Politiche attive del lavoro: sicuramente avrete sentito parlare di questo argomento, specialmente adesso che RdC sta per essere abolito per essere sostituito dal Supporto per la formazione e il lavoro, a partire dal 1° settembre.
Gli “occupabili”, ossia le persone della fascia 18-59 che non rientrano nella platea di coloro che percepiranno RdC fino a fine anno, passeranno dal 1° settembre al Supporto per la formazione e il lavoro, un sussidio da 350 euro mensili.
Per poter percepire il sussidio in questione, è necessario prendere parte alle Politiche attive del lavoro. Ma di cosa si tratta nello specifico?
Politiche attive del lavoro: cosa sono?
Le politiche attive del lavoro sono tutte quelle iniziative volte a favorire l’occupazione. Nel caso specifico degli ex percettori RdC (e nuovi percettori del Supporto) si tratta di politiche orientate quindi a trovare loro un impiego.
Dopo la confusione circa i corsi di formazione obbligatori che avrebbero dovuto seguire i percettori RdC, nulla o quasi è cambiato. Infatti, come risaputo, i percettori RdC che avrebbero dovuto essere chiamati dai Centri per l’Impiego per i famigerati corsi, raramente hanno davvero ricevuto la chiamata, e quindi i corsi sono rimasti obbligatori praticamente solo sulla carta.
Ma ora, con la riforma RdC, le cose potrebbero cambiare. I percettori del Supporto per la formazione, sarebbero infatti tenuti anch’essi a prendere parte a corsi ed iniziative volte alla ricerca di un impiego, e sono anche tenuti a presentare un rendiconto ogni 90 giorni circa le attività cui hanno preso parte.
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Rientrano nelle attività di politiche attive:
- progetti di formazione, di qualificazione e riqualificazione professionale:
- progetti di orientamento
- servizio civile
- altre iniziative utili alla collettività.
Per prendere parte a tali iniziative, è necessario (ed obbligatorio) stipulare il patto di servizio personalizzato.
Patto di servizio personalizzato: cosa è?
Il Supporto sarà istituito dal 1° settembre 2023. Gli interessati potranno fare richiesta presso la piattaforma SIISL presto adibita, e accedere dunque alla domanda per il sussidio.
La domanda è articolata in due fasi:
- con la richiesta, si firma il patto di attivazione digitale col quale il beneficiario si impegna a presentarsi alla convocazione, durante la quale discuterà della sua situazione e si studierà quindi il percorso lavorativo a lui più congeniale
- dopo di che, quando INPS autorizza la richiesta, il richiedente viene convocato presso il servizio competente e così sottoscrive il patto di servizio personalizzato.
Col patto di servizio personalizzato, il richiedente si impegna a partecipare alle iniziative di politiche attive del lavoro e ai percorsi formativi previsti dal Programma nazionale per la Garanzia occupabilità dei lavoratori (GOL).
FAQ
Chi è esonerato dal patto di servizio?
Non devono sottoscrivere il patto di servizio coloro che percepiscono RdC fino al 31 dicembre 2023 e che percepiranno poi l’Assegno di inclusione. I patti di servizio sono infatti riservati ai soli occupabili.
Però c’è un importante particolare: gli occupabili che fanno parte di in nucleo che percepisce l’ADI, devono comunque dare disponibilità immediata al lavoro. Facciamo un esempio pratico.
Esempio: nucleo con due genitori over 60, un figlio disabile, e un figlio di 23 anni occupabile e senza patologie. In tal caso, il figlio occupabile deve dare disponibilità al lavoro e anche un solo rifiuto di un’offerta di lavoro congrua fa immediatamente decadere il nucleo dal sussidio.
Cosa succede se non presento il rendiconto trimestrale?
Se non presento il rendiconto trimestrale, perdo il Supporto per la formazione. Salvo che la mancata presentazione del rendiconto non sia avvenuta per una giusta causa.
Quando sarà disponibile la piattaforma SIISL?
La piattaforma dovrebbe essere attiva per il 1° settembre 2023. Vi terremo aggiornati in merito.