Il riscatto anni di laurea è quell’operazione che ti permette di trasformare gli anni passati sui libri in contributi veri e propri per la pensione. In pratica, “compri” il periodo dei tuoi studi universitari versando una cifra all’INPS. Il risultato? Puoi avvicinare il traguardo della pensione e, allo stesso tempo, dare una spinta al tuo futuro assegno mensile.
Capire il riscatto della laurea e perché conviene

Pensa alla tua vita lavorativa come a una maratona. Ogni anno di contributi versati è un chilometro in più che ti avvicina al traguardo finale: la pensione. Ecco, il riscatto della laurea ti permette di aggiungere alla corsa quei chilometri preziosi che non hai potuto percorrere perché eri impegnato a studiare.
In poche parole, questa operazione trasforma il tempo dedicato alla tua formazione in anzianità contributiva. Non vederla come una semplice spesa, ma come un vero e proprio investimento strategico per il tuo futuro.
Perché oggi è una scelta così importante
Da quando siamo passati al sistema di calcolo contributivo, dove la pensione dipende direttamente da quanti contributi hai versato, ogni singolo anno fa la differenza. Soprattutto per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996, riscattare gli anni di studio può cambiare le carte in tavola.
I vantaggi principali sono due e sono molto concreti:
- Andare in pensione prima: Aggiungendo anni di contributi, puoi raggiungere più in fretta i requisiti che la legge chiede per poter smettere di lavorare.
- Aumentare l’importo dell’assegno: Più contributi hai accumulato nel tuo “salvadanaio” previdenziale (il cosiddetto montante contributivo), più sostanziosa sarà la pensione che riceverai ogni mese.
Il riscatto non è un obbligo, ma un’opportunità. Ti dà la possibilità di valorizzare un periodo di grande impegno personale, quello universitario, e trasformarlo in un beneficio tangibile per la tua sicurezza economica futura.
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Per iniziare a farti un’idea, è cruciale conoscere le due strade principali che puoi percorrere. Ognuna ha costi e conseguenze diverse, come vedremo subito.
Confronto Rapido tra Riscatto Agevolato e Ordinario
Ecco una sintesi delle differenze chiave tra le due principali opzioni di riscatto, per aiutarti a fare una scelta più informata.
| Caratteristica | Riscatto Agevolato | Riscatto Ordinario |
|---|---|---|
| Costo | Fisso e ridotto (circa 6.123 € per anno nel 2025) | Variabile, calcolato sul tuo reddito imponibile attuale |
| Impatto sulla pensione | Aumento del montante contributivo in base al costo pagato | Aumento del montante contributivo in base al reddito |
| Convenienza | Ideale per giovani e per chi ha redditi bassi o medi | Vantaggioso per redditi alti e per chi rientra nel sistema misto |
| Requisiti | Anni di studio dal 1996 in poi, o opzione per il sistema contributivo | Aperto a tutti, senza vincoli sul periodo di studio |
Come vedi, la scelta dipende molto dalla tua situazione personale, dal tuo reddito e da quando hai frequentato l’università. Analizzare bene questi aspetti è il primo passo per decidere se e come procedere.
Chi può davvero chiedere il riscatto degli studi
Avere una laurea nel cassetto è un ottimo punto di partenza, ma non basta per poter riscattare gli anni di studio. Per accedere a questa possibilità, l’INPS ha fissato dei paletti molto chiari, dei veri e propri requisiti da soddisfare senza i quali la domanda non può neanche partire.
Il primo, e forse il più scontato, è avere effettivamente conseguito il titolo di studio. Non si possono riscattare gli anni di un corso di laurea iniziato e poi abbandonato. Solo chi ha completato il percorso e ottenuto il diploma può trasformare quegli anni in contributi.
Altro punto fondamentale: durante gli anni del corso di studi non devi aver versato contributi obbligatori. In parole povere, se mentre frequentavi l’università facevi anche un lavoretto part-time con un contratto regolare, e quindi ti venivano versati dei contributi, quel periodo non è riscattabile. Il riscatto serve a riempire i “buchi” contributivi, non a sovrapporre versamenti.
