Violenza a scuola, la situazione nelle scuole italiane è drammatica: 133 episodi di violenza denunciati negli ospedali tra gennaio 2023 e febbraio 2024, una media di un’aggressione ogni due giorni. Il 111% di aumento rispetto all’anno precedente è un dato allarmante, che fotografa una crisi educativa e sociale. A colpire non sono solo gli studenti: 63 aggressioni su 133 sono opera di genitori.
Questi numeri, resi pubblici dal Capo della Polizia Vittorio Pisani e dal Ministero dell’Istruzione, potrebbero essere solo la punta dell’iceberg, dato che molte violenze lievi non vengono denunciate. Il vero shock sociale? I genitori che attaccano la scuola, l’istituzione che dovrebbe rappresentare un alleato nella crescita educativa dei figli.
Perché genitori e scuola sono ai ferri corti?
Un tempo alleati nell’educazione, i genitori oggi sembrano vedere nella scuola un nemico da combattere. Complice la crescente delegittimazione dell’istituzione scolastica, molti adulti intervengono con atteggiamenti aggressivi nei confronti degli insegnanti, spesso in difesa dei figli, anche quando questi hanno torto.
Secondo esperti sociologi, questa deriva nasce da una combinazione di fattori:
- mancanza di fiducia nella scuola come istituzione;
- cultura della “iper-protezione” dei figli, che esonera i giovani dalle responsabilità;
- un progressivo indebolimento del ruolo educativo della famiglia, che cerca di delegare tutto agli insegnanti, per poi criticarli.
I provvedimenti istituzionali: è abbastanza?
Il Ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha annunciato misure contro la violenza scolastica, tra cui la riforma della condotta e l’introduzione di sanzioni pecuniarie, da 500 a 10.000 euro, per chi commette reati contro il personale scolastico. È stata inoltre istituita la Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza e avviato un Osservatorio nazionale sulla sicurezza.
Tuttavia, queste misure potrebbero non bastare. Serve un cambio di paradigma culturale che riporti rispetto per l’autorità scolastica e che coinvolga direttamente le famiglie. Senza un coinvolgimento attivo dei genitori, ogni intervento rischia di rimanere sterile.
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Violenza a scuola: un riflesso della società?
La scuola non è un mondo isolato: i problemi che emergono tra i banchi riflettono tensioni più ampie. La violenza è il sintomo di una società che fatica a educare al rispetto reciproco. Se i genitori non collaborano con la scuola, anzi, la vedono come un avversario, come possiamo sperare che i giovani imparino il valore della convivenza civile?
L’indebolimento del rispetto per le istituzioni, unito alla carenza di dialogo tra scuola e famiglia, crea una frattura pericolosa. È necessario lavorare su campagne di sensibilizzazione e creare momenti di confronto tra docenti e genitori aiutandoli a comprendere quale sia oggi il ruolo dell’insegnante.
Come arginare il problema?
La crescita delle aggressioni scolastiche è un campanello d’allarme che non può essere ignorato. La scuola è uno dei pilastri della società: se genitori e studenti la trasformano in un bersaglio, si mina l’educazione stessa. Invertire questa tendenza richiede uno sforzo collettivo, che parte dal riconoscimento della responsabilità di ciascun attore coinvolto.