Inflazione Istat. Le stime preliminari dell’Istat diffuse pochi giorni fa indicano un aumento dell’inflazione a gennaio, con l’Indice Nazionale dei Prezzi al Consumo (NIC) che registra un incremento dello 0,3% su base mensile e dell’0,8% su base annua. Questo segnale preoccupante ha suscitato richieste di intervento da parte delle associazioni dei consumatori, mentre il settore del commercio esprime cautela e speranze di una politica monetaria meno restrittiva.
Aumento inflazione Istat
La componente principale di questo aumento è attribuita all’effetto statistico causato dal crollo dei prezzi di luce e gas avvenuto nel gennaio 2023. Tuttavia, le associazioni dei consumatori, come l’Unione Nazionale Consumatori, sottolineano che l’aumento mensile dell’0,3% è superiore al +0,2% di dicembre e opposto al calo di novembre dello 0,5%. Questo, secondo Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, è un segnale allarmante, specialmente considerando il balzo mensile dell’0,9% dei prodotti alimentari e bevande analcoliche.
Cosa succede quando si alza l’inflazione?
Quando l’inflazione aumenta, c’è un impatto significativo su diversi aspetti dell’economia e sulla vita quotidiana. Ecco cosa solitamente accade quando si verifica un aumento dell’inflazione:
1. Perdita del potere d’acquisto:
- I prezzi dei beni e servizi aumentano, riducendo il potere d’acquisto della moneta. Le persone possono acquistare meno con la stessa quantità di denaro.
2. Riduzione del valore del denaro:
- L’aumento dell’inflazione comporta una diminuzione del valore reale della valuta. Le persone possono sperimentare una perdita di ricchezza poiché il denaro detenuto perde valore nel tempo.
3. Impatti sui risparmi:
Scarica la nostra app e risparmia con i bonus attivi in Italia:
- I risparmi in contanti o investimenti a basso rendimento possono subire una perdita di valore reale durante periodi di inflazione. Gli investimenti che non offrono rendimenti sufficienti per compensare l’inflazione possono risultare svantaggiosi.
4. Aumento dei tassi d’interesse:
- Le banche centrali possono rispondere all’inflazione aumentando i tassi d’interesse. Questo è un meccanismo per ridurre la domanda e contenere l’inflazione. Tuttavia, tassi d’interesse più alti possono influenzare negativamente i prestiti, gli investimenti e la spesa dei consumatori.
5. Impatti sulle retribuzioni e contrattazioni salariali:
- L’aumento dei prezzi può portare a richieste di aumenti salariali per compensare la perdita di potere d’acquisto. Tuttavia, ciò può anche contribuire a un ciclo di aumenti dei prezzi e salari, alimentando ulteriormente l’inflazione.
6. Riflessi sull’equità sociale:
- L’inflazione può colpire in modo differenziato le fasce della società. Chi ha redditi fissi, come i pensionati, potrebbe risentirne in modo più significativo rispetto a coloro che possono adattare i loro redditi alle variazioni dei prezzi.
7. Impatti sull’economia globale:
- L’inflazione può influenzare le esportazioni e le importazioni, alterare i tassi di cambio e avere impatti sul commercio internazionale. Può anche portare a una maggiore volatilità nei mercati finanziari.
8. Effetti sull’inflazione attesa:
- L’aumento dell’inflazione può influenzare le aspettative future, portando a comportamenti di spesa e investimento diversi. Le aspettative di inflazione possono diventare un elemento importante nella dinamica dell’economia.
Richieste di intervento del governo
Dona sottolinea che l’aumento dell’inflazione sui prodotti alimentari implica costi aggiuntivi per le famiglie. Per affrontare questa situazione, chiede al governo di intervenire con accordi di filiera per prodotti che stanno registrando rincari anomali e ingiustificati. Anche il Codacons si unisce al coro delle richieste di intervento, evidenziando l’importanza di limitare gli effetti dei rincari e combattere le speculazioni sui prezzi.
Le reazioni del settore
Mentre le associazioni dei consumatori sono allarmate, l’Ufficio studi di Confcommercio offre una visione più cauta. Ritiene che l’Italia, tra i grandi dell’eurozona, abbia compiuto progressi significativi nel rientro delle dinamiche inflazionistiche. Confcommercio vede il quadro attuale come piuttosto rassicurante, nonostante le tensioni su alcuni beni energetici e alimentari. Tuttavia, sottolinea che è necessario monitorare attentamente la situazione.
