Sconto in fattura per ristrutturazione: la guida pratica

admin

21 Ottobre 2025

,

Seguici su: Instagram    whtasapp    youtube   tiktok   facebook

Se stai pensando di ristrutturare casa, avrai sicuramente sentito parlare dello sconto in fattura. Ma di cosa si tratta esattamente? In poche parole, è un meccanismo che ti permette di ottenere subito il beneficio fiscale legato ai lavori, senza dover aspettare il lungo recupero in 10 anni con la dichiarazione dei redditi.

L’impresa edile ti applica infatti uno sconto immediato sull’importo totale dei lavori, che corrisponde esattamente alla detrazione a cui avresti diritto. Il risultato? Hai bisogno di molta meno liquidità per far partire il cantiere. Una vera e propria boccata d’ossigeno.

Come funziona davvero lo sconto in fattura

Una persona che esamina una fattura e un contratto di ristrutturazione con un professionista
Sconto in fattura per ristrutturazione: la guida pratica

Facciamo un esempio pratico, che è sempre il modo migliore per capire le cose. Mettiamo che tu debba rifare il bagno e la spesa totale sia di 10.000 €. Con la classica detrazione fiscale, tu dovresti pagare tutti i 10.000 € all’impresa. Poi, con calma, recupereresti il 50% (cioè 5.000 €) in 10 rate annuali da 500 € l’una. Il problema? Devi avere subito 10.000 € liquidi.

Con lo sconto in fattura per la ristrutturazione, invece, lo scenario cambia completamente. L’impresa ti fa subito uno sconto del 50%, quindi a te basterà pagare solo 5.000 €. Sarà poi l’impresa a “recuperare” i restanti 5.000 € dallo Stato, sotto forma di credito d’imposta. Il vantaggio per te è immediato e tangibile.

Detrazione classica vs sconto: il confronto che chiarisce tutto

Per rendere l’idea ancora più chiara, vediamo cosa succede su una spesa di 20.000 €:

  • Con la detrazione fiscale: Paghi subito 20.000 € all’impresa. Recuperi 10.000 € in 10 anni (1.000 € all’anno). La liquidità che ti serve all’inizio è l’intera cifra.
  • Con lo sconto in fattura: Paghi subito solo 10.000 € all’impresa. E fine. Non devi aspettare nessun recupero. La liquidità che ti serve è la metà.

Questo sistema è stato pensato proprio per rendere gli incentivi più accessibili a tutti, alleggerendo il carico economico iniziale. Anche se le normative sono in continua evoluzione, il principio di base resta questo. Per il 2025, ad esempio, si parla di una detrazione del 50% per le prime case fino a un tetto di 96.000 €, mentre per altri lavori l’aliquota potrebbe scendere al 36%.


Scarica la nostra app e risparmia con i bonus attivi in Italia:

Chi può chiedere lo sconto?

La buona notizia è che la platea di chi può beneficiare di questa opzione è piuttosto ampia. Non è riservata solo ai proprietari dell’immobile, ma a chiunque sostenga le spese di ristrutturazione e abbia diritto alla detrazione.

Attenzione però: lo sconto in fattura non è un diritto, ma un accordo tra te e l’impresa. Non tutte le aziende sono disposte o hanno la capacità finanziaria per offrirlo. È la prima cosa da chiarire quando chiedi un preventivo.

Possono richiederlo:

  • Proprietari o nudi proprietari.
  • Inquilini o comodatari (ovviamente con il consenso del proprietario).
  • Familiari conviventi di chi possiede l’immobile (come il coniuge o i parenti stretti).

La regola d’oro è che la persona che paga i lavori deve essere la stessa a cui sono intestate le fatture e i bonifici parlanti. Se vuoi approfondire, ti consigliamo di leggere anche la nostra guida generale ai bonus per le ristrutturazioni edilizie.

Quali lavori danno diritto allo sconto in fattura (e quali no)

Prima ancora di contattare un’impresa e sognare la casa nuova, c’è un passaggio fondamentale: capire se i lavori che hai in mente rientrano davvero tra quelli agevolabili. Non tutti gli interventi danno diritto allo sconto in fattura sulla ristrutturazione, e partire col piede sbagliato può costare caro. Vediamo insieme cosa si può fare e cosa no.

