Il Fisco torna a riscuotere
Dopo la classica pausa da ombrellone, mentre gli italiani dicono addio alle vacanze, anche il Fisco torna al lavoro. Dal 20 agosto milioni di contribuenti saranno infatti tenuti a rispettare una valanga di scadenze: 119 in un solo giorno, poi altri termini importanti da rispettare entro fine mese. Si parte con i pagamenti Irpef: chi ha scelto il pagamento a rate, con prima rata versata il 30 giugno, ora dovrà versare la terza frazione di imposta con interessi pari allo 0,50%. Più il saldo dell’Iva relativa al 2023, risultante dalla dichiarazione annuale, ma maggiorato dello 0,40%.
Poi ci sono le scadenze per i contribuenti Iva. Questi sono tenuti a versare l’imposta per il mese di luglio e per il secondo trimestre del 2023. E i contribuenti soggetti agli Isa (Indici Sintetici di Affidabilità) in base al concordato preventivo biennale ora dovranno versare la seconda rata dell’Iva relativa ai maggiori ricavi o compensi indicati nella dichiarazione dei redditi. Con interessi da pagare nella misura dello 0,18%. Insomma, chi ha scelto (saggiamente) di dilazionare i pagamenti, al ritorno dalle vacanze si ritrova con l’obbligo di stare al passo con il Fisco. E le scadenze non sono finite qui.
Tutte le scadenze di agosto
In questa ondata di pagamenti fiscali, alcune categorie di lavoratori dovranno prestare particolare attenzione. Ecco le principali scadenze e i contribuenti coinvolti:
- I soggetti che esercitano attività di intrattenimento, sono chiamati a versare l’imposta sulle attività svolte, con carattere di continuità, nel corso del mese di luglio
- Gli intermediari immobiliari e i gestori di portali online, entro il 20 agosto sono obbligati a versare una ritenuta pari al 21% sui canoni di locazione breve
- Altro discorso, gli appuntamenti fiscali di fine agosto per i sostituti d’imposta. Il Fisco richiede il pagamento dell’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali regionali e comunali sulle somme erogate (a luglio 2024) ai dipendenti del settore privato in riferimento a incrementi di produttività, redditività, qualità, efficienza e innovazione
- Venerdì 30 agosto è invece una data-chiave per tutti i contribuenti soggetti agli indici sintetici di affidabilità fiscale. Perché entro quel giorno dovranno versare il saldo del 2023 e il primo acconto per il 2024, in riferimento alle imposte sui redditi e Irap, con una maggiorazione pari allo 0,40%
- Entro il 30 agosto c’è anche il pagamento della cedolare secca – in un’unica soluzione oppure come prima rata – a titolo di saldo per l’anno 2023 e come primo acconto per l’anno 2024. E sempre con una maggiorazione dello 0,40%
- Infine, sempre il 30 agosto è il termine ultimo per chi deve effettuare i versamenti risultanti dalle dichiarazioni dei redditi annuali delle persone fisiche, delle società e dell’Irap (ancora una volta con una maggiorazione dello 0,40%)
L’impennata delle entrate tributarie e contributive
Se da un lato il Fisco batte cassa, dall’altro si registra un aumento (notevole) delle entrate tributarie e contributive. Nel primo semestre del 2024 vi è stata una crescita nelle riscossioni di 13,113 miliardi di euro, che corrisponde a un incremento complessivo del 3,4% sullo stesso periodo del 2023. A comunicarlo è la Ragioneria Generale dello Stato, secondo cui l’andamento registrato sarebbe dovuto a una doppia dinamica positiva:
- Crescita delle entrate tributarie di 10,973 miliardi di euro (+4,2%)
- Incremento delle entrate contributive, in termini di cassa, pari a 2,140 miliardi di euro (+1,7%)
Andando ancora di più nello specifico, notiamo che il gettito delle imposte contabilizzate al bilancio dello Stato è cresciuto di 10.168 milioni di euro (+4,1%). Con una netta crescita degli incassi da attività di accertamento e controllo (+1.707 milioni di euro, quindi +31,2 %), mentre calano leggermente le entrate degli enti territoriali: -1.473 milioni di euro rispetto al 2023, cioè -5,2 %. E infine le poste correttive, che riducono le entrate del bilancio dello Stato, sono in calo di 571 milioni di euro (3,1%) rispetto a quello che accadeva nei primi 6 mesi del 2023.
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C’è insomma un segnale positivo sul lato riscossioni. Lo Stato, ci pare, sta perseguendo con maggiore efficacia e convinzione gli evasori. E il comportamento degli italiani verso fisco, allo stesso tempo, sembra godere di una migliore salute. Ma va anche notato che i dati positivi diffusi dalla Ragioneria dello Stato sono “viziati” da un piccolo dettaglio. Infatti, il confronto con lo stesso periodo del 2023 non è totalmente omogeneo: nel 2024, il termine ordinario per il versamento del saldo e del primo acconto delle imposte Irpef, Ires e Irap è stato posticipato al primo luglio (perché il 30 giugno cadeva di domenica). Quindi sarà fondamentale monitorare i dati del prossimo semestre, da luglio a dicembre, per capire se questi primi 6 mesi sono stati in parte un’anomalia o se verranno riconfermati.
Intanto ci accontentiamo di notare che la strada imboccata sembra quella giusta. Speriamo che il Governo continui a investire nella lotta all’evasione, ancora endemica nel nostro Paese, e che l’enorme tornata di scadenze fiscali di questo mese non metta troppo in difficoltà chi ha intenzione di pagare ma è in ristrettezze economiche. E magari un’idea per il futuro: non concentrare oltre 119 adempimenti nello stesso giorno dello stesso mese. Perché è vero che l’italiano medio paga poco volentieri le tasse, ma anche questo calendario non facilita esattamente la vita del contribuente.