Storie SFL. Claudia, 32 anni, ci scrive per raccontarci il suo complesso percorso colmo di ostacoli nel mondo del Supporto per la formazione.
Il sussidio, come abbiamo detto più volte, stenta a decollare (oseremmo dire che a malapena cammina) e sono troppe le storture di un sistema che sin da subito si è rivelato fallace. Un sistema verso il quale andavano presi provvedimenti. Ma i provvedimenti non sono stati presi, le dette storture non sono state corrette, e nessuno ha mai aggiustato il tiro.
Per questo, ad oggi, migliaia di percettori SFL si trovano col nulla per le mani. Noi ci occuperemo di portare in superfice il mondo sommerso dei percettori SFL, che più che reali percettori sono ormai degli “aspiranti percettori” del sussidio in questione, dato che non hanno ricevuto quanto gli spettava.
“12 mesi sono impossibili da svolgere, solo chiacchiere”
Ci racconta la 32enne Claudia (nome di fantasia) “Mi proposero 150 ore per corsi di formazione, iniziai un corso di 80 ore a febbraio terminato il 14 maggio. Poi, lo stesso centro per l’impiego mi comunicò che potevo utilizzare le ore rimaste frequentando un altro corso”.
Qualcosa poi però va storto: Claudia non può frequentare il secondo corso perché troppo costoso per gli enti che dovevano organizzarlo, questa la giustificazione dei CPI.
Ma Claudia non si da per vinta: “Ho contattato più centri per poter frequentare altri corsi ma tutti con esito negativo, sia per la mancanza di corsi dato il periodo estivo, sia per la dote (ndr sarebbe il monte ore di corsi da frequentare) ancora aperta, che a detta di chi lavora al centro per l’impiego, non ha modo di chiudere o altro perché il sistema glielo impedisce, e che devo attendere la sua scadenza a fine agosto”.
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Ed ecco qui l’altro anello fragile della catena: il problema dei sistemi mal funzionanti e del continuo scarico di responsabilità tra enti. Se non viene chiuso il monte ore precedente, non puoi iniziare un nuovo corso. In pratica rimani funambolicamente sospeso, in attesa (si spera) di poter saltare su un altro filo.
Prosegue Claudia, constatando un’amara verità: “12 mesi in pratica non li rendono fattibili da svolgere, fanno solo tante chiacchiere come al solito”
Lavori sottopagati, e la colpa è di chi non fa il “perfetto soldatino”
Claudia poi punta il dito sul sistema del mondo del lavoro, e sulle offerte aziendali che lei stessa definisce “imbarazzanti”.
“Trovare un lavoro che ti consenta di far fronte ai costi allucinanti della vita d’oggi è introvabile, ci si concentra tanto sul rendere una persona in primo luogo un “perfetto soldatino” senza badare ai contratti e gli stipendi imbarazzanti che offrono la maggior parte delle aziende”
Il punto, per Claudia, è che quella che dovrebbe essere la nuova forza-lavoro viene invece bistrattata, con offerte spesso incongrue, che a malapena permettono di sopravvivere, non di certo di vivere dignitosamente. A questo si aggiunge il danno di non avere sempre una famiglia alle spalle. Esattamente come nel suo caso.
Storie SFL: “A volte non mangio per giorni”
“Se riesci a concederti qualcosa è solo se vivi coi genitori, ma chi come me vive da solo si ritrova persino a non mangiare per giorni, per pur di pagare le bollette”.
Claudia sfoga la sua rabbia, punta il dito contro chi giudica i giovani di oggi con le solite frasi retoriche e vuote contornate sempre dall’immancabile: “i giovani d’oggi non hanno voglia di lavorare”. E spiega:
“No signori, i giovani non hanno voglia GIUSTAMENTE di lavorare a cottimo 6 giorni su 7 per riuscire a stento a pagare spese e tasse di questo stato parassita, che si arricchisce prosciugando la vita delle persone non benestanti, come se nascere in contesto di povertà ti obbligasse per legge a condurre una vita di stenti, mentre vedi i politici, o chiunque sta nei piani alti, ingrassare e fare a gara a chi si inventa la legge migliore per ridurre la libertà e la possibilità di avere una vita dignitosa”.
“Noi, giovani senza futuro”
In un sistema in cui persino un sussidio studiato (come la stessa Calderone aveva entusiasticamente annunciato al suo lancio, quasi 1 anno fa) per “creare nuova forza lavoro”, non riesce ad oggi a svolgere il suo compito, c’è ormai poco da sperare. E questo lo hanno oramai compreso tutti. Stanchi e disillusi, coloro che sono andati a bussare alle porte dello Stato per un aiuto che lo Stato stesso ha promesso, adesso si ritrovano invece solo coi pugni chiusi per la rabbia.
“Possibile rimanere con l’ansia di rimanere a casa tra un rinnovo di un mese e l’altro? Possibile non poter pensare a costruire un futuro, perché non vi è garanzia in niente? SIAMO ESSERI UMANI, NON SIAMO delle MACCHINE. La vita è una, per tutti, VOGLIAMO VIVERE! Perdonate lo sfogo ma penso sia una rabbia che ci accomuna in tanti. Sperando di essere stata utile, vi ringrazio di cuore per il servizio e il supporto che offrite, saluti” (Lettera firmata)”
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