Reddito di cittadinanza: in arrivo corsi di formazione obbligatori per i suoi percettori
Il reddito di cittadinanza 2023 sta per subire uno stravolgimento, che terminerà, nel 2024, con la sua definitiva abolizione.
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Nello specifico, la novità di maggior rilievo è quella concernente la partecipazione ai corsi di formazione obbligatori.
Questa novità ha innescato non poca confusione nei percettori del reddito, che ora si chiedono se dovranno partecipare ai corsi di formazione obbligatori e con che modalità.
Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.
Reddito di cittadinanza e corsi di formazione: ecco le categorie ed i requisiti
Il reddito di cittadinanza, come abbiamo accennato, sta subendo delle modifiche di grossa rilevanza, prima fra tutte quella concernente l’obbligatorietà della partecipazione a corsi di formazione per quanti ne sono percettori.
Chi infatti non prenderà parte a tali corsi, perderà il diritto al sussidio ben prima della sua tanto temuta abolizione.
Durante questi anni il Reddito di cittadinanza è stato fonte di polemiche e contrasti, e ora si aggiunge un altro tassello che va a confondere maggiormente le carte.
Che il Governo volesse una stretta sul reddito era chiaro già da tempo, e il meccanismo dei corsi di formazione obbligatori altro non è che il riflesso di tale volontà.
In sostanza, la Legge di Bilancio 2023 conserverà il Reddito di cittadinanza ma a patti e condizioni.
Per tutto il 2023 il reddito di cittadinanza verrà versato ai soggetti occupabili per un totale di 7 mesi.
I “soggetti occupabili” sono quelle persone con un’età inclusa tra 18 e 65 anni in grado di lavorare.
I soggetti interessati dovranno frequentare un corso di formazione o riqualificazione professionale di almeno un semestre.
Quindi, ricapitolando: i soggetti occupabili tra i 18 e i 65 anni percepiranno il sussidio per 7 mesi durante i quali dovranno obbligatoriamente prendere parte a un corso di formazione.
Ma perché è obbligatorio e cosa succede se non si prende parte a nessun corso di formazione? Vediamolo insieme.
Corsi di formazione obbligatori: le regole
Rifiutarsi di prendere parte al corso di formazione significa concretamente perdere il diritto al contributo mensile.
Il corso di formazione è, infatti, un corso volto ad aumentare le chance lavorative del cittadino, così che possa inserirsi nel mondo del lavoro e accantonare il sussidio. Per questo il rifiuto del corso di formazione comporta la perdita al diritto di percezione del RdC, con l’impossibilità di fare una domanda prima di 18 mesi (6 per le famiglie con minori a carico o disabili).
Tuttavia, dato che il RdC verrà abolito nel 2024, la conseguenza logica è che chi non seguirà i corsi di formazione perderà il diritto al sussidio permanentemente.
I soggetti occupabili, dunque, per tutto il 2023 e fino a che il sussidio non verrà accantonato nel 2024, dovranno frequentare il corso cui verranno assegnati, durante il quale continueranno a percepire il reddito di cittadinanza.
Reddito di cittadinanza e corsi di formazione: come vengono assegnati?
Alla segnalazione dei corsi di formazione penseranno i centri per l’impiego o dell’agenzia per il lavoro privata che prende in carico il cittadino percettore del sussidio.
Tuttavia, niente impedisce che sia lo stesso percettore a decidere autonomamente quali corsi di formazione frequentare.
Per garantire il rispetto delle regole, a coordinarsi saranno le Regioni, l’ANPAL e l’INPS.
Il coordinamento tra enti avverrà come segue:
Le regioni dovranno segnalare all’Anpal, mediante relazione, le persone che non si renderanno disponibili alla frequenza di corsi di formazione.
A sua volta, l’ANPAL segnalerà la questione all’INPS, che è l’ente nazionale addetto all’erogazione del sussidio.
Tuttavia, fino a che non sarà l’INPS a dare ulteriori dettagli mediante una circolare, il beneficiario non dovrà partecipare ad alcun corso di formazione, almeno per adesso
Per il momento, dunque, non si hanno ulteriori delucidazioni in merito
Importante: Istruzione obbligatoria nella fascia 18-29
Infine, va segnalata la regola indirizzata a coloro che hanno una età compresa tra i 18 e i 29 anni e non hanno un titolo di scuola secondaria superiore.
Questi ultimi dovranno tornare a scuola e conseguire quanto meno una qualifica triennale, oltre a iscriversi al corso di formazione sopra citato.
Leggi anche: 3 modi per controllare il saldo del reddito di cittadinanza
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