La Manovra 2023 non ha mancato di intervenire sul tema delle pensioni, in particolare prorogando due strumenti di pensione anticipata come Opzione donna e Ape sociale ed introducendo il meccanismo di Quota 103, dopo le esperienze di Quota 100 (2019 – 2021) e Quota 102 (2022).
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Tutti e tre garantiscono un accesso al pensionamento in deroga ai requisiti ordinari, in base ai quali la pensione di vecchiaia scatta a:
- 67 anni di età e 20 di contributi per i soggetti in possesso di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995;
- 71 anni di età e 5 di contributi per quanti sono in possesso di anzianità contributiva dal 1° gennaio 1996.
Vediamo meglio nel dettaglio di cosa si tratta.
Pensione anticipata: Opzione Donna
Possono presentare domanda le lavoratrici che, entro il 31 dicembre 2022, hanno maturato un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e un’età anagrafica di almeno 60 anni ridotta di un anno per figlio, nel limite massimo di due anni. La riduzione massima di due anni si applica in favore della categoria di lavoratrici licenziate da imprese anche in assenza di figli, tali lavoratrici possono accedere alla pensione “opzione donna” con 58 anni di età e 35 anni di contribuzione, maturati entro il 31 dicembre 2022.
Per poter sfruttare la misura è anche necessario trovarsi in una delle seguenti condizioni:
- Assistere, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità, un parente o un affine di secondo grado qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap abbiano compiuto i settanta anni di età o siano anch’essi affetti da patologie invalidanti, siano deceduti o mancanti;
- Riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, pari o superiore al 74%;
- Essere lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale presso la struttura per la crisi d’impresa del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (ex Mise), di cui all’articolo 1, comma 852, Legge 27 dicembre 2006 numero 296 (in tal caso la riduzione massima di due anni del requisito anagrafico di sessanta anni opera a prescindere dal numero di figli).
Da notare che questo trattamento di pensione anticipata è riservato a coloro che scelgono il criterio del calcolo contributivo.
La pensione anticipata c.d. opzione donna viene erogata, in presenza di tutti i requisiti richiesti:
- alle lavoratrici dipendenti, 12 mesi dopo la maturazione dei requisiti richiesti
- alle lavoratrici autonome, 18 mesi dopo la maturazione dei requisiti richiesti
- le lavoratrici del Comparto Scuola e AFAM possono conseguire il trattamento pensionistico rispettivamente a decorrere dal 1° settembre 2023 e dal 1° novembre 2023
In ogni caso, per poter accedere alla misura (previa domanda trasmessa all’Inps) è necessario interrompere il rapporto di lavoro dipendente. Non è invece richiesta la cessazione dell’attività svolta come lavoratrice autonoma.
[Opzione donna: leggi il nostro articolo]
Pensione anticipata: Ape sociale
La Legge di Bilancio 2023 ha stabilito la proroga dell’Ape Sociale, la domanda di certificazione al diritto bisogna presentarla entro il 31 marzo 2023 o il 15 luglio 2023.
Si tratta di un prestito finanziario corrisposto in quote mensili per dodici mensilità, al fine di accompagnare il lavoratore sino alla maturazione del diritto alla pensione di vecchiaia (67 anni).
Il beneficio può essere richiesto dai lavoratori:
- dipendenti
- autonomi, come artigiani, commercianti e coltivatori diretti
- dagli iscritti alla Gestione Separata
L’APE Sociale prevede un requisito anagrafico di 63 anni, per l’aspetto assicurativo bisogna far valere alternativamente almeno:
- 30 anni di contribuzione per i disoccupati, gli invalidi civili di invalidità riconosciuta maggiore del 74%, i caregivers, cioè coloro che si occupano di assistere un familiare “in situazione di gravità”;
- 36 anni contributivi per coloro che svolgono attività “gravose”, in alcune specifiche categorie di lavori “gravosi” stabilite dalla normativa, il requisito contributivo diminuisce a 32 anni.
Nel dettaglio:
- I disoccupati devono aver perso il lavoro a seguito di un licenziamento, dimissioni per giusta causa o per risoluzione consensuale e devono aver riscosso del tutto l’indennità di disoccupazione NASPI. Inoltre, occorre aver avuto un periodo lavorativo nei 3 anni prima della data di cessazione, con durata di almeno 18 mesi;
- I caregiver per accedere ad Ape dovranno avere un’anzianità contributiva minima che è sempre trent’anni. Nello specifico, è necessario fornire assistenza, al momento della domanda e da almeno sei mesi, in favore di:
- Coniuge
- Persona in unione civile
- Parente di primo grado convivente.
