Una delle novità assolute del disegno di legge di bilancio 2023 approvato con 197 sì dalla Camera è il Reddito alimentare, una forma di sostegno economico che viene fornito dallo Stato ai cittadini che si trovano in difficoltà economica e non sono in grado di garantirsi il necessario per soddisfare i bisogni alimentari di base, infatti, non sarà un vero e proprio bonus, ma si tratterà della distribuzione di pacchi che verranno forniti nelle grandi città a chi ne ha più bisogno.
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La nuova misura viene introdotta dopo l’approvazione di un emendamento alla manovra del Pd (a prima firma Marco Furfaro), votato in commissione. Il fondo per mettere in campo questa misura consiste in 1,5 milioni di euro nel 2023 che diventeranno 2 milioni nel 2024, secondo quanto previsto dalle modifiche alla legge di Bilancio approvate in commissione alla Camera.
A quanto ammonterà e come sarà distribuito
Per il momento, in realtà, le informazioni sono poche e per conoscere i dettagli di questa misura bisognerà attendere un decreto del ministero del Lavoro che arriverà entro due mesi dall’approvazione definitiva della manovra.
Le informazioni attualmente disponibili lasciano intendere che arriverà nei prossimi mesi, entro febbraio 2023, attraverso la pubblicazione dei decreti attuativi con tutte le modalità e i dettagli sul funzionamento del sussidio.
Reddito alimentare: cos’è, come funziona e a chi spetta
Il Reddito alimentare è stato ideato con l’obiettivo di aiutare le famiglie italiane in difficoltà e a ridurre gli sprechi alimentari. Consisterà nella distribuzione di pacchi realizzati con i prodotti invenduti che provengono dalla distribuzione alimentare. Questi pacchi saranno destinati a chi è in condizione di povertà assoluta e si riuscirà così a evitare – come ricorda Furfaro – di buttare “230mila tonnellate di cibo invenduto”. Si tratta di alimenti e bevande prossimi alla scadenza o comunque invendibili a causa delle confezioni rovinate. Ovviamente non sarà distribuito cibo scaduto o malandato.
Reddito alimentare: come averlo
Secondo le fonti accessibili date dalle bozze della manovra di bilancio si intende che sarà possibile prenotare i pacchi alimentari tramite un’applicazione e ritirarli presso appositi centri di distribuzioni gestiti, molto probabilmente, da enti locali o associazioni. Per le persone non autosufficienti i pacchi arriveranno direttamente a casa.
Per accedere al reddito alimentare, è necessario presentare la domanda e soddisfare determinati requisiti, come ad esempio avere un reddito familiare al di sotto di una determinata soglia e non essere titolari di altre forme di sostegno economico.
Dove verrà sperimentato il Reddito alimentare
Per il momento il Reddito alimentare verrà introdotto in modalità sperimentale. Si partirà quindi con una fase iniziale che servirà per capire se lo strumento può funzionare: la sperimentazione riguarderà, almeno per ora, le città metropolitane, quindi le più grandi d’Italia.
Il reddito alimentare è una misura di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale, che mira a garantire il diritto all’alimentazione adeguata e a sostenere le famiglie in difficoltà.
Reddito alimentare e la lotta contro gli sprechi
Il reddito alimentare rappresenta la possibilità per il nostro paese di uscire dalle logiche del maxi spreco: in media ogni italiano spreca 672,20 grammi di cibo a testa a settimana e il costo complessivo di questo spreco ammonta a circa 9,2 miliardi di euro.
Per di più, secondo il report dell’osservatorio nazionale Cirfood, i supermercati buttano all’incirca 200mila tonnellate di prodotti alimentari ogni anno.
Lo spreco alimentare è una delle sfide più importanti da affrontare, soprattutto alla luce del fatto che gli alimenti ancora commestibili che vengono buttati rappresentano la terza fonte di emissioni a effetto serra. Inoltre, abolire gli sprechi di cibo permetterebbe di limitare il quantitativo di rifiuti, di salvaguardare le risorse disponibili e tutelare la biodiversità.
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