L’antenna centralizzata condominiale è spesso oggetto di dibattito in assemblea. Fondamentale per garantire la ricezione del segnale TV in tutte le unità immobiliari, questa può richiedere delle spese di manutenzione, le quali vanno ripartite in maniera equa. La legge in materia è molto chiara e permette di comprendere rapidamente chi è tenuto a pagare installazione e manutenzione degli impianti TV condominiali e chi no.
Cosa significa antenna centralizzata?
La centralina per antenna tv condominiale è un impianto in grado di gestire la distribuzione del segnale TV in una struttura residenziale. La riforma del condominio, legge 220/2012, stabilisce i regolamenti in merito all’installazione della stessa e la ripartizione delle spese. Nello specifico, viene chiarito che la delibera all’installazione richiede il voto di maggioranza in assemblea, la quale deve rappresentare almeno 334 millesimi delle quote di proprietà del condominio.
L’antenna satellitare condominiale, è definita dalla legge come “innovazione necessaria”, rendendola anch’essa un bene comune dell’edificio, allo stesso modo di un impianto per la ricezione del segnale digitale terrestre.
Chi deve pagare l’installazione dell’antenna?
Una volta autorizzata l’installazione dell’antenna centralizzata condominiale, la ripartizione delle spese della posa in opera segue regole ben definite. Prima di tutto, bisogna verificare quali condomini usufruiranno effettivamente di tale impianto. I proprietari di unità abitative sono tenuti a pagare tutte le spese mentre, chi possiede soltanto una cantina o un garage non è obbligato a partecipare alle spese.
Cosa fare se l’antenna condominiale non funziona? Anche in questo caso, la manutenzione straordinaria è a carico di tutti coloro che sfruttano la centralina TV in condominio, in quanto sono tenuti a pagare:
- posa in opera;
- manutenzione;
- sostituzione.
Chi paga l’antenna centralizzata di un condominio? Le esenzioni
Alcuni condomini potrebbero opporsi all’installazione dell’impianto antenna centralizzato e cercare modalità per non contribuire alle spese. In questo caso, dichiarare di non possedere alcuna TV, come per le esenzioni dal canone RAI, non porta ad alcuna esclusione, poiché si pagano le spese anche se l’impianto non viene utilizzato dal condomino.
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Inoltre, non è possibile rinunciare alla proprietà dell’impianto, basta che l’unità abitativa sia raggiunta dall’antenna per rendere obbligatoria la partecipazione alle spese. In ogni caso, è possibile impugnare la delibera condominiale e rinunciare alle spese di modifica di un impianto esistente, quando queste riguardano interventi di innovazione.
Come si ripartiscono le spese per l’antenna centralizzata privata?
L’unico metodo per evitare le spese degli impianti TV condominiali è rinunciare ad essi, evitando la posa dei cavi presso la propria abitazione. In questo caso, si ha diritto all’installazione di un’antenna privata sul proprio balcone o sul tetto dello stabile. Se si sceglie un’area comune, bisogna progettare l’impianto in modo che non sia d’intralcio nelle seguenti modalità:
- pregiudicando il libero uso della proprietà altrui secondo la sua destinazione d’utilizzo;
- impedendo agli altri condomini di utilizzare il bene nello stesso modo;
- alterando la destinazione d’uso di tale bene.
Per quanto riguarda le autorizzazioni dell’assemblea, l’installazione di un’antenna privata può essere effettuata in piena autonomia. Nel caso dovessero verificarsi delle modifiche alle parti comune, diventa necessario comunicare all’amministratore l’esecuzione dell’intervento, specificando le modalità di esecuzione dell’intervento.