Il nuovo anno si profila come un anno cruciale per il rientro dei cervelli 2024 in Italia, con l’approvazione del decreto legislativo sulla fiscalità internazionale. Le recenti modifiche rispetto alle versioni preliminari hanno catturato l’attenzione della comunità degli expat, focalizzandosi su aspetti chiave quali requisiti, agevolazioni fiscali e le nuove regole che disciplinano il rientro dei cervelli.
Requisiti per il rientro dei cervelli 2024
Come funziona il rientro dei cervelli in Italia? A partire da gennaio 2024, entra in vigore il nuovo regime che prevede una significativa riduzione della tassazione del 50% per i lavoratori con elevati livelli di qualificazione o specializzazione. Questa agevolazione si applica entro un limite di reddito agevolabile pari a 600.000 euro ed è destinata a coloro che trasferiscono la loro residenza fiscale in Italia durante l’anno. Tuttavia, chi effettua il rientro entro il 31 dicembre 2023 continuerà a beneficiare delle agevolazioni dell’attuale regime.
Inoltre, le nuove regole rendono più rigorose le condizioni per godere degli sgravi fiscali. I lavoratori potranno usufruirne per un periodo di cinque anni, a patto che non siano stati fiscalmente residenti in Italia nei tre anni fiscali precedenti il trasferimento. Un impegno supplementare richiede di risiedere fiscalmente in Italia per almeno cinque anni.
Rientro dei cervelli e trasferimenti infragruppo
Un aspetto cruciale riguarda i trasferimenti infragruppo. Coloro che rientrano con questa modalità possono godere dei benefici fiscali solo se il periodo di permanenza all’estero è pari a sei periodi d’imposta. Tale condizione si applica a chi non è stato impiegato in precedenza in Italia dallo stesso gruppo.
Per coloro che hanno avuto un impiego in Italia dallo stesso datore di lavoro o da un datore di lavoro appartenente allo stesso gruppo, il requisito si estende a sette periodi d’imposta.
Agevolazioni per genitori e figli minori
Un’attenzione particolare è dedicata alle famiglie. I genitori che rientrano con almeno un figlio minore a carico avranno un’agevolazione rafforzata, aumentata al 60% rispetto al 50% previsto per gli altri. Questo incremento si applica anche a coloro che diventano genitori o adottano un minore durante il periodo di fruizione del regime impatriati.
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Proroga del regime e considerazioni aggiuntive
Una delle novità più dibattute riguarda la proroga del regime. A differenza del regime attuale, il nuovo non prevede una proroga quinquennale per diventare genitori o acquistare un immobile residenziale.
Tuttavia, coloro che trasferiranno la residenza anagrafica nel 2024 potranno godere del regime per tre ulteriori periodi d’imposta se diventano proprietari, entro il 31 dicembre 2023 e, comunque, nei 12 mesi precedenti al trasferimento, di un’unità immobiliare residenziale adibita ad abitazione principale in Italia.
Agevolazioni per calciatori e società sportive
Ancora aperto è il dibattito riguardo alle agevolazioni per calciatori e società sportive. Attualmente, non sono previsti bonus, ma il tema è in fase di valutazione per una decisione complessiva che terrà conto delle esigenze specifiche di questo settore.
Chi può usufruire del rientro dei cervelli e come funziona?
Dal prossimo gennaio, il nuovo provvedimento impone restrizioni più severe ai beneficiari del regime agevolato che rientrano in Italia. La riduzione del 50% dell’imposizione fiscale, con un limite di reddito agevolabile di 600.000 euro, sarà destinata ai lavoratori con elevate qualifiche o specializzazioni.
Inoltre, le nuove disposizioni stabiliscono che i lavoratori potranno godere degli sgravi fiscali per cinque anni solo se non sono stati fiscalmente residenti in Italia nei tre periodi d’imposta precedenti al trasferimento. Sarà inoltre richiesto loro di mantenere la residenza fiscale in Italia per almeno cinque anni consecutivi.
È importante notare che i benefici fiscali previsti da questa disposizione sono accessibili ai cittadini italiani iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (AIRE) e anche a coloro non registrati presso la stessa Anagrafe, a condizione che abbiano avuto la residenza in un altro Stato in conformità con una convenzione contro le doppie imposizioni sui redditi nel triennio indicato. Attualmente, la disposizione si applica solo ai cittadini italiani, senza specifiche menzioni riguardo ai cittadini stranieri.