Domande dell’assegno di inclusione respinte senza altre valide motivazioni se non quella della carenza di personale negli uffici. E’ questa la spinosa situazione attraversata da alcuni (aspiranti) percettori del sussidio, che fino ad oggi, nonostante nel pieno dei loro diritti, si sono visti sbattere le porte in faccia.
Oggi vi raccontiamo la storia di Edoardo (nome di fantasia).
“La mia domanda di assegno di inclusione respinta, io in carico presso una struttura da 3 anni”
Edoardo, ingegnere gestionale, rientra tra i soggetti tutelati dall’assegno di inclusione, poiché fa parte di quelle categorie di persone che per decreto stesso sono definite “in condizioni di svantaggio”.
I soggetti così denominati sono coloro che pur non rientrando nelle “canoniche” categorie per l’assegno di inclusione, hanno dei bisogni speciali che li rendono quindi non immediatamente occupabili al lavoro. Al contempo hanno diritto a percepire il sussidio, nell’attesa che il loro reinserimento sociale sia portato a compimento.
Il compito dei servizi sociali, dunque, sarebbe quello di prendere in carico queste persone e reinserirle mediante programmi appositi: nel frattempo, intanto, loro dovrebbero percepire l’assegno di inclusione.
Dovrebbero, esatto, ma il tutto rimane solo sulla falsariga teorica, perché poi, di fatto, spesso queste persone vengono abbandonate a sé stesse, nel silenzio delle istituzioni.
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Edoardo ci racconta: “Ho fatto domanda per l’assegno il 28 dicembre 2023. Mi sono affrettato, ho pensato: ‘prima la faccio, meglio è’. Ho allegato tutto il necessario, mi sono fatto rilasciare il certificato dalla struttura che mi ha in carico da 3 anni. Cosa ha risposto INPS? Domanda respinta“.
Come da screenshot, la motivazione del respingimento è: “assenza di beneficiari nel nucleo”. In pratica, secondo INPS, Maurizio non rientra tra i soggetti che hanno diritto all’assegno di inclusione.
Ma non ha accettato questo responso, e ha deciso di andare a fondo alla questione: “Io ho diritto al sussidio! Ho diritto perché rientro tra i soggetti indicati dallo stesso Governo. Non l’accetto una cosa simile. Io devo poter pagare affitto, bollette, non esiste”, mi ha spiegato al telefono. Così è andato direttamente agli uffici centrali della sua città, per capire il perché del rifiuto immotivato.
Le ASL e il problema dei controlli dei certificati
Come da comunicato INPS di qualche tempo fa, nel caso dei soggetti in condizioni di svantaggio, sta alle ASL fare le verifiche di tali condizioni.
Tuttavia, almeno per alcune Regioni, la storia non è così semplice. In particolar modo, avevamo già parlato della Puglia e della denuncia del consigliere regionale Antonio Tutolo circa l’impossibilità delle ASL di fare i dovuti controlli per mancanza di personale.
Tutolo aveva infatti invitato caldamente un immediato cambiamento di rotta, perché troppe persone avevano ancora la domanda in stato di sospensione: “Tra i destinatari ci sono soggetti fragili, disabili e minori assistiti e dunque eventuali ritardi nell’erogazione dell’assegno di inclusione, oltre che essere un fatto inspiegabile e assurdo, pregiudicano l’ottenimento di un beneficio essenziale per molte famiglie”.
La situazione è invece andata di male in peggio a circa un mese e mezzo da quell’appello del consigliere: molte domande prima sospese, per le quali vi era ancora un piccolo lume di speranza, sono invece precipitate nel vuoto del rigetto dell’istanza, gettando nello sconforto coloro che avevano fatto domanda.
Racconta Edoardo: “Sono andato a informarmi. Mi hanno detto che al momento manca proprio il soggetto preposto al controllo, non esiste ancora un organismo, qualcuno, che controlli le certificazioni e attesti la veridicità delle informazioni”.
In pratica, quindi, per INPS la situazione di Edoardo non ha nemmeno le basi per esistere, perché nessun organismo attesta appunto che lui è preso in carico da una struttura da ben 3 anni. Un circolo vizioso che non ha fine.
“Non possono negarmi un diritto”
L’uomo si dice molto amareggiato e deluso dalle istituzioni: “Non possono negarmi un diritto! Una istituzione non può essere al di sopra della legge, è assurdo” mi ribadisce più volte durante il nostro colloquio telefonico, incredulo di quanto gli stia accadendo.
Intanto, sta di fatto che (almeno per quanto riguarda la regione Puglia) la mancanza di personale presso le ASL che dovrebbero effettuare i controlli è un fatto conclamato, persino dal Governo regionale e dai suoi consiglieri, che hanno spinto verso un repentino e veloce mutamento dell’attuale situazione.
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