L’idea di fondo è semplice: il riscatto permette di valorizzare un periodo che hai dedicato solo e soltanto alla tua formazione, trasformandolo in anni utili per la pensione che altrimenti andrebbero persi.
Quali percorsi di studio sono validi
Non tutti i titoli accademici aprono le porte al riscatto. L’INPS ha definito una lista precisa dei percorsi che danno diritto a questa opzione, coprendo di fatto la maggior parte delle qualifiche universitarie.
Ecco quali sono i principali titoli di studio che puoi riscattare:
- Diplomi di laurea: Parliamo dei corsi del vecchio ordinamento, quelli con una durata legale tra i quattro e i sei anni.
- Lauree triennali e magistrali: Tutti i titoli introdotti con la riforma universitaria sono inclusi, sia quelli di primo che di secondo livello.
- Diplomi di specializzazione: Sono riscattabili i percorsi post-laurea, a patto che durino almeno due anni.
- Dottorati di ricerca: Anche il più alto grado di istruzione universitaria può essere interamente riscattato ai fini pensionistici.
- Titoli ottenuti all’estero: È possibile riscattarli, ma solo se sono stati ufficialmente riconosciuti in Italia e hanno quindi valore legale nel nostro Paese.
Questa flessibilità consente di recuperare gran parte dei percorsi formativi, purché, ovviamente, si rispettino sempre le condizioni di base. E attenzione: la domanda può essere presentata da chiunque, anche da un inoccupato che non ha ancora iniziato a versare contributi.
Come si calcola il costo del riscatto laurea
E ora, la domanda da un milione di euro: quanto mi costa trasformare gli anni passati sui libri in contributi validi per la pensione? La risposta non è una cifra secca, perché il costo del riscatto degli anni di laurea dipende da quale strada decidi di percorrere. Pensa di avere davanti due opzioni: una calcolata su misura per te, l’altra a un prezzo “standard”.
Il primo percorso è il cosiddetto riscatto ordinario, e qui il conto è strettamente legato alla tua carriera. La formula prende in considerazione la tua retribuzione imponibile dell’ultimo anno e l’aliquota contributiva che si applica alla tua gestione previdenziale. In parole povere, più guadagni, più ti costerà riscattare ogni singolo anno di università.
Il riscatto agevolato: un’alternativa spesso più conveniente
C’è poi una seconda strada, il riscatto agevolato, che per molti si rivela un’opzione decisamente più vantaggiosa, specialmente per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996. Qui il meccanismo di calcolo è totalmente diverso. Non si guarda più al tuo stipendio attuale, ma si applica un costo fisso, basato su un minimale contributivo uguale per tutti.
Non a caso è diventato popolarissimo, soprattutto tra i più giovani. Per darti un’idea, nel 2025 il costo per riscattare un anno di studi con la formula agevolata è stato fissato a circa 6.123 euro. Una cifra importante, certo, ma che è interamente deducibile e può tradursi in un bel risparmio sulle tasse.
Attenzione però: scegliere il riscatto agevolato ha una conseguenza importante. Significa accettare che il calcolo della tua pensione futura avvenga interamente con il metodo contributivo, un sistema che lega l’importo dell’assegno solo ed esclusivamente ai contributi che hai versato.
In pratica, pagando di meno oggi, l’incremento che otterrai sul tuo montante contributivo (il tuo “salvadanaio” per la pensione) sarà più basso rispetto a quello che avresti con il riscatto ordinario. L’impatto reale sull’assegno finale dipenderà poi dai coefficienti di trasformazione, ovvero quei parametri che convertono i contributi in rendita. Se vuoi capire meglio come funzionano, ne parliamo in dettaglio nel nostro articolo sui coefficienti di trasformazione e come funzionano.
