Essere insegnante è una delle professioni più antiche e rispettabili al mondo, ma… diciamocelo, chi te lo fa fare? Se stai pensando di intraprendere questa carriera, fermati un attimo e rifletti. Tra concorsi impossibili, stipendi ridicoli e situazioni al limite del surreale, ecco 5 motivi per cui NON dovresti fare l’insegnante.
1. È estremamente difficile: un labirinto burocratico
Diventare insegnante in Italia è come partecipare a un gioco di ruolo in cui le regole cambiano ogni settimana. Classi di concorso? Requisiti? Punteggi? Crediti formativi? Graduatorie? Solo capire cosa devi fare per accedere al sistema scolastico sembra richiedere un dottorato in burocrazia avanzata.
Vuoi entrare in graduatoria? Bene, preparati a compilare moduli su moduli, studiare per concorsi, rincorrere scadenze sempre più assurde e aggiornare il tuo punteggio con corsi spesso inutili. E se pensi che una volta entrato avrai un contratto stabile, ti sbagli di grosso: preparati ad anni di precariato, supplenze improvvisate e trasferte degne di un agente segreto.
2. È poco remunerativo
Hai presente quegli articoli che raccontano di insegnanti italiani che guadagnano meno dei colleghi europei? Non sono fake news. Lo stipendio medio di un docente in Italia è tra i più bassi d’Europa, e i tanto attesi scatti di anzianità sono una barzelletta che non fa ridere.
Quando, dopo anni di sacrifici, riesci a salire di qualche gradino nella busta paga, ti accorgi che comunque non riesci a far fronte al caro vita. Dimenticati cene stellate o viaggi ai tropici: con quello stipendio, il massimo che puoi permetterti è una pizza margherita e una settimana in campeggio.
3. È noioso
Se hai sempre immaginato l’insegnamento come un lavoro dinamico e creativo, preparati a una doccia fredda. In Italia, la scuola è ferma agli anni ‘50. I metodi didattici sono antiquati, l’uso della tecnologia è minimo e ogni proposta di innovazione viene vista con sospetto.
Ti piace l’idea di stimolare i tuoi studenti con lezioni coinvolgenti? Bene, ma sappi che dovrai combattere contro programmi rigidi e una mentalità che vede ogni cambiamento come una minaccia. A volte sembra che l’unica cosa a evolversi siano le piante nel giardino della scuola (in realtà sono erbacce).
4. Un sacco di problemi
A ogni Governo, un nuovo ministro dell’Istruzione decide di lasciare il segno con una riforma che spesso cambia tutto per non cambiare nulla. Scioperi, proteste, incomprensioni: essere insegnante significa navigare in un mare di caos e incertezza.
Ti eri appena abituato alle graduatorie provinciali? Bene, ora arriva la riforma che le stravolge. Finalmente hai capito come funzionano gli scatti stipendiali? Peccato, perché verranno rimodulati (spoiler: non in meglio). Essere docente significa vivere nell’attesa perenne della prossima rivoluzione scolastica, che puntualmente deluderà tutti.
5. È poco sicuro
Ecco la ciliegina sulla torta: fare l’insegnante oggi può essere pericoloso. Aggressioni da parte di studenti? Ci sono. Minacce dai genitori? Anche quelle. Insulti per un brutto voto? Ormai quasi quotidiani.
Il rispetto per la figura del docente è diventato un ricordo lontano, e molti insegnanti finiscono per sentirsi soli e abbandonati. Alcuni episodi di cronaca fanno accapponare la pelle: professori presi a pugni per un’insufficienza, famiglie che invadono la scuola per “difendere” il figlio… E tu, vuoi davvero mettere a rischio la tua salute mentale (e fisica)?
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Quindi, perché farlo?
Se dopo tutto questo sei ancora convinto di voler fare l’insegnante, forse hai la vocazione… o la sindrome di Stoccolma. In ogni caso, complimenti! Vuol dire che hai una passione autentica per l’educazione e una resilienza fuori dal comune.
La verità è che la scuola ha bisogno di persone come te, capaci di resistere alle avversità e credere in un futuro migliore per i ragazzi. E se decidi di intraprendere questa strada, ricorda: la forza dell’insegnante sta nella sua capacità di fare la differenza, nonostante tutto.