A Ragusa l’ennesimo caso di maltrattamenti nelle RSA. Proprio nella cittadina sicula i Carabinieri del NAS sono intervenuti presso una casa di cura per anziani, eseguendo un’ordinanza cautelare nei confronti di 8 persone. Le accuse sono simili ad altri casi già avvenuti in Italia, ovvero abbandono di incapaci, esercizio abusivo della professione infermieristica e medica, maltrattamenti, condizioni medico sanitarie insufficienti.
Le denunce alla RSA
A muovere il primo passo alcuni ex dipendenti della struttura, che hanno denunciato il soprannumero degli ospiti della struttura e la cattiva gestione degli stessi. Sono partite subito, così, le indagini che hanno portato a risultati avvilenti e degradanti: 29 gli ospiti nella struttura, in soprannumero rispetto alla reale possibilità di ospitalità della casa di cura; personale non sufficiente e non qualificato, presenti soprattutto durante i turni notturni; utilizzo di farmaci ipnoinducenti nella maggior parte delle volte senza prescrizione medica.
Inoltre insulti, urla, ingiurie, abbandono e strattonamenti contro anziani che, spesso, si trovano nelle RSA per malattie che li costringono a letto, oppure in stato confusionale per demenze e altre patologie. Ancora, letti pieghevoli e scomodi per dormire, condizioni igieniche e sanitarie precarie e somministrazione di farmaci da parte di personale non qualificato e sprovvisto di specifico titolo professionale.
La struttura, inoltre, modificava le prescrizioni mediche e inseriva, come detto, psicofarmaci per esercitare un controllo maggiore sugli anziani, oltre alla condotta oppressiva e non qualificata.
La casa di cura è stata affidata a un amministratore giudiziario dopo essere stata posta sotto sequestro.
Case di cura che diventano lager
Purtroppo non è il primo caso in Italia, in cui una Casa di Cura diventa ricettacolo di maltrattamenti e sovraffolamento. Complice la fame di soldi a costi abbattuti, l’intento è quello di sfruttare i risparmi degli anziani bisognosi di cure e attenzioni mediche più specifiche, rispetto a quelle che potrebbe fornire un familiare.
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Nel 2023 abbiamo visto una tendenza di chiusura di strutture ricettive per abusi e maltrattamenti da capogiro, con almeno 6 case di cura sequestrate o denunciate al mese.
I periodi più critici? Quelli a cavallo con le vacanze, quindi le festività natalizie o i mesi estivi. In questi periodi, le porte si chiudono e può accadere la qualsiasi. Con il diminuire dei controlli dei familiari, il personale si sente autorizzato a utilizzare comportamenti vessatori verso chi, da occhi appannati, vede la vita sgretolarsi da un lettino sporco di urina, cibo scadente e gocce per dimenticare più facilmente le urla di chi dovrebbe avere cura e garantire dignità nell’inverno della loro vita.