Il disturbo primario del linguaggio (DPL) riguarda 1 bambino su 14 in Italia, toccando il 7,6% della popolazione prescolare e il 4% di quella scolare. Si tratta di un disturbo del neurosviluppo che impedisce la corretta acquisizione del linguaggio, pur in assenza di altri deficit cognitivi, sensoriali o socio-ambientali. Il dato, riportato dalla Federazione dei logopedisti italiani (Fli) durante il convegno “Diamo voce al disturbo di linguaggio”, sottolinea l’urgenza di una diagnosi precoce e di interventi tempestivi per evitare complicazioni future.
Secondo la Fli, i bambini con DPL hanno 12 volte più probabilità di sviluppare un disturbo dell’apprendimento e un 30% di rischio in più di depressione e difficoltà emotive rispetto ai loro coetanei. Questo disturbo rappresenta un fattore di rischio significativo per fallimento scolastico e, in futuro, lavorativo.
Come intervenire in ambito scolastico?
Una delle sfide principali riguarda il contesto scolastico, dove gli insegnanti, in collaborazione con famiglie e specialisti, svolgono un ruolo cruciale. Le difficoltà linguistiche si manifestano non solo a livello di espressione, ma anche di comprensione, specialmente quando il vocabolario richiesto diventa più complesso, come nelle materie tecniche (fisica, biologia, ecc.).
Per supportare questi bambini, è essenziale che gli insegnanti siano formati per riconoscere i segnali di rischio e collaborino con logopedisti per garantire un ambiente educativo adeguato. Le scuole devono prevedere progetti di prevenzione e sensibilizzazione, come sta avvenendo a Roma, dove il Consiglio Comunale sta lavorando su una mozione per promuovere tali attività.
La diagnosi precoce può fare la differenza
Come spiegato da Anna Giulia De Cagno, vicepresidente della Fli, il DPL può variare in gravità, ma la diagnosi precoce, già possibile dai 4 anni d’età, è fondamentale per ridurre l’impatto sulla vita del bambino. Tuttavia, nonostante l’importanza dell’intervento, molte famiglie non ricevono il supporto necessario.
Fortunatamente, la comunità scientifica ha dimostrato che un trattamento tempestivo e una corretta formazione di insegnanti e genitori possono cambiare il percorso di questi bambini. Attraverso iniziative come quelle della Fli, che ha creato un opuscolo informativo e sta lanciando una campagna social di sensibilizzazione, si punta a fare maggiore luce su questo disturbo ancora poco conosciuto, sperando di riprodurre tali progetti a livello nazionale.
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Come rilevare, prevenire o intervenire nel disturbo primario del linguaggio: consigli per gli insegnanti
Gli insegnanti rivestono un ruolo chiave nell’individuazione precoce del disturbo primario del linguaggio (DPL) e nella creazione di un ambiente di apprendimento favorevole. Di seguito alcuni consigli utili:
- osservare il comportamento linguistico: un alunno con DPL potrebbe manifestare difficoltà nel comprendere istruzioni verbali semplici o nell’esprimersi con chiarezza. È importante prestare attenzione ai bambini che presentano un vocabolario limitato o che mostrano difficoltà nel formulare frasi complete;
- collaborare con i professionisti: al primo sospetto di difficoltà linguistiche, è consigliabile coinvolgere un logopedista per una valutazione approfondita. La diagnosi precoce permette di avviare tempestivamente interventi mirati;
- adattare la didattica: utilizzare materiali visivi come immagini, schemi e mappe concettuali può aiutare a rafforzare la comprensione del linguaggio. È utile ripetere le informazioni con parole semplici e frasi brevi, per facilitare l’assimilazione;
- favorire un ambiente inclusivo: promuovere la partecipazione attiva degli alunni, incoraggiando ogni tentativo di comunicazione, può ridurre la frustrazione e aumentare la fiducia. Il rinforzo positivo gioca un ruolo fondamentale nel sostenere i progressi del bambino;
- formazione continua: partecipare a corsi di aggiornamento sui disturbi del linguaggio consente di acquisire le competenze necessarie per individuare i segnali del DPL e adottare strategie didattiche efficaci.
Un intervento tempestivo e un adeguato sostegno scolastico sono essenziali per migliorare le opportunità educative e sociali degli studenti con disturbo primario del linguaggio.