Il grande vantaggio: la deducibilità fiscale
A prescindere dalla scelta che farai, il vero asso nella manica del riscatto laurea è il beneficio fiscale. Qualsiasi cifra tu decida di versare, sia in un’unica soluzione che a rate, è completamente deducibile dal tuo reddito imponibile IRPEF.
Che cosa significa? In termini semplici, che lo Stato ti “restituisce” una parte di quello che hai speso sotto forma di tasse in meno da pagare. Il risparmio effettivo dipende dalla tua aliquota fiscale: più guadagni, più è alta la tua aliquota e maggiore sarà il beneficio. Questo dettaglio non da poco rende l’operazione un investimento ancora più interessante.
La guida pratica per la domanda di riscatto all’INPS

Affrontare la burocrazia può sembrare una scalata, ma presentare la domanda per il riscatto degli anni di laurea oggi è molto più semplice di quanto si pensi. Niente più code agli sportelli: l’intera procedura si svolge online, direttamente dal portale INPS, trasformando un’operazione che una volta era complessa in una serie di passaggi chiari e gestibili da casa.
Il primo passo, ovviamente, è accedere al sito ufficiale dell’INPS. Per entrare nella tua area personale avrai bisogno di una delle tue credenziali digitali:
- SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale)
- CIE (Carta d’Identità Elettronica)
- CNS (Carta Nazionale dei Servizi)
Una volta dentro, devi trovare il servizio giusto. Il percorso da seguire è: “Prestazioni e servizi” > “Servizi” > “Portale riscatti – ricongiunzioni”. Questa è la porta d’ingresso per avviare la tua pratica.
Cosa preparare prima di iniziare
Per rendere la procedura ancora più rapida e fluida, ti consiglio di avere a portata di mano alcune informazioni essenziali. Pensa a questa fase come alla preparazione degli ingredienti prima di metterti a cucinare: avere tutto pronto ti eviterà interruzioni e perdite di tempo.
Ti serviranno i tuoi dati anagrafici, il codice fiscale e tutti i dettagli del tuo percorso di studi. È fondamentale avere sottomano anche la tua situazione reddituale, perché influenzerà alcuni aspetti della domanda. Ad esempio, la Certificazione Unica può essere un documento molto utile; se non sai dove trovarla, la nostra guida su come scaricare la Certificazione Unica per l’ISEE dall’INPS ti mostra tutti i passaggi.
Una volta inviata la domanda, l’INPS prenderà in carico la tua richiesta e la analizzerà. I tempi di risposta possono variare, ma alla fine della valutazione riceverai una comunicazione ufficiale con l’esito e, in caso positivo, il piano dei pagamenti.
Il pagamento rateale fino a 10 anni
Dopo l’accoglimento della domanda, l’INPS ti comunicherà l’importo totale da versare. A questo punto, avrai due strade: pagare tutto in un’unica soluzione oppure scegliere un piano di dilazione.
Questa seconda opzione è estremamente flessibile. Puoi infatti suddividere il costo in un massimo di 120 rate mensili, cioè dieci anni, senza che vengano applicati interessi aggiuntivi. È proprio questa modalità che rende il riscatto della laurea un investimento sostenibile e alla portata di molti.
Quando il riscatto della laurea conviene davvero
Il riscatto degli anni di laurea è un grosso investimento sul proprio futuro, ma come ogni investimento, non è sempre la mossa giusta per tutti. Vediamo di capire, con un po’ di lucidità, in quali scenari questa operazione diventa un vero affare per la tua pensione.
La valutazione va ben oltre il semplice calcolo dei costi; è una riflessione profonda sul tuo percorso di vita e di carriera. La convenienza, infatti, dipende da fattori molto personali, come l’età, il reddito che hai e gli obiettivi che ti sei prefissato per la pensione.
Scenari in cui il riscatto è una mossa vincente
Ci sono situazioni ben precise in cui il riscatto degli anni di laurea si rivela una scelta particolarmente intelligente. Se ti ritrovi in uno di questi profili, allora vale la pena farci un pensiero serio.
