Come di consueto, anche questa settimana abbiamo il piacere di presentarvi la nostra rubrica Storie RdC con i vostri racconti di vita.
Quella di oggi è la storia di Giulia, mamma separata, con un ex marito assente, che può contare solo sull’aiuto dei suoi genitori.
“Il mio ex marito? Un padre assente”
Giulia racconta: “Sono una mamma single di 43 anni. Ricevo 100 euro di mantenimento dal padre delle mie figlie, a fronte dei 500 decisi invece dal giudice. Io ne avevo chiesti solo 300”
Poi parla delle assenze dell’oramai ex marito: “Premetto che il padre è andato via dalla nostra città, a parte 100 € al mese e una telefonata al giorno, non fa nient’altro per le nostre figlie”.
Quindi Giulia riflette, e pensa che fu proprio il reddito di cittadinanza a donarle nel periodo della separazione un po’ di respiro a livello economico: “Chiesi l’aiuto dal reddito di cittadinanza… 520 € non erano molti ma…Sicuramente meglio di niente”, spiega
Ma Giulia voleva lavorare, e il lavoro a un certo punto lo trova davvero: “Trovai lavoro comunque e feci rinuncia al reddito… Direi GIUSTAMENTE“.
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Ma la contentezza per il nuovo lavoro dura poco: un lavoro notturno ed estenuante. Facile da gestire con delle bambine che andavano a scuola: “perché più facile gestire la scuola, il pranzo i compiti e la cena per poi andare a lavorare” , ma difficile da mantenere perché lavorare nelle ore notturne diventa logorante per tutti, a un certo punto.
“Ho retto un anno… Dopodiché ho dovuto smettere perché 4 ore di sonno non bastavano più. Ero stanca, stavo uscendo fuori di testa”.
“Prendo la Naspi ma dopo che ne sarà?”
Ora Giulia prende la Naspi, ma si chiede come farà visto che le resta solo l’ultimo mese. “Perché con 2 bambine di 12 e 10 anni che non sono grandi abbastanza per star sole, come faccio? Ho l’aiuto di mia madre e dei miei, ma mia madre ha 70 anni e tra l’altro lavora, perché ormai di sola pensione non si vive”, osserva.
Lo sconforto è grande: “Piango ogni giorno che faccio un colloquio di lavoro. 48/50 h settimanali a 1000 € al mese.. Vien voglia di rifiutare tutto perché NON È GIUSTO”, scrive Giulia mettendo il maiuscolo proprio sulle ultime 3 parole. A volere evidenziare proprio l’ingiustizia di cui è vittima.
“Lo scopo del reddito era di non farsi trattare da morti di fame”, dice. Ma purtroppo, vista la situazione, Giulia sarà costretta ad accettare un lavoro per portare a casa da mangiare alle figlie.
“Ho solo voglia di urlare. Urla silenziose di ogni persona che deve per forza cedere all’ingiustizia. Il lavoro c’è, certo. Ma ci costa la nostra dignità”.