TARI: se il Comune non eroga correttamente il servizio di smaltimento rifiuti, il contribuente ha a disposizioni alcuni strumenti per ristorarsi dal danno subìto.
Dal momento che la TARI (Tassa sui rifiuti) è destinata a coprire integralmente i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani, quando tale smaltimento non avviene regolarmente, il contribuente ha in mano degli strumenti per tutelarsi.
TARI e mancato ritiro dei rifiuti
La normativa prevede delle riduzioni obbligatorie della TARI in presenza di gravi disservizi. In particolare, i commi 656 e 657 dell’art. 1 della Legge n. 147/2013 stabiliscono quanto che:
Comma 656: “la TARI è dovuta in misura massima del 20% della tariffa qualora il servizio non venga svolto, oppure sia reso in violazione grave della normativa di riferimento, o ancora in caso di interruzioni dovute a motivi sindacali o impedimenti organizzativi imprevedibili che abbiano generato un danno o rischio per la salute pubblica, come accertato dall’autorità sanitaria”
Comma 657: “nelle aree in cui la raccolta non viene effettuata, la TARI è dovuta in misura non superiore al 40%, da calcolare anche gradualmente in base alla distanza dal più vicino punto di raccolta servito”
Cosa dicono le sentenze?
Diversi sono stati i casi in cui i contribuenti hanno intrapreso le vie legali contro i Comuni per essere rimborsati a seguito dei gravi disservizi.
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Per esempio, la Cassazione, con sentenza n. 19767/2020, ha riconosciuto la riduzione della TARI a un’impresa che subiva disservizi nella raccolta. In quell’occasione, la Corte aveva sottolineato che l’obbligo del tributo non sempre è condizionato all’effettivo utilizzo del servizio da parte dell’utente, salvo diversa autorizzazione da parte del Comune per forme alternative di smaltimento. Tuttavia, l’ente impositore ha comunque l’obbligo di garantire un servizio conforme alle norme. Servizio che in quel caso non era stato erogato in conformità.
Oppure, un altro esempio, è l’Ordinanza n. 2374/2023: ha ribadito che la riduzione è legata al fatto oggettivo del mancato svolgimento del servizio secondo le modalità previste. In presenza di un disservizio prolungato, il contribuente può provvedere autonomamente, con diritto allo sgravio parziale previa documentazione adeguata.
Come può agire il contribuente?
La riduzione della TARI non è automatica: occorre infatti una richiesta documentata da parte del contribuente, il quale ha l’onere di dimostrare la fondatezza della propria pretesa. Inoltre, la riduzione non costituisce un risarcimento, ma serve a riequilibrare il rapporto tra quanto versato e il servizio effettivamente ricevuto.
Per ottenere la riduzione della TARI, il contribuente deve:
- documentare il disservizio: raccogliere prove concrete, come fotografie, segnalazioni inviate all’ente, comunicazioni ufficiali o attestazioni da parte del gestore del servizio.
- diffidare il Comune: sollecitare formalmente l’Amministrazione ad adempiere al proprio obbligo di garantire il servizio.
- presentare richiesta di riduzione: inoltrare istanza al Comune, spesso tramite i portali online degli enti locali (accessibili con SPID o CIE).
- eventualmente presentare un esposto: in caso di disservizi gravi e reiterati, è possibile coinvolgere la Procura della Repubblica.