluzioni IA per l’interpretazione del linguaggio e l’estrazione di informazioni da documenti di testo o file audio.
Mediamente, le grandi aziende hanno ampliato l’organico inserendo fino a 5 diversi profili interamente dedicati alle intelligenze artificiali.
Anche in ambito didattico possiamo segnalare un notevole incremento nell’utilizzo della intelligenza artificiale nelle scuole.
Come viene usata l’intelligenza artificiale nelle aziende?
Per comprendere gli utilizzi attuali e le potenzialità ancora inespresse delle intelligenze artificiali in Italia in ambito aziendale, abbiamo chiesto a ChatGPT 4-o cosa significa implementare una IA in azienda:
Le intelligenze artificiali stanno trasformando profondamente il panorama aziendale italiano, offrendo strumenti avanzati per ottimizzare i processi produttivi, migliorare il servizio clienti e analizzare grandi quantità di dati. Nelle aziende, l’IA viene impiegata per automatizzare compiti ripetitivi e complessi, riducendo errori e tempi di esecuzione. Ad esempio, algoritmi di machine learning analizzano i dati di vendita per prevedere tendenze di mercato e personalizzare le offerte ai clienti, mentre chatbot e assistenti virtuali migliorano l’efficienza del servizio clienti. Tuttavia, l’adozione massiccia di queste tecnologie comporta anche una riduzione del personale in alcuni settori, dove le mansioni sono sostituite da macchine. Nonostante ciò, le potenzialità dell’IA restano ancora in gran parte inesplorate. L’integrazione avanzata con l’Internet of Things (IoT) potrebbe rivoluzionare ulteriormente la produzione e la logistica, mentre l’uso di sistemi di intelligenza artificiale per la diagnosi predittiva e la manutenzione preventiva potrebbe estendere la vita utile delle attrezzature industriali. Inoltre, l’IA ha il potenziale per creare nuovi modelli di business e opportunità di lavoro in settori emergenti, equilibrando così, nel lungo periodo, la perdita di posti di lavoro tradizionali.
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Come può l’intelligenza artificiale migliorare i processi di produzione?
La presenza di una IA in un’azienda ha un notevole impatto sulla produttività in quasi tutte le aree di impiego. Una intelligenza artificiale, addestrata ad hoc, è in grado di fornire risultati spesso superiori a quelli ottenibili da un essere umano, il tutto a fronte di un enorme taglio dei costi e dei tempi di lavorazione.
Gli algoritmi di machine learning contribuiscono ad accrescere le capacità delle IA, rendendole sempre più efficienti sotto ogni aspetto. In questo modo sarà possibile sviluppare intelligenze artificiali verticalizzate sulle esigenze aziendali, potendosi occupare in piena autonomia di ogni operazione, tra cui:
- analisi dei dati di vendita e implementazione strategie di marketing;
- digitalizzazione documenti cartacei;
- gestione del magazzino e rotazione dei prodotti;
- produzione di documenti.
Che impatto ha l’intelligenza artificiale sull’economia?
Secondo un recente studio di Accenture, l’intelligenza artificiale in Italia potrebbe generare un’importante crescita del PIL, fornendo entro il 2030 circa 80 miliardi di euro grazie all’integrazione di nuovi segmenti produttivi. Questi dati sono la somma di:
- 50 miliardi: generati dall’incremento del valore aggiunto del Made in Italy, applicando IA generative e politiche di potenziamento delle competenze necessarie;
- 30 miliardi: forniti dai nuovi settori interamente basati sullo sviluppo e l’implementazione delle IA.
Aumentano i fatturati, ma calano le assunzioni?
L’intelligenza artificiale in Italia attualmente incombe sul mercato del lavoro, come una spada di Damocle in grado di tagliare circa il 50% dei posti di lavoro, sostituibili da una macchina. Questo potenziale ancora non è stato espresso del tutto, principalmente poiché attualmente possiamo parlare di IA in grado di affiancare il lavoratore, ma non sostituirlo completamente. La prospettiva futura potrebbe vedere la sostituzione di circa 3,8 milioni lavoratori in Italia in poco più di 10 anni.
Su scala mondiale, Goldman Sachs prevede che circa il 25% delle attività lavorative, su scala globale, possono essere assolte dalle IA generative. A essere più colpiti saranno principalmente i lavori intellettuali, come i ruoli di impiegati o manager. Inversamente, i lavori manuali e gli artigiani possono tirare un respiro di sollievo, pur dovendosi difendere dall’automazione in campo meccanico.
Nuove opportunità, vecchie disparità
Mentre diversi posti di lavoro risultano minacciati, nuovi percorsi di studio, interamente basati sullo sviluppo delle intelligenze artificiali, stanno dando vita a una nuova generazione di professionisti. L’introduzione di una nuova generazione ha sì la capacità di rendere obsoleti diversi ruoli, ma allo stesso tempo bilancia i licenziamenti introducendo nuove figure lavorative. A questo fattore va aggiunto il calo demografico che, a lungo andare, ridurrà sensibilmente la forza lavoro, in parte compensata dalle macchine.
Parlando in termini puramente numerici, possiamo concepirlo quasi come un equilibrio, ma la questione va estesa dal punto di vista sociale: l’introduzione delle intelligenze artificiali impatta notevolmente “in basso”, rendendo molto difficile la vita di chi ha sempre svolto mansioni sostituite dagli automatismi. Inversamente, chi ha accesso e possibilità di studiare le intelligenze artificiali potrà sfruttare il trend, incrementando il valore soltanto di determinati settori.
Possiamo dunque parlare di mancanza di democrazia nell’utilizzo delle IA, le quali possono incrementare le disparità sociali, rimarcando maggiormente la disuguaglianza tra i vari ceti, all’interno di un’economia avanzata. Inoltre, la differente crescita economica può accentuare ancora di più il gap con le nazioni più “deboli” dal punto di vista economico.