Il prossimo concorso scuola per l’assunzione di docenti è atteso tra la fine di ottobre e novembre 2024. Si tratta del secondo concorso previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), finalizzato all’assunzione di circa 20.000 insegnanti tra posti comuni e di sostegno. Con la recente approvazione del decreto 71 del 2024, questo concorso sarà più selettivo rispetto alle precedenti edizioni, introducendo nuovi requisiti per l’ammissione alle prove orali e l’accesso ai posti disponibili.
Perché il concorso scuola 2024 sarà più selettivo?
Il concorso scuola del 2024 sarà caratterizzato da una maggiore selettività rispetto alle edizioni precedenti. Il decreto 71/2024 stabilisce che alla prova orale potranno accedere solo tre volte il numero dei posti disponibili. Inoltre, i candidati dovranno ottenere un punteggio minimo di 70/100 per superare la prova scritta. Questo nuovo approccio ha l’obiettivo di garantire una selezione più rigorosa e mirata, riducendo il numero di candidati ammessi alla fase finale del concorso.
Quali sono i requisiti per partecipare al concorso scuola 2024?
I requisiti per diventare insegnanti e partecipare al concorso scuola variano in base alla tipologia di posto (comune o sostegno) e al percorso formativo dei candidati. Di seguito i dettagli per ciascuna categoria. Per concorrere ai posti comuni, è necessario possedere una laurea specifica per la classe di concorso di riferimento e almeno uno dei seguenti requisiti aggiuntivi:
- abilitazione all’insegnamento per la classe di concorso specifica;
- aver svolto almeno tre anni di servizio (anche non consecutivi) negli ultimi cinque anni nelle scuole statali, di cui almeno uno nella classe di concorso per cui si partecipa;
- 24 CFU conseguiti entro il 31 ottobre 2022;
- 60 CFU o almeno 30 CFU, previsti dal percorso universitario.
Per i docenti ITP, fino al 31 dicembre 2024 sarà ancora possibile partecipare con il solo diploma. Dopo questa data, la normativa cambierà e richiederà anche agli ITP il possesso di una laurea. Questa fase transitoria è stata introdotta dal decreto 36 del 2022 e rappresenta un’importante opportunità per chi non ha ancora completato il percorso universitario.
Per i posti di sostegno, oltre al titolo di studio specifico per la classe di concorso, è necessario possedere la specializzazione per l’insegnamento su posti di sostegno.
Quali prove sono previste per il concorso scuola 2024?
Il concorso PNRR 2024 seguirà una struttura simile a quella del primo concorso, con due prove principali:
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- prova scritta computer-based: questa consisterà in 50 quesiti a risposta multipla, da completare in un tempo stabilito. I candidati dovranno dimostrare la loro preparazione su una vasta gamma di argomenti previsti dal programma del concorso;
- prova orale: il colloquio verterà sugli argomenti contenuti nell’allegato A del bando. Inoltre, sarà prevista una lezione simulata, il cui argomento verrà estratto 24 ore prima della prova. La lezione simulata rappresenta un momento cruciale per valutare le capacità didattiche e comunicative del candidato.
L’obiettivo di questo concorso è quello di potenziare il sistema scolastico italiano, immettendo nuovi insegnanti di ruolo attraverso una selezione rigorosa, conforme agli standard europei promossi dal PNRR. La maggiore selettività del concorso punta a garantire l’entrata nel mondo della scuola di professionisti qualificati, capaci di affrontare le sfide educative del futuro.
Le proteste dei docenti idonei ai concorsi precedenti
Negli ultimi mesi, si sono intensificate le proteste dei docenti idonei ai concorsi precedenti che, pur avendo superato le prove, non sono riusciti a entrare in graduatoria per mancanza di posti disponibili. Questi insegnanti chiedono a gran voce l’istituzione di una graduatoria unica per i bandi PNRR, che permetta l’inserimento automatico di chi è già risultato idoneo nelle edizioni precedenti. La loro richiesta nasce dal desiderio di evitare una nuova partecipazione a concorsi altamente selettivi, nonostante abbiano già dimostrato la loro competenza. Questa proposta mira a garantire una maggiore equità, riconoscendo il merito di chi ha già superato le prove, ma è stato penalizzato dal numero limitato di posizioni disponibili. Tuttavia, il governo non ha ancora fornito risposte definitive, lasciando la questione aperta e alimentando il malcontento tra i docenti.