Il commento del settore della distribuzione
Federdistribuzione, rappresentante del settore della distribuzione moderna, riconosce l’aumento dell’inflazione ma osserva che al momento non sembra essere influenzato eccessivamente dalle recenti criticità geopolitiche. Carlo Alberto Buttarelli, presidente di Federdistribuzione, sottolinea l’importanza di sostenere le imprese, auspicando una riduzione dei tassi d’interesse e un’estensione del piano ‘Industria 5.0‘ al settore della distribuzione moderna.
Come sarà l’inflazione nel 2024?
Prospettive globali:
Gli esperti prevedono un ritorno più vicino agli obiettivi delle banche centrali per i tassi d’inflazione nel 2024. Tuttavia, raggiungere questi target potrebbe richiedere più tempo, probabilmente fino al 2026. La Banca Centrale Europea (BCE) prevede una diminuzione graduale dell’inflazione nei prossimi due anni, attestandosi al 2,7% nel 2024 e al 2,1% nel 2025, per poi raggiungere l’1,9% nel 2026.
Situazione attuale in Europa:
L’inflazione in Europa è salita al 2,9% a dicembre 2023, vicina all’obiettivo della BCE. Tuttavia, è inferiore al picco del 10,6% di ottobre 2022. Christine Lagarde ha suggerito la possibilità di un taglio dei tassi in estate, ma ha esortato alla prudenza a causa dell’incertezza persistente.
Prospettive sull’inflazione in Italia:
Dopo un’accelerazione dei prezzi nel 2022, l’Italia ha sperimentato un rallentamento nell’andamento dell’inflazione nel 2023, con una crescita media annua del 5,7%. L’inflazione di fondo, al netto di beni volatili, è pari al +5,1%. Nonostante sia superiore al 3,8% registrato nel 2022, si considera piuttosto moderata.
Prospettive future in Italia:
Livio Spadaro di Frame Asset Management indica una situazione di stagflazione in Europa, compresa l’Italia, caratterizzata da crescita stagnante e inflazione elevata. La mancanza di crescita salariale e le politiche di riduzione della spesa del governo potrebbero influire sulla performance economica italiana. Dal punto di vista finanziario, gli investimenti in titoli obbligazionari a breve termine offrono la possibilità di mitigare l’impatto dell’inflazione, con rendimenti intorno al 3,8% e scadenza breve (6 mesi-1 anno).
Chi ci guadagna con l’inflazione?
L’aumento dell’inflazione può comportare benefici per alcune categorie di individui e settori dell’economia, mentre può causare problemi ad altri. Ecco chi potrebbe trarre vantaggio dall’inflazione:
- Debitori a tassi fissi: Coloro che hanno debiti a tassi di interesse fissi possono beneficiare dell’inflazione. Poiché l’inflazione fa aumentare i prezzi e riduce il potere d’acquisto della valuta nel tempo, il valore reale del debito diminuisce. Questo è particolarmente vantaggioso per coloro che hanno debiti, come mutui o prestiti, contratti a tassi fissi.
- Proprietari di attività reali: Gli investitori che possiedono attività reali, come immobili, possono trarre vantaggio dall’aumento dei prezzi degli asset correlato all’inflazione. Immobili, terreni e altre attività fisiche spesso apprezzano in valore durante periodi di inflazione.
- Azionisti: In alcuni casi, le azioni possono agire come una sorta di “copertura” contro l’inflazione. Aziende che possono aumentare i prezzi dei loro prodotti o servizi per compensare l’inflazione potrebbero generare rendimenti superiori per gli azionisti.
- Coloro con indebitamento “buono”: Chi detiene debiti a tassi fissi o variabili moderati può trarre vantaggio dall’inflazione. Tuttavia, è importante notare che l’indebitamento eccessivo può comunque essere problematico.
Tuttavia, l’inflazione può avere effetti negativi, in particolare per i risparmiatori, i pensionati fissi, e chiunque abbia entrate fisse. Un’elevata inflazione può erodere il potere d’acquisto e rendere più difficile mantenere uno standard di vita stabile. La gestione dell’inflazione è quindi una sfida complessa per i responsabili politici e le istituzioni finanziarie.