- Quanti sono in possesso di un’anzianità contributiva non inferiore a trent’anni hanno diritto ad Ape sociale se le competenti commissioni mediche, per il riconoscimento dell’invalidità civile, hanno accertato una capacità lavorativa ridotta almeno pari al 74%.
- I lavoratori appartenenti alle categorie di attività considerate “gravose” possono accedere all’Ape se hanno svolto per sette anni, nell’ultimo decennio, o per sei anni negli ultimi sette, una delle attività elencate dalla normativa.
Pensione anticipata: Quota 103
Quota 103 è una forma di pensione anticipata introdotta dal governo Meloni con l’ultima legge di bilancio che fino al 31 dicembre 2023 consente il pensionamento con 62 anni d’età e 41 anni di contribuzione.
La pensione anticipata è riconosciuta per un valore lordo mensile non superiore a cinque volte il trattamento minimo (per il 2023 pari a 2.818,70 euro). La riduzione opera per le mensilità di anticipo del pensionamento, rispetto al requisito anagrafico della pensione di vecchiaia. Tuttavia, non è cumulabile con i redditi da lavoro dipendente o autonomo. Al contrario, è ammessa la cumulabilità con i redditi derivanti da lavoro autonomo occasionale, nel limite di 5 mila euro lordi annui.
Possono rientrare all’interno di questa misura coloro che sono nati tra il 1960 e il 1961 e che sono:
- dipendenti pubblici
- dipendenti privati
- lavoratori autonomi
- lavoratori parasubordinati.
Previa domanda trasmessa all’Inps, il diritto a Quota 103 decorre:
- Dal 1° aprile 2023 (dal 1° agosto 2023 se dipendenti pubblici), per quanti maturano i requisiti entro il 31 dicembre 2022;
- Trascorsi tre mesi dalla data di maturazione dei requisiti (sei mesi se dipendenti pubblici), per quanti maturano i requisiti stessi a partire dal 1° gennaio 2023.
Pensione anticipata: la Quota 41?
L’introduzione di Quota 41 era prevista per il 2024, ma senza un accordo sulla riforma delle pensioni è attualmente in stallo. Il governo intende evitare il ritorno della legge Fornero e l’orizzonte si sposta al 2025.
Si tratta dell’unica Quota 41 esistente ad oggi nel nostro sistema previdenziale. Possono accedere a questa pensione anticipata – con il requisito contributivo ridotto a 41 anni a prescindere dall’età anagrafica – solo quanti hanno svolto almeno 12 mesi di lavoro effettivo, anche non continuativo, prima del 19esimo anno di età.
La pensione anticipata è possibile chiederla se si posseggono 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, mentre per le donne è prevista una riduzione a 41 anni e 10 mesi. Tale trattamento pensionistico è riconosciuto a prescindere dall’età anagrafica.
Il governo Meloni sta cercando di trovare le coperture per l’introduzione di Quota 41, sostenuta dalla Lega. Questa operazione favorirebbe i lavoratori precoci che hanno iniziato a lavorare da giovani. Tuttavia, secondo le stime dell’Inps, potrebbe costare più di 4 miliardi il primo anno e arrivare a 75 miliardi in dieci anni. Questo è considerato troppo costoso dalla maggior parte della maggioranza.
Pensione anticipata: Bonus Maroni
I soggetti che non sfruttano la pensione anticipata, in alternativa, possono usufruire del “bonus Maroni” che consiste nella rinuncia a tutti i contributi dovuti dal datore di lavoro che andranno a finire in modo diretto in busta paga, senza contribuire al computo della pensione finale.
In poche parole, altro non è che una sorta di premio per chi sceglie di rimandare il pensionamento anticipato, pur nella condizione di aver già conseguito i requisiti di accesso a Quota 103.
- prevede un esonero pari al 33% del totale dei contributi previdenziali da versare;
- comporta che il corrispondente importo dovuto come contribuzione gravante sul dipendente non sarà assegnato all’Inps, ma piuttosto entrerà nello stipendio netto del lavoratore.