Bilanci pubblici inattendibili. Possibile truffa all’INPS sulla cassa integrazione dei dipendenti. E altri filoni di indagine ancora aperti. L’uragano che si è abbattuto sulla ministra del Turismo Daniela Santanchè, rinviata a giudizio lo scorso gennaio per il caso Visibilia, non accenna a fermarsi. A maggio è infatti prevista la prima udienza preliminare per la presunta truffa ai danni dell’INPS, inizialmente fissata per il 26 marzo scorso ma rinviata pre volere del nuovo legale della ministra. E intanto Santanchè, presa tra due fuochi, continua a restare al suo posto mettendo in imbarazzo il Governo Meloni. Che al momento pare sostenere la politica, ma potrebbe presto ricredersi per tentare di salvare la faccia in questo possibile scandalo. Ecco i dettagli.
Santanchè, il caso Visibilia e il rinvio a giudizio
L’ennesimo scandalo per un ministro del Governo. Non basta il caso Calderone, che in questi giorni sta scuotendo maggioranza e opposizioni, a mettere in subbuglio un esecutivo sempre più all’angolo. Perché a intervalli regolari, il caso Visibilia legato alla ministra del Turismo Santanchè torna a galla. Una storia che inizia il 19 giugno 2023, quando la trasmissione Report dà la notizia di indagini a carico di Daniela Santanchè. Lei smentisce, ricordando di aver venduto le sue quote nella società Visibilia nel gennaio 2022. Ma il punto è che l’ipotesi di reato si riferisce al periodo che va dal 2016 e il 2020. E allora la ministra era pienamente in gioco.L’accusa, con indagini che a quanto pare erano partite già il 5 ottobre 2022, è di aver pubblicato bilanci inattendibili (cioè truccati) che avrebbero fatto emergere con ritardo il dissesto patrimoniale della società in questione. Insomma una possibile truffa, sui cui a lungo si è indagato e che ha portato, nel gennaio 2025, al rinvio a giudizio per la titolare del dicastero del Turismo. Con la Santanchè, inoltre, andranno in tribunale anche il compagno Dimitri Kunz, l’ex compagno Canio Giovanni Mazzaro, la sorella Fiorella Garnero, la nipote Silvia Garnero e Antonino Schemoz, amministratore del gruppo dall’agosto 2019 e infine liquidatore delle società.
Una volta di fronte ai giudici, la ministra dovrà aiutare ad accertare se, effettivamente, i bilanci sono stati davvero truccati per sette anni (dal 2016 al 2022), per nascondere perdite milionarie e permettere al gruppo Visibilia di restare in piedi, ingannando tra l’altro parecchi investitori. Inutile dire che, in caso di condanna, le conseguenze per Daniela Santanchè sarebbero parecchio gravi. Per non parlare della figura che il Governo Meloni farebbe davanti a milioni di italiani.
La presunta truffa di Santanchè ai danni dell’INPS
Ma il filone Visibilia, come anticipato, non è l’unico che coinvolge Daniela Santanchè. C’è infatti anche un secondo ramo di indagini, a proposito di una presunta truffa all’INPS. In sostanza, per l’accusa Santanchè, Kunz e una terza persona avrebbero ottenuto “indebitamente” la Cig in deroga nel periodo Covid per 13 dipendenti. Ai tre viene inoltre contestato di aver “dichiarato falsamente” che i lavoratori fossero in cassa “a zero ore”, mentre invece svolgevano mansioni da remoto.
A proposito di questa possibile truffa, la prima udienza preliminare è stata spostata al 20 maggio prossimo, poiché il nuovo legale della ministra, l’avvocato Salvatore Pino, ha chiesto un “termine a difesa”, vale a dire un differimento per studiare gli atti con cura data la recente nomina. Ma in ogni caso, presto anche questo filone, come quello legato a Visibilia, potrebbe cadere come una spada di Damocle sulle teste degli accusati. Causando ulteriori imbarazzi e dissapori all’interno della maggioranza.
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Il futuro della ministra e l’imbarazzo del Governo
Tutto resta in sospeso, quindi. La colpevolezza di Daniela Santanchè sul caso Visibilia è ancora da accertare. E la presunta truffa ai danni dell’INPS, ugualmente, richiederà parecchio tempo per essere analizzata nel dettaglio. Intanto, però, è chiaro che il caso Santanchè sta pesando parecchio sulle sorti del Governo Meloni.
Essere anche solo accusati, e per giunta di azioni così gravi, è una macchia che difficilmente si cancella. E sebbene il partito della Meloni si dica garantista, girano voci (insistenti) su un malcontento crescente all’interno dell’ambiente. Daniela Santanchè al momento non si è dimessa. Né pare intenzionata a farlo. Mentre i cittadini guardano attoniti e si chiedono come mai, l’ennesima ministra del Governo appaia invischiata in affari poco trasparenti. È forse un caso? O sotto c’è dell’altro? Possiamo solo aggiungere che l’immagine trasmessa al pubblico non è delle migliori.