Lavori ammessi: la lista della spesa

Il bonus ristrutturazioni, e quindi la possibilità di cedere il credito, si applica a categorie di intervento molto specifiche. Pensa a questa lista come a un menù di opzioni per il tuo progetto.

Ecco gli interventi che danno il via libera allo sconto:

  • Manutenzione straordinaria: Questa è la categoria regina per le ristrutturazioni private. Ci rientra praticamente tutto quello che trasforma in modo significativo un’abitazione: rifare da zero l’impianto elettrico o idraulico, abbattere un muro per creare un open space, costruire un secondo bagno o cambiare le finestre con modelli di forma o materiale diverso.
  • Restauro e risanamento conservativo: Qui si parla di lavori più complessi, pensati per conservare un edificio e la sua funzionalità, rispettandone però la struttura e l’aspetto originali.
  • Ristrutturazione edilizia: Sono gli interventi più “pesanti”, quelli che possono modificare la sagoma di un edificio, come ampliare una stanza o rifare completamente una facciata.
  • Risparmio energetico: Anche l’installazione di un nuovo climatizzatore a pompa di calore, per esempio, può rientrare qui, a patto che garantisca un’alta efficienza energetica.

La regola d’oro da tenere a mente: nelle singole unità abitative, la manutenzione ordinaria è sempre esclusa. Tinteggiare le pareti o cambiare le piastrelle con altre identiche non basta per ottenere il bonus. Questi piccoli lavori diventano agevolabili solo se fanno parte di un progetto più ampio che riguarda le parti comuni di un condominio.

Il confine sottile tra manutenzione ordinaria e straordinaria

Capire bene questa differenza è il vero snodo cruciale. Un esempio pratico vale più di mille parole.

Leggi anche  Under 35: tutti i bonus da richiedere

Se decidi di rifare solo il pavimento del salotto, usando lo stesso tipo di piastrelle, questa è manutenzione ordinaria. Quindi niente bonus. Se però, mentre rifai il pavimento, butti giù anche un tramezzo per unire cucina e soggiorno, l’intero intervento si trasforma magicamente in manutenzione straordinaria. A quel punto, anche la spesa per la nuova pavimentazione diventa detraibile.

Un altro caso comune? Sostituire il vecchio condizionatore con un modello a pompa di calore, che fa sia caldo che freddo, è un intervento di manutenzione straordinaria perché stai migliorando l’efficienza energetica della casa. E questo ti dà pieno diritto al bonus.

I paletti da rispettare: immobile e richiedente

Oltre alla tipologia dei lavori, ci sono altri requisiti da non sottovalutare.

Requisiti dell’immobile:

  • Deve essere un’unità immobiliare a uso residenziale.
  • Deve essere un edificio esistente e già accatastato. Lo sconto non si applica alle nuove costruzioni.
  • Deve essere in regola con il pagamento dei tributi, come l’IMU.

Requisiti di chi richiede il bonus:

  • Naturalmente, deve essere la persona che sostiene le spese.
  • Non solo il proprietario: possono chiederlo anche l’inquilino, il comodatario o un familiare convivente che paga i lavori.
  • Attenzione, questo è un punto critico: tutti i pagamenti devono avvenire tramite bonifico parlante. Questo significa che nella causale del bonifico devono essere indicati in modo chiaro il riferimento alla norma, il codice fiscale di chi beneficia della detrazione e la partita IVA dell’impresa.

Verificare con attenzione tutti questi punti prima di firmare qualsiasi contratto è il modo migliore per assicurarsi un percorso senza intoppi verso lo sconto in fattura per la ristrutturazione.

Ecco come funziona la procedura per lo sconto in fattura

Una volta che hai la certezza che i tuoi lavori rientrano tra quelli ammessi, inizia la parte pratica per ottenere lo sconto in fattura sulla ristrutturazione. Non farti spaventare dalla burocrazia: se segui i passaggi giusti, il processo è assolutamente gestibile.