- Andare in pensione prima: Se hai iniziato a lavorare tardi, magari proprio perché hai seguito un lungo percorso di studi, riscattare gli anni universitari può aiutarti a raggiungere prima i 41/42 anni e 10 mesi di contributi che servono per la pensione anticipata.
- Aumentare l’importo dell’assegno: Per chi ha stipendi medio-alti, il riscatto ordinario, anche se è più costoso, si traduce in un “tesoretto” contributivo più grande e, di conseguenza, in una pensione futura più sostanziosa.
- Sfruttare il bonus fiscale: Se hai un reddito imponibile alto, la deducibilità totale del costo del riscatto ti permette di ottenere un risparmio fiscale notevole, riducendo di fatto la spesa effettiva che devi sostenere.
In poche parole, il riscatto conviene soprattutto quando il tuo obiettivo non è solo quello di “tappare un buco”, ma di ottimizzare tutta la tua strategia previdenziale. È uno strumento potente per chi ha bisogno di accelerare i tempi o di massimizzare quanto versato.
L’operazione è talmente strategica che, secondo i dati INPS, nel 2024 sono stati riscattati più di 200.000 anni di laurea.
E quando invece è meglio lasciar perdere?
D’altra parte, ci sono casi in cui è meglio aspettare o addirittura rinunciare del tutto. Se sei molto giovane e ti mancano ancora decenni prima della pensione, investire oggi una somma così importante potrebbe non essere la tua priorità.
Allo stesso modo, se hai un reddito basso, il costo, anche se lo puoi pagare a rate, potrebbe essere troppo pesante rispetto ai vantaggi che ne otterresti. Capire quando posso andare in pensione è una domanda complessa, e il riscatto è solo uno dei tanti strumenti che hai a disposizione per arrivarci.
Le domande più frequenti sul riscatto di laurea
Quando si parla di riscatto degli anni di laurea, è normale avere mille domande. Ho raccolto qui le più comuni per darti risposte semplici e dirette, così da sciogliere ogni dubbio e aiutarti a fare la scelta giusta con serenità.
Posso riscattare solo una parte del corso di studi?
Assolutamente sì. Non sei obbligato a riscattare l’intero percorso universitario. La norma ti dà la massima flessibilità: puoi scegliere di valorizzare anche un solo anno accademico o solo alcuni periodi, a seconda di cosa ti serve e di quanto puoi spendere.
Questa opzione è perfetta se, ad esempio, ti manca giusto un anno per agganciare i requisiti della pensione anticipata. In questo modo fai un investimento mirato, pagando solo per ciò che ti è davvero utile.
Non pensare al riscatto come a un pacchetto “tutto o niente”. Immaginalo piuttosto come uno strumento su misura, che si adatta alla tua situazione previdenziale e al tuo portafoglio.
Cosa succede se smetto di pagare le rate?
Se per qualche motivo dovessi interrompere il pagamento delle rate, niente panico: non perdi i soldi già versati. L’INPS non annulla la pratica, ma ti riconosce un periodo di contributi proporzionale a quanto hai effettivamente pagato fino a quel momento.
In parole semplici, se hai pagato il 50% del costo totale, ti verrà accreditata la metà esatta degli anni di studio che avevi chiesto di riscattare. Ecco perché è fondamentale fare bene i conti e valutare la sostenibilità delle rate nel tempo prima di partire.
Il riscatto vale anche per le lauree prese all’estero?
Certo. Puoi riscattare anche i titoli di studio che hai ottenuto in un’università straniera. C’è solo una condizione fondamentale: il titolo deve essere stato ufficialmente riconosciuto in Italia, e quindi avere pieno valore legale nel nostro Paese.
Per procedere, dovrai presentare all’INPS tutta la documentazione rilasciata dalle autorità competenti che attesta questo riconoscimento. Una volta verificato, il processo di riscatto anni laurea seguirà esattamente le stesse regole previste per i titoli italiani.
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