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Disturbo primario del linguaggio: 1 bambino su 14 in Italia ne soffre

Il disturbo primario del linguaggio colpisce 1 bambino su 14 in Italia. Prevenzione e diagnosi precoce possono cambiare la vita scolastica e sociale.

di Pietro Ginechesi
9 Novembre 2024
in Scuola
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Il disturbo primario del linguaggio (DPL) riguarda 1 bambino su 14 in Italia, toccando il 7,6% della popolazione prescolare e il 4% di quella scolare. Si tratta di un disturbo del neurosviluppo che impedisce la corretta acquisizione del linguaggio, pur in assenza di altri deficit cognitivi, sensoriali o socio-ambientali. Il dato, riportato dalla Federazione dei logopedisti italiani (Fli) durante il convegno “Diamo voce al disturbo di linguaggio”, sottolinea l’urgenza di una diagnosi precoce e di interventi tempestivi per evitare complicazioni future.

Secondo la Fli, i bambini con DPL hanno 12 volte più probabilità di sviluppare un disturbo dell’apprendimento e un 30% di rischio in più di depressione e difficoltà emotive rispetto ai loro coetanei. Questo disturbo rappresenta un fattore di rischio significativo per fallimento scolastico e, in futuro, lavorativo.

Sommario

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  • Come intervenire in ambito scolastico?
  • La diagnosi precoce può fare la differenza
  • Come rilevare, prevenire o intervenire nel disturbo primario del linguaggio: consigli per gli insegnanti

Come intervenire in ambito scolastico?

Una delle sfide principali riguarda il contesto scolastico, dove gli insegnanti, in collaborazione con famiglie e specialisti, svolgono un ruolo cruciale. Le difficoltà linguistiche si manifestano non solo a livello di espressione, ma anche di comprensione, specialmente quando il vocabolario richiesto diventa più complesso, come nelle materie tecniche (fisica, biologia, ecc.).

Per supportare questi bambini, è essenziale che gli insegnanti siano formati per riconoscere i segnali di rischio e collaborino con logopedisti per garantire un ambiente educativo adeguato. Le scuole devono prevedere progetti di prevenzione e sensibilizzazione, come sta avvenendo a Roma, dove il Consiglio Comunale sta lavorando su una mozione per promuovere tali attività.

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La diagnosi precoce può fare la differenza

Come spiegato da Anna Giulia De Cagno, vicepresidente della Fli, il DPL può variare in gravità, ma la diagnosi precoce, già possibile dai 4 anni d’età, è fondamentale per ridurre l’impatto sulla vita del bambino. Tuttavia, nonostante l’importanza dell’intervento, molte famiglie non ricevono il supporto necessario.

Fortunatamente, la comunità scientifica ha dimostrato che un trattamento tempestivo e una corretta formazione di insegnanti e genitori possono cambiare il percorso di questi bambini. Attraverso iniziative come quelle della Fli, che ha creato un opuscolo informativo e sta lanciando una campagna social di sensibilizzazione, si punta a fare maggiore luce su questo disturbo ancora poco conosciuto, sperando di riprodurre tali progetti a livello nazionale.


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Come rilevare, prevenire o intervenire nel disturbo primario del linguaggio: consigli per gli insegnanti

Gli insegnanti rivestono un ruolo chiave nell’individuazione precoce del disturbo primario del linguaggio (DPL) e nella creazione di un ambiente di apprendimento favorevole. Di seguito alcuni consigli utili:

  1. osservare il comportamento linguistico: un alunno con DPL potrebbe manifestare difficoltà nel comprendere istruzioni verbali semplici o nell’esprimersi con chiarezza. È importante prestare attenzione ai bambini che presentano un vocabolario limitato o che mostrano difficoltà nel formulare frasi complete;
  2. collaborare con i professionisti: al primo sospetto di difficoltà linguistiche, è consigliabile coinvolgere un logopedista per una valutazione approfondita. La diagnosi precoce permette di avviare tempestivamente interventi mirati;
  3. adattare la didattica: utilizzare materiali visivi come immagini, schemi e mappe concettuali può aiutare a rafforzare la comprensione del linguaggio. È utile ripetere le informazioni con parole semplici e frasi brevi, per facilitare l’assimilazione;
  4. favorire un ambiente inclusivo: promuovere la partecipazione attiva degli alunni, incoraggiando ogni tentativo di comunicazione, può ridurre la frustrazione e aumentare la fiducia. Il rinforzo positivo gioca un ruolo fondamentale nel sostenere i progressi del bambino;
  5. formazione continua: partecipare a corsi di aggiornamento sui disturbi del linguaggio consente di acquisire le competenze necessarie per individuare i segnali del DPL e adottare strategie didattiche efficaci.
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Un intervento tempestivo e un adeguato sostegno scolastico sono essenziali per migliorare le opportunità educative e sociali degli studenti con disturbo primario del linguaggio.

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