Il primo vero scoglio, e forse il più delicato, è trovare l’impresa giusta. Non tutte le aziende, infatti, sono disposte o hanno la solidità finanziaria per anticipare il tuo credito fiscale.

Trovare l’impresa e mettere tutto nero su bianco

Parti subito con la domanda chiave: “Applicate lo sconto in fattura?”. Mettilo in chiaro fin dal primo contatto, quando richiedi i preventivi. In questo modo risparmi tempo prezioso e filtri subito le imprese che non offrono questa possibilità.

Trovata l’azienda disponibile, è il momento di formalizzare l’accordo. Prima ancora che i lavori inizino, devi firmare un contratto o un accordo preliminare che specifichi in modo inequivocabile:

  • L’impegno dell’impresa ad applicare lo sconto.
  • L’importo esatto che verrà scontato, cioè la percentuale della detrazione che ti spetta (ad esempio il 50%).
  • La cifra netta che dovrai effettivamente pagare di tasca tua.

Questo documento è la tua principale tutela contro eventuali ripensamenti e garantisce trasparenza a entrambe le parti. Un consiglio spassionato: non andare mai avanti sulla base di un semplice accordo verbale.

L’infografica qui sotto riassume bene i passaggi chiave per non sbagliare.

Infografica sulla procedura dello sconto in fattura ristrutturazione
Sconto in fattura per ristrutturazione: la guida pratica

Un accordo chiaro è il pilastro di tutta l’operazione. Assicura che le aspettative siano le stesse per tutti, fin da subito.

La comunicazione all’Agenzia delle Entrate

Con il contratto firmato, si passa allo step successivo: la comunicazione ufficiale all’Agenzia delle Entrate. È un passaggio obbligatorio per rendere effettivo il trasferimento del credito fiscale dall’impresa a te.

La comunicazione va inviata online, tramite il portale dell’Agenzia. Solitamente se ne occupa l’impresa o il suo commercialista, ma è tua responsabilità assicurarti che venga fatta e conservarne una copia.

Nel modulo vanno inseriti dati cruciali come il tuo codice fiscale, i dati catastali dell’immobile, l’importo totale dei lavori e la cifra scontata. Per semplificare questa e altre pratiche, molte imprese si affidano a software specifici o a consulenti. Se vuoi approfondire, puoi dare un’occhiata alla nostra panoramica sui software per richiedere i bonus edilizi online.

Come deve essere la fattura

Eccoci all’ultimo tassello: la fattura. Attenzione, non può essere una fattura qualunque. Per essere valida ai fini dello sconto, deve riportare una dicitura ben precisa che certifichi l’operazione.

Di solito la frase è qualcosa del genere: “Sconto praticato in applicazione dell’articolo 121 del D.L. n. 34/2020 – pari a Euro [importo dello sconto]”. Questa piccola nota attesta che una parte del pagamento è avvenuta tramite la cessione del tuo credito d’imposta.

L’impatto di incentivi come lo sconto in fattura è stato enorme per il settore edile. Basti pensare che, ad aprile 2024, in Italia erano in corso oltre 495.000 interventi incentivati, per un valore totale di circa 117,5 miliardi di euro. Numeri che fanno capire quanto queste agevolazioni abbiano dato ossigeno al mercato, permettendo a tante famiglie di avviare lavori altrimenti insostenibili.

Gestire documenti e scadenze senza stress

La burocrazia è quasi sempre la parte più spaventosa di una ristrutturazione, ma con un po’ di organizzazione puoi trasformare il tutto in un percorso liscio e senza brutte sorprese. Avere ogni documento al suo posto non è un dettaglio, credimi: è la condizione numero uno per non perdere il diritto allo sconto in fattura sulla ristrutturazione e, soprattutto, per dormire sonni tranquilli in caso di controlli futuri.

Una scrivania ordinata con documenti, fatture, e una calcolatrice, simboleggia la pianificazione finanziaria per una ristrutturazione
Sconto in fattura per ristrutturazione: la guida pratica

Pensa a questa fase come alle fondamenta burocratiche del tuo progetto. Se sono solide, tutto il resto reggerà senza scricchiolii. Il mio consiglio è semplice ma efficace: crea una cartellina, fisica o digitale, fin dal primo giorno, e raccogli lì dentro, in modo quasi maniacale, ogni singolo pezzo di carta.

I documenti che non possono assolutamente mancare

La lista della spesa documentale non è infinita, per fortuna, ma ogni elemento è decisivo. Assicurati di avere e conservare con la massima cura:

  • Il titolo abilitativo: A seconda di quanto sono importanti i lavori, si tratta della CILA (Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata) o della SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività). Entrambe devono essere preparate da un tecnico abilitato. Per interventi molto piccoli, a volte, potrebbe non essere necessario.
  • Fatture dettagliate: Sembra banale, ma non lo è. Ogni fattura deve descrivere in modo chiaro che tipo di lavori sono stati fatti e riportare la dicitura esatta per lo sconto in fattura, come abbiamo visto prima.
  • I bonifici parlanti: Questa è la prova regina dei pagamenti. Ogni bonifico deve essere “parlante”, altrimenti è come se non l’avessi mai fatto ai fini del bonus.
  • La comunicazione all’Agenzia delle Entrate: Non è altro che la ricevuta che dimostra che hai comunicato la tua scelta per lo sconto in fattura. Tienila come un tesoro.

Un consiglio: non fidarti solo delle copie digitali. Stampa i documenti chiave e mettili in un bel raccoglitore. I controlli dell’Agenzia delle Entrate possono arrivare anche a distanza di anni, e avere tutto a portata di mano ti risparmierà una quantità di stress che non immagini.

Il bonifico parlante: come non sbagliare

Il bonifico parlante è il documento che lega in modo inequivocabile il tuo pagamento ai lavori che stai agevolando. Compilarlo male è uno degli errori più comuni e, purtroppo, più costosi che si possano fare.

Leggi anche  Ex bonus Renzi: le nuove date di accredito

Per farlo bene, nella causale devi scrivere tre cose:

  1. Riferimento alla legge: “Bonifico per lavori di ristrutturazione edilizia (art. 16-bis DPR 917/1986)”.
  2. Il tuo codice fiscale: Quello di chi beneficia della detrazione, ovviamente.
  3. Partita IVA o Codice Fiscale dell’impresa: I dati dell’azienda che ti sta facendo i lavori.

Ormai quasi tutte le piattaforme di home banking hanno una sezione specifica per i “bonifici per agevolazioni fiscali” che ti aiuta a precompilare questi dati. Usa sempre quella, così vai sul sicuro.

Infine, ricorda la regola d’oro: tutti questi documenti vanno conservati per almeno 10 anni dalla fine dei lavori. Lo so, sembra un’eternità, ma è la tua migliore assicurazione contro qualsiasi contestazione futura. Pianificare le scadenze e archiviare tutto con ordine ti permetterà di goderti la tua casa nuova di zecca senza altri pensieri.


Cosa cambia con le nuove normative

Il mondo dei bonus edilizi è un cantiere sempre aperto, e per pianificare i lavori senza brutte sorprese è fondamentale restare aggiornati. Le regole per lo sconto in fattura sulla ristrutturazione hanno subito parecchi scossoni, soprattutto per la volontà del governo di tenere sotto controllo la spesa pubblica.

Una delle strette più pesanti ha portato al blocco quasi totale della cessione del credito e dello sconto in fattura per la maggior parte degli incentivi. In pratica, questo significa che per i nuovi interventi si torna alla via maestra: la detrazione fiscale da spalmare su più anni.

Ma attenzione, non tutte le porte sono chiuse. Esistono delle eccezioni. La possibilità di usare lo sconto è rimasta valida in casi specifici, ad esempio per lavori già avviati o deliberati prima di certe scadenze. Capire queste dinamiche è il primo passo per sapere se si ha ancora qualche possibilità.

Nuove aliquote e tetti di spesa

Oltre alle limitazioni sulle opzioni, anche le aliquote dei bonus sono state ritoccate al ribasso. Un cambiamento cruciale riguarda l’unificazione delle percentuali di detrazione per diversi incentivi a partire dal 2025, inclusi quelli per le ristrutturazioni.

