Stop alle pensioni, gli scenari
Trema il sistema pensionistico italiano. La notizia è che l’anno prossimo, 2025, potremmo giungere a un clamoroso stop alle pensioni anticipate nel nostro Paese. Colpa di una spesa pensionistica che negli ultimi 5 anni è diventata pressoché insostenibile, con un aumento certificato di circa 70 miliardi di euro. Ecco perché la Commissione Europea e la Ragioneria di Stato mettono in pre-allerta i cittadini. Perché al nostro Governo, ora come ora, rischia di rimanere soltanto una “carta” giocabile in ambito pensioni: fermare i meccanismi di prepensionamento in atto al momento, così da evitare un crollo economico da manuale.
In realtà, il monitoraggio da parte di Commissione Europea e Ragioneria di Stato è in corso da diverso tempo. Parecchie le critiche e gli avvertimenti, in tal senso. Secondo l’UE, il sistema pensionistico italiano è sull’orlo di un precipizio, mentre la Ragioneria si spinge anche oltre, disegnando scenari futuri inquietanti. È molto probabile che dal 2029 in poi la spesa pensionistica, rispetto al PIL, aumenti in modo notevole, raggiungendo picchi previsti fino al 17% nel 2040. Le entrate e le uscite per lo Stato risulterebbero così del tutto sbilanciate. Con il risultato finale, purtroppo, di un quadro economico insostenibile.
I sistemi attuali di pensionamento
Tornando al presente, oggi pesano soprattutto i meccanismi di pensionamento anticipato introdotti con l’inizio del 2024. Sono procedimenti aggiornati anno dopo anno, con il fine di favorire l’uscita anticipata dal mondo del lavoro per determinate categorie di lavoratori. In senso più tecnico, l’obiettivo è anche quello di evitare il ritorno alla temutissima Legge Fornero, che permetteva il pensionamento dei lavoratori solo a 67 anni, purché con accumulo di almeno 20 anni di contributi.
I dati del pensionamento anticipato
Secondo i dati dell’ultimo Osservatorio Inps, che risale al marzo 2024, le pensioni anticipare sono state erogate tra il 2019 e il 2023 nelle seguenti misure:
- Nel 2022, oltre 260.400 pensioni anticipate
- Nel corso del 2023, sono state erogate 227.639 pensioni anticipate
- Più di 435.000 lavoratori hanno sfruttato la Quota 100 (anche se non è più in vigore dal 2021) per ottenere il pensionamento anticipato
- Altri 36.000 lavoratori hanno usufruito della Quota 102, ovvero 64 anni di età e 38 di contributi, che è stata in vigore fino al 2022. Successivamente, hanno sfruttato pure la Quota 103, che dal 2023 permette di andare in pensione con 41 anni di contributi e 62 anni di età
È pur vero che nel 2024, almeno finora, si è registrato un leggero calo dell’interesse generale verso queste tipologie di pensione anticipata. Ma è un calo che non ha influito sulle difficoltà generali: le quote pensionistiche, così come i costi di indicizzazione legati all’inflazione in rialzo, continuano a rendere difficilmente sostenibile la spesa previdenziale in Italia.
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Gli scenari futuri sulle pensioni
Ora alle dolenti note (quelle vere). Innanzitutto è previsto, se guardiamo alle stime dell’XI Rapporto di Itinerari Previdenziali, che il sistema previdenziale italiano riuscirà a restare “in piedi” soltanto per altri 10-15 anni al massimo. Poi passerà con tutta probabilità nel limbo del “rischio mantenimento”, finché i costi non supereranno in definitiva gli introiti. Questo, ovviamente, se non verrà messo un argine alle attuali misure di pensionamento anticipato.
Da qui l’idea radicale. Fermare nel 2025 le pensioni anticipate, tout court. Con la Manovra in arrivo, le uniche forme di pensionamento in anticipo “salvabili” per il 2025 potrebbero rimanere allora le seguenti:
- Quota 41, attuabile tuttavia solo con una stretta sull’indicizzazione delle pensioni più elevate, per poter recuperare risorse
- Pensione anticipata ordinaria
- Pensione per i lavoratori precoci
Si aggiunge al quadro un’ultima possibilità a cui il Governo starebbe lavorando. Per il 2025 potrebbe avere un senso la proposta del bonus pensionamento a 71 anni, destinato a chi sceglie di lavorare oltre la soglia di età stabilita la pensione di vecchiaia. Un piccolo contentino in tempi difficili. Con la speranza (molto flebile, per la verità) di riuscire a raddrizzare la barra prima di quanto previsto.