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Fisco torna a riscuotere e impennata di entrate tributarie

In arrivo a fine agosto oltre 120 scadenze fiscali, tra saldo dell'Iva e pagamenti Irpef. Ma ci sono buone notizie sul fronte entrate tributarie.

di Tommaso Pietrangelo
22 Agosto 2024
in Attualità, Fisco e tasse
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Il Fisco torna a riscuotere e per fine agosto impennano le entrate tributarie. Dopo tre settimane di pausa estiva, il Fisco è tornato a battere cassa con una valanga di scadenze fiscali previste per la fine di agosto. 119 quelle da rispettare entro il 20 di questo mese, più altri adempimenti prima dell’inizio di settembre. Per gli italiani è dunque tempo di stringere la cinghia e aprire il portafogli, anche se gli ultimi dati sulle riscossioni mostrano un trend in netto miglioramento. Nel primo semestre del 2024, le entrate tributarie e contributive sono aumentate di 13,113 miliardi di euro (rispetto allo stesso periodo dell’anno passato). Vuol dire che i cittadini tornano a pagare le tasse e che lo Stato, adesso, si sta sforzando di riscuotere con più piglio e più costanza. Era ora, viene da dire. Ma c’è ancora margine per migliorare. Vediamo tutti i dettagli.

Sommario

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  • Il Fisco torna a riscuotere
  • Tutte le scadenze di agosto
  • L’impennata delle entrate tributarie e contributive

Il Fisco torna a riscuotere

Dopo la classica pausa da ombrellone, mentre gli italiani dicono addio alle vacanze, anche il Fisco torna al lavoro. Dal 20 agosto milioni di contribuenti saranno infatti tenuti a rispettare una valanga di scadenze: 119 in un solo giorno, poi altri termini importanti da rispettare entro fine mese. Si parte con i pagamenti Irpef: chi ha scelto il pagamento a rate, con prima rata versata il 30 giugno, ora dovrà versare la terza frazione di imposta con interessi pari allo 0,50%. Più il saldo dell’Iva relativa al 2023, risultante dalla dichiarazione annuale, ma maggiorato dello 0,40%.

Poi ci sono le scadenze per i contribuenti Iva. Questi sono tenuti a versare l’imposta per il mese di luglio e per il secondo trimestre del 2023. E i contribuenti soggetti agli Isa (Indici Sintetici di Affidabilità) in base al concordato preventivo biennale ora dovranno versare la seconda rata dell’Iva relativa ai maggiori ricavi o compensi indicati nella dichiarazione dei redditi. Con interessi da pagare nella misura dello 0,18%. Insomma, chi ha scelto (saggiamente) di dilazionare i pagamenti, al ritorno dalle vacanze si ritrova con l’obbligo di stare al passo con il Fisco. E le scadenze non sono finite qui.

Tutte le scadenze di agosto

In questa ondata di pagamenti fiscali, alcune categorie di lavoratori dovranno prestare particolare attenzione. Ecco le principali scadenze e i contribuenti coinvolti:

  • I soggetti che esercitano attività di intrattenimento, sono chiamati a versare l’imposta sulle attività svolte, con carattere di continuità, nel corso del mese di luglio
  • Gli intermediari immobiliari e i gestori di portali online, entro il 20 agosto sono obbligati a versare una ritenuta pari al 21% sui canoni di locazione breve
  • Altro discorso, gli appuntamenti fiscali di fine agosto per i sostituti d’imposta. Il Fisco richiede il pagamento dell’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali regionali e comunali sulle somme erogate (a luglio 2024) ai dipendenti del settore privato in riferimento a incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza e innovazione
  • Venerdì 30 agosto è invece una data-chiave per tutti i contribuenti soggetti agli indici sintetici di affidabilità fiscale. Perché entro quel giorno dovranno versare il saldo del 2023 e il primo acconto per il 2024, in riferimento alle imposte sui redditi e Irap, con una maggiorazione pari allo 0,40%
  • Entro il 30 agosto c’è anche il pagamento della cedolare secca – in un’unica soluzione oppure come prima rata – a titolo di saldo per l’anno 2023 e come primo acconto per l’anno 2024. E sempre con una maggiorazione dello 0,40%
  • Infine, sempre il 30 agosto è il termine ultimo per chi deve effettuare i versamenti risultanti dalle dichiarazioni dei redditi annuali delle persone fisiche, delle società e dell’Irap (ancora una volta con una maggiorazione dello 0,40%)

L’impennata delle entrate tributarie e contributive

Se da un lato il Fisco batte cassa, dall’altro si registra un aumento (notevole) delle entrate tributarie e contributive. Nel primo semestre del 2024 vi è stata una crescita nelle riscossioni di 13,113 miliardi di euro, che corrisponde a un incremento complessivo del 3,4% sullo stesso periodo del 2023. A comunicarlo è la Ragioneria Generale dello Stato, secondo cui l’andamento registrato sarebbe dovuto a una doppia dinamica positiva:

  1. Crescita delle entrate tributarie di 10,973 miliardi di euro (+4,2%)
  2. Incremento delle entrate contributive, in termini di cassa, pari a 2,140 miliardi di euro (+1,7%)

Andando ancora di più nello specifico, notiamo che il gettito delle imposte contabilizzate al bilancio dello Stato è cresciuto di 10.168 milioni di euro (+4,1%). Con una netta crescita degli incassi da attività di accertamento e controllo (+1.707 milioni di euro, quindi +31,2 %), mentre calano leggermente le entrate degli enti territoriali: -1.473 milioni di euro rispetto al 2023, cioè -5,2 %. E infine le poste correttive, che riducono le entrate del bilancio dello Stato, sono in calo di 571 milioni di euro (3,1%) rispetto a quello che accadeva nei primi 6 mesi del 2023.


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C’è insomma un segnale positivo sul lato riscossioni. Lo Stato, ci pare, sta perseguendo con maggiore efficacia e convinzione gli evasori. E il comportamento degli italiani verso fisco, allo stesso tempo, sembra godere di una migliore salute. Ma va anche notato che i dati positivi diffusi dalla Ragioneria dello Stato sono “viziati” da un piccolo dettaglio. Infatti, il confronto con lo stesso periodo del 2023 non è totalmente omogeneo: nel 2024, il termine ordinario per il versamento del saldo e del primo acconto delle imposte Irpef, Ires e Irap è stato posticipato al primo luglio (perché il 30 giugno cadeva di domenica). Quindi sarà fondamentale monitorare i dati del prossimo semestre, da luglio a dicembre, per capire se questi primi 6 mesi sono stati in parte un’anomalia o se verranno riconfermati.

Intanto ci accontentiamo di notare che la strada imboccata sembra quella giusta. Speriamo che il Governo continui a investire nella lotta all’evasione, ancora endemica nel nostro Paese, e che l’enorme tornata di scadenze fiscali di questo mese non metta troppo in difficoltà chi ha intenzione di pagare ma è in ristrettezze economiche. E magari un’idea per il futuro: non concentrare oltre 119 adempimenti nello stesso giorno dello stesso mese. Perché è vero che l’italiano medio paga poco volentieri le tasse, ma anche questo calendario non facilita esattamente la vita del contribuente.

Tags: 2024fiscopagamento tasse
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