Quota 104 pensionamento anticipato: addio ad Opzione Donna. Ora si va verso una (nuova) riforma. Cosa prevede quota 104 e come funziona?
Quota 104 pensionamento: l’addio ad Opzione donna
Che il governo sia già da tempo in cerca di una riforma previdenziale che si adatti al Paese non è un mistero, come non è un mistero che di tanto in tanto vengano annunciate riforme per poi fare dietro front.
Tra questi dietro front, c’è certamente quello su Opzione donna, che ora sembra destinata ad essere accantonata. Ma non solo: si inaspriscono i parametri per i prepensionamento.
In arrivo Quota 104, che è riservata a chi ha:
- almeno 63 anni età
- 41 di contributi.
Il tutto condito persino da tagli agli assegni pensionistici. Si tratta di proposte ritenute inaccettabili dall’opposizione. Proprio come commentato lapidariamente Marcello Pacifico, presidente Anief, ad Orizzonte Scuola: “Reputiamo queste proposte irricevibili, mentre riteniamo che basterebbe dare applicazione nella scuola alle medesime regole in vigore oggi per i lavoratori delle forze armate, dando inoltre la possibilità ad insegnanti e personale Ata di realizzare il riscatto gratuito degli anni di studio universitario più l’eventuale integrazione dei fondi bancari”.
Quota 104: l’ipotesi 2026
Per l’anno prossimo il governo potrebbe decidere dunque di prorogare quota 103. Ma che significa quota 104? In sostanza, si tratta della possibilità alternativa a quota 103, che prevederebbe appunto il raggiungimento dei 63 anni di età e 41 anni di contribuzione.
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Tale soluzione è tuttavia poco condivisa dalla Lega, questo perché effettivamente pare essere più conveniente Quota 103, che al momento, nel 2024, prevede invece:
- almeno 62 anni
- un’anzianità contributiva minima di 41 anni.
Confermata invece la già nota proroga di Ape sociale per tutto il 2024, mentre resta invariata l’età pensionabile “classica” che è quella di 67 anni.
Opzione donna 2025 sfuma
Sfuma invece Opzione Donna, valida ancora per tutto il 2024 ma poi definitivamente abbandonata nel 2025.
L’Opzione Donna, ricordiamo, si rivolge a chi, alternativamente:
- faccia assistenza al momento della richiesta di prepensionamento e da almeno 6 mesi al coniuge o a un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità (che può essere anche un parente o un affine di secondo grado convivente nel caso in cui i genitori o il coniuge della persona con handicap abbiano compiuto i 70 anni di età o siano affetti da patologie invalidanti, deceduti o mancanti);
- si trovi con una riduzione della capacità lavorativa accertata dalle autorità competenti con il riconoscimento dell’invalidità civile, superiore o uguale al 74%;
- sia una lavoratrice dipendente o licenziata da un’azienda in cui è in corso un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale.