Naspi, quali sono le novità per il 2025? Quali sono i requisiti Naspi 2025? Ecco come orientarsi in base alla busta paga.
Chi ha diritto alla Naspi?
In generale, precedentemente, i lavoratori dipendenti con un contratto subordinato a tempo determinato o indeterminato potevano ottenere il sussidio a condizione di non aver rassegnato dimissioni volontarie. Solo nei casi di dimissioni volontarie per giusta causa, il lavoratore continuava ad avere diritto a Naspi, ma queste devono essere attentamente documentate per evitare i furbetti. Ricordiamo che sono considerate per “giusta causa” quelle dimissioni rassegnate per:
- molestie;
- mobbing;
- mancato o ritardato pagamento delle buste paga;
- demansionamento ingiustificato;
- obbligo a commettere atti che infrangano la legge;
- comportamento ingiurioso da parte del datore di lavoro;
- spostamento del lavoratore presso altra sede senza che vi siano “comprovate giustificazioni tecniche” come richiesto dall’art. 2103 del codice civile;
Ora, con le nuove normative, possono richiedere Naspi anche coloro che abbiano rassegnato le dimissioni volontarie.
Dimissioni volontarie Naspi: da gennaio 2025 sono realtà
Su volontà del governo, la norma è stata dunque modificata per consentire anche a chi vive situazioni difficili sul posto di lavoro di potersi dimettere senza temere di non avere più mezzi di sostentamento.
In verità, il meccanismo delle dimissioni volontarie escluse da Naspi era stato introdotto per evitare comportamenti opportunistici: il rischio che si voleva evitare era quello di impedire ai “furbetti” di poter rassegnare le dimissioni e poter percepire un sussidio statale senza lavorare.
Ma è ovvio come, però, una limitazione simile andasse a danneggiare chi davvero si trovava nelle condizioni di dover rassegnare delle dimissioni in buona fede, ma veniva disincentivato dalla possibilità di non percepire alcun sussidio con tutte le problematiche che potevano conseguirne. Per tale motivo, si richiedono delle prove inconfutabili del disagio o comunque che sottolineino l’esigenza di presentare le dimissioni volontarie.
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Chi ha diritto a Naspi?
Hanno diritto al sussidio:
- dipendenti pubblici e privati a tempo determinato o indeterminato;
- apprendisti;
- soci lavoratori per cooperative;
- personale artistico con contratto subordinato;
- dipendenti a tempo determinato nella Pubblica Amministrazione.
Naspi e partita IVA: sono compatibili?
Disoccupazione e Partita Iva sono compatibili, ma solo in casi eccezionali. Nel caso in cui il reddito presunto sia inferiore ai 4.800 euro all’anno, il titolare della Partita Iva ha diritto ad accedere all’indennità.
Il titolare di partita Iva deve indicare il reddito annuo presunto entro 30 giorni dall’inizio dell’attività o dalla domanda per la richiesta del sussidio.
Se al termine dell’anno avrà conseguito un reddito superiore a 4.800 euro, decade dal diritto di percepire il sussidio.
Come si calcola la Naspi?
Innanzitutto, è necessario avere accumulato almeno 13 settimane contributive negli ultimi 4 anni per poter accedere all’indennità di disoccupazione.
Per calcolare quanto ci spetta è necessario fare ricorso ad una formula. Vediamo come calcolarla:
- si sommano tutte le retribuzioni imponibili percepite nei quattro anni precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione;
- si divide l’importo totale ottenuto per il numero di settimane di contribuzione, moltiplicando poi il risultato per 4,33 (che è il numero medio di settimane in un mese).
A questo punto:
- se la media mensile è pari o inferiore a € 1.550,42 euro (dato aggiornato al 2024), l’indennità è pari al 75% della retribuzione media mensile;
- se la media mensile è superiore a € 1.550,42 l’indennità sarà pari al 75% di € 1.550,42 più il 25% della differenza tra la retribuzione media mensile e €1.550,42
Quanto dura la Naspi?
La durata complessiva massima ammonta a 24 mesi. Il calcolo ha inizio dall’ottavo giorno dalla cessazione del rapporto di lavoro.
Nello specifico, la corresponsione delle mensilità si basa sulle settimane contributive accumulate negli ultimi 4 anni: vengono infatti corrisposte al disoccupato la metà delle settimane contributive accumulate nell’ultimo quadriennio, per un totale che (comunque) non può superare le 24 mensilità.
Esempio: negli ultimi 4 anni ho accumulato 80 settimane contributive. Ho dunque diritto a 40 settimane, (ovvero circa 10 mesi) di disoccupazione.
Riduzione Naspi: quando scatta?
Dal terzo mese in poi, si riduce del 3% a ogni mensilità successiva alla terza. A questa regola fanno eccezione gli over 55, per i quali tale riduzione opera solo dall’ottava mensilità in poi.
Naspi 2025, cosa cambia
Il 2025 prevede per il sussidio ulteriori cambiamenti, quali:
- l’obbligo di registrarsi sulla piattaforma SIISL, già attiva per i percettori di ADI ed SFL;
- la retribuzione deve essere pari almeno all’importo della disoccupazione moltiplicato per 1,2 volte;
- l’accesso ai corsi di formazione per ottenere le competenze richieste dal mercato del lavoro.
Per ulteriori informazioni in merito, abbiamo dedicato un articolo proprio sulle novità introdotte alla Naspi, con tutti i riferimenti alle piattaforme di utilizzo.
Quando viene pagata la Naspi?
L’indennità parte dall’ottavo giorno dalla fine del rapporto di lavoro e ha una durata massima di 24 mesi sulla base dei calcoli che abbiamo spiegato nei paragrafi precedenti.
Non esiste un momento preciso del mese in cui viene pagata: il giorno del pagamento dipende da ciascun fruitore e dal momento di presentazione della sua domanda. Generalmente, comunque, avviene sempre entro la prima metà del mese.
Naspi e lavoro sono compatibili?
Quando il percettore dà inizio ad una attività lavorativa, possono accadere 3 cose, e l’indennità di disoccupazione può essere:
- sospesa;
- ridotta (secondo il principio del “cumulo e solo per i lavoratori del settore agricolo);
- posta in decadenza;
In particolare, l’indennità viene sospesa nei casi in cui il percettore:
- inizi una attività lavorativa con contratto di lavoro inferiore a 6 mesi;
- tale attività lavorativa abbia una retribuzione non superiore a 8.145 euro
In questi casi, viene semplicemente sospesa per tutta la durata del rapporto di lavoro e riprende automaticamente al suo cessare.
Tuttavia, in alcuni casi, per i soli lavoratori del settore agricolo, è possibile chiedere il “cumulo” ad INPS: in questo caso, se INPS riconoscerà che il lavoratore percettore della disoccupazione, sulla base del suo reddito, ha anche diritto all’indennità, allora gli verrà corrisposta, ma con modalità ridotte.
Si decade infine nei casi in cui il contratto superi i 6 mesi e/o la retribuzione sia sopra la soglia degli 8.145 euro.
Naspi dove vedere pagamenti
L’erogazione dell’indennità è registrata sul Cassetto fiscale online sul sito dell’Inps. Collegandosi al proprio profilo e andando alla voce dedicata all’aiuto economico si ottengono gli importi e i tempi di erogazione.
Come richiedere la Naspi?
Naspi si trasferisce su SIISL. L’Inps ha messo a disposizione una nuova procedura online che consente di richiedere il sussidio accedendo direttamente al portale online dell’ente. In alternativa, si può fare riferimento al Contact Center dell’Inps.
Seguendo la procedura guidata e inserendo nei campi la documentazione necessaria, sarà possibile inoltrare la domanda in pochi passaggi.