Per le spese sostenute nel 2025, ad esempio, la detrazione al 50% si applicherà solo alle prime abitazioni. Per le seconde case e altri tipi di interventi, invece, l’aliquota scenderà al 36%. A bilanciare un po’ le cose resta il limite massimo di spesa detraibile, fissato a 96.000 euro per unità immobiliare.

Cosa significa questo per i tuoi progetti

Tutti questi cambiamenti rendono la fase di pianificazione ancora più delicata. Verificare con la massima attenzione la data di inizio dei lavori e la normativa in vigore in quel preciso momento non è più un dettaglio, ma un passaggio obbligato.

In uno scenario così instabile, la consulenza di un professionista esperto (come un geometra o un commercialista) non è più un’opzione, ma una vera e propria necessità. Solo un tecnico può aiutarti a districarti tra le deroghe, capire se il tuo intervento rientra in una delle eccezioni e assicurarti di avere tutte le carte in regola.

Un altro aspetto che diventa ancora più importante è la congruità delle spese. È essenziale che i costi dei lavori siano allineati ai prezzari di riferimento per evitare qualsiasi tipo di contestazione futura. Per avere un quadro completo, ti consigliamo di approfondire le novità del 2025 sulla congruità edilizia nel nostro articolo dedicato. Insomma, affrontare una ristrutturazione oggi richiede un approccio molto più cauto e informato, ma per chi si muove nel modo giusto le opportunità non mancano.

Qualche domanda (e risposta) sullo sconto in fattura

Arrivati a questo punto, è normale avere ancora qualche curiosità. Lo sconto in fattura per la ristrutturazione, del resto, è un meccanismo tanto vantaggioso quanto pieno di sfumature. Per questo abbiamo messo insieme le domande che ci vengono fatte più spesso, con risposte semplici e dirette per spazzare via ogni dubbio.

Posso chiedere lo sconto solo per una parte dei lavori?

Sì, in teoria è possibile, ma tutto dipende dall’accordo che riesci a trovare con l’impresa. Diciamocelo chiaro: la maggior parte delle aziende preferisce applicare lo sconto sull’intero importo dei lavori agevolabili, più che altro per semplificarsi la vita con la gestione del credito.

Detto questo, nulla vieta di negoziare. Per esempio, su una spesa di 30.000 €, potresti accordarti per avere lo sconto solo su 15.000 € e saldare il resto. L’importante è che ogni dettaglio sia messo nero su bianco, prima nel contratto e poi in fattura, specificando con precisione su quale cifra è stato applicato lo sconto.

Tutte le imprese sono obbligate ad accettare?

Assolutamente no. E questa è una delle convinzioni più sbagliate e diffuse. Concedere lo sconto in fattura non è un obbligo di legge per le imprese, ma una loro libera scelta commerciale.

Un’azienda ti dirà di sì solo se ha la capacità finanziaria (la famosa “capienza fiscale”) per assorbire il tuo credito d’imposta o se ha già accordi solidi per cederlo a banche o altri intermediari. Per non perdere tempo, la prima cosa da fare quando chiedi un preventivo è chiarire subito questo punto.

E se l’impresa che mi ha fatto lo sconto fallisce?

Questa è una preoccupazione più che legittima, ma se hai fatto tutto secondo le regole, per te il rischio è praticamente zero. Dal momento in cui la comunicazione dell’opzione viene inviata e accettata dall’Agenzia delle Entrate, il credito fiscale passa ufficialmente a te e, subito dopo, all’impresa.

Se l’impresa dovesse avere problemi o addirittura fallire dopo averti concesso lo sconto, la questione riguarda lei o chi ha comprato quel credito. Tu il tuo beneficio l’hai già ottenuto. L’unica, fondamentale, responsabilità che ti rimane è conservare come un tesoro tutta la documentazione: fatture, bonifici parlanti, CILA/SCIA e la ricevuta della comunicazione. Quella è la tua vera assicurazione contro qualsiasi problema futuro.


Hai ancora dubbi o vuoi capire a quali bonus hai diritto e come ottenerli senza impazzire? Bonusepagamenti.it ti affianca con un consulente dedicato per trasformare i tuoi diritti in risultati concreti. Scopri come possiamo aiutarti su https://bonusepagamenti.it.