Nuovo bonus barriere architettoniche: il vecchio bonus come lo conoscevamo non esiste più. Al suo posto, un bonus ridimensionato e costellato da limitazioni e paletti. Il motivo? Potrebbe essere ricercato nel fatto che c’è chi ne ha fruito solo opportunisticamente, non per adibire la propria abitazione all’accesso ai disabili.
Ora, a pagarne le spese, saranno purtroppo le persone affette da disabilità, che purtroppo si ritroveranno a poter contare solo su un ristrettissimo numero di lavori da poter applicare al bonus.
Nuovo bonus barriere architettoniche: niente più porte e finestre
Il bonus barriere architettoniche potrà essere utilizzato solo nel caso in cui si effettuino interventi su rampe, scale ed ascensori. Non più anche per l’installazione di nuove porte ed infissi, e per il rifacimento di bagni e servizi igienici, come invece accadeva invece per la sua versione precedente.
Per gli interventi effettuati infatti dal 31 dicembre 2023, non sarà più possibile fruire della detrazione al 75% per installare porte e finestre, e nemmeno per la ristrutturazione di bagni.
Si tratta, con ogni probabilità, di una battuta d’arresto voluta dal governo e volta ad arginare la valanga di comportamenti opportunistici di chi nei mesi precedenti si è avvalso di tale bonus per poter rifare infissi e porte di casa, indipendentemente dal fatto che l’intervento fosse realmente finalizzato a permettere la mobilità dei disabili all’interno dell’edificio o dell’abitazione.
Adesso, il bonus al 75% è applicabile solamente ai lavori concernenti il rifacimento di: “scale, rampe, ascensori, servo-scala e piattaforme elevatrici”, e solo sottoforma di detrazione fiscale.
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Bloccate, dunque, le forme di sconto in fattura e cessione del credito, come di fatti è avvenuto per la stragrande maggioranza dei bonus concernenti il settore edilizio.
Bonus barriere, c’è già chi tuona: “Diritti violati”
Certamente, la stretta sul bonus in questione ha indubbiamente penalizzato in maniera notevole l’anello debole della vicenda: ovvero, i disabili.
Proprio loro, che grazie a questo bonus avrebbero potuto accedere più comodamente a case ed edifici altrui, o avrebbero potuto a loro volta rendere la loro stessa abitazione più confortevole, ora invece subiscono un danno dalle restrizioni imposte dal Governo.
Se da un lato è pur vero che alcune di queste restrizioni siano state “imposte” per arginare i comportamenti opportunistici di molti, è pur vero che una simile soluzione penalizza chi deve fare i conti con la propria disabilità.
Laura Castelli, ex vice ministro all’economia, ha affermato a Fanpage di non avere condiviso la decisione: “Potrà avere il contributo solo chi ha la 104 o redditi molto bassi. Come se la disabilità potesse essere legata solo a chi è disabile. Le associazioni di categoria non hanno capito il perché, e neanche gli imprenditori: molti di loro mi hanno contattata, arrabbiati. Non si può cambiare così la loro programmazione per lavori previsti per il 2024, a un giorno dalla fine dell’anno, quando molti hanno già firmato contratti. È la solita modalità di un governo che scrive ma non legge”.
Anche FederlegnoArredo e Unicmi, sono dello stesso avviso. In un comunicato congiunto, le due società hanno asserito che, seppur sia comprensibile l’intenzione del governo di modificare l’agevolazione, “si è finito con il buttare il bambino con l’acqua sporca”. Aggiungendo: “Qualora si fosse voluto restringere il campo di applicazione della norma si sarebbe potuto e dovuto escludere i singoli interventi riconducendoli nel quadro di un progetto complessivo di accessibilità delle abitazioni”
I tetti di spesa
Restano invece invariati i limiti di spesa, ovvero:
- 30.000 euro moltiplicati per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio per gli edifici composti da più di otto unità immobiliari.
- 40.000 euro moltiplicati per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio per gli edifici composti da due a otto unità immobiliari;
- 50.000 euro per gli edifici unifamiliari o per le unità immobiliari che si trovano all’interno di edifici plurifamiliari, indipendenti e che dispongano di uno o più accessi autonomi dall’esterno.
Come usufruire del bonus barriere architettoniche 2024
Per poter usufruire di questa agevolazione , il fornitore dei beni, l’impresa esecutrice delle opere o un tecnico abilitato deve rilasciare, sotto la loro responsabilità, una dichiarazione che attesti lo stato di fatto preesistente.
Una volta ultimati i lavori, un tecnico abilitato deve attestare tramite un’asseverazione l’avvenuto superamento e e l’eliminazione delle barriere architettoniche.
In sede di dichiarazione dei redditi, poi, il contribuente potrà portare in detrazione le spese da lui sostenute.