Orari visita fiscale, quali sono le fasce per i lavoratori. Per il 2024, in seguito a una sentenza del Tar del Lazio, datata novembre 2023, è stata modificata la prassi Inps per quanto concerne le visite fiscali. In particolare, cambiano le fasce orarie in cui viene richiesta disponibilità ai dipendenti pubblici in malattia. Ecco di seguito tutti i dettagli.
Orari visita fiscale, cosa cambia
Cambiano gli orari, delle visite fiscali ai lavoratori dipendenti, in seguito alla sentenza del Tar del Lazio 16305/2023, pubblicata il 3 novembre 2023. La sentenza, in sostanza, ha annullato una sezione del decreto 206 del 17 ottobre 2017 del Ministro della Semplificazione e della pubblica amministrazione: la parte in cui si prevedeva che “in caso di assenza per malattia, le fasce di reperibilità dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni sono fissate secondo i seguenti orari: dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18. L’obbligo di reperibilità sussiste anche nei giorni non lavorativi e festivi”.
Il Tar del Lazio, quindi, ha valutato come incostituzionale la disparità tra le fasce orarie di reperibilità, nel corso del periodo di malattia, per i dipendenti pubblici e per quelli privati. Ne è conseguito il chiarimento da parte dell’Inps, che ha fornito tutte “le necessarie indicazioni operative per l’espletamento degli accertamenti medico-legali domiciliari”. Il risultato finale è la parificazione dell’obbligo di reperibilità per i dipendenti pubblici a quello dei dipendenti privati.
Visita fiscale, le nuove fasce per i lavoratori
Ecco, dunque, quali sono i nuovi orari previsti per la visita fiscale ai dipendenti pubblici in malattia:
- Dalle ore 10 alle 12 di mattina
- Dalle ore 17 alle 19 di sera
L’obbligo di reperibilità per i lavoratori pubblici è riferito a tutti i giorni, sia i feriali che i festivi. In sostanza, quindi, diminuisce rispetto al passato la disponibilità oraria che viene richiesta. Si passa infatti da sette ore – prima era dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18 – a quattro ore per ogni giornata, come già succedeva per tutti i lavoratori dipendenti impiegati nel settore privato.
Assenze giustificate e cambio di residenza
Dal 2017, in seguito al decreto di riforma della pubblica amministrazione, è prevista la seguente regola: se durante la malattia il lavoratore ha necessità di spostare il luogo indicato per le visite fiscali, a causa di giustificati motivi, deve obbligatoriamente darne preventiva comunicazione, in forma scritta al datore di lavoro. A sua volta, il datore di lavoro comunicherà le modifiche all’Inps.
Scarica la nostra app e risparmia con i bonus attivi in Italia:
I motivi di giustificazione, in questa particolare casistica, rientrano nel ventaglio ampio di quelli dettati da forza maggiore. Eccone alcuni esempi:
- Ricovero in ospedale
- Precedenti visite di controllo nello stesso periodo di malattia
- Motivi familiari che richiedono la presenza del lavoratore in maniera indifferibile e inderogabile
- Concomitanza di prestazioni, visite, accertamenti specialistici, che non possano essere effettuati in orari diversi (da dimostrare)
Ma in taluni casi, la giurisprudenza considera validi anche i seguenti motivi:
- Effettuazione di un ciclo di cure presso un istituto convenzionato
- Ritiro di referti di esami che siano collegati alla malattia
- Necessità di andare in farmacia
- Visita per verificare la guarigione, presso l’ambulatorio del medico, con orario della visita coincidente con le fasce orarie di reperibilità
- Visita alla madre in ospedale, con orari di visita coincidenti con le fasce orarie di reperibilità
È invece risultata ingiustificata, da sentenza della Cassazione, l’assenza di un lavoratore per la visita fiscale che si era allontanato dalla propria casa per accompagnare il figlio in ospedale, a causa di controlli non urgenti.
Assenza dalla visita fiscale, quali sono le conseguenze
Nel caso in cui si verificasse un’assenza del lavoratore, durante le fasce orarie previste per la vista fiscale di controllo, il lavoratore dovrà rimediare nel seguente modo. Innanzitutto, sarà tenuto a presentare la documentazione giustificativa al datore di lavoro e all’Inps, se la sua assenza è legata a motivi sanitari. Sarà poi il datore di lavoro ad avere la parola finale sulla giustificabilità (o meno) dell’assenza. Così come sugli eventuali provvedimenti da prendere.
Se l’assenza del lavoratore, dunque, verrà ritenuta non giustificata, vi sarà l’automatica applicazione di sanzioni, che consistono nel parziale o totale mancato indennizzo delle giornate di malattia da parte dell’Inps. Con il seguente calcolo:
- Decurtazione per un massimo di 10 giorni di calendario, dall’inizio dell’evento in caso di prima assenza a visita fiscale di controllo non giustificata;
- La decurtazione per il 50% dell’indennità, nel restante periodo di malattia in caso di seconda assenza a visita fiscale di controllo non giustificata
- Decurtazione per il 100% dell’indennità, dalla data della terza assenza a visita fiscale di controllo non giustificata
Per tutte le altre informazioni a riguardo è possibile visitare il sito